mercoledì 14 agosto 2019

Whiskey, tartarughine e cartoline


Franco I. ha lavorato per buona parte degli anni 1960 nell'ex Africa Occidentale Francese. Ha toccato con mano il neocolonialismo quando gli proibirono di retribuire meglio i manovali indigeni.

Una gentile signora mi raccontò che da bambina, prima della guerra, era stata in Nigeria al seguito del padre ingegnere, ma le sue erano memorie di una privilegiata.


Da uno sbarco in Tunisia due piccole tartarughe donateci nel 1958 da un vicino di casa, in temporaneo  "congedo" - di cui oggi non so spiegarmi l'autorizzazione - dalle ferrovie per un'esperienza da marconista su una nave mercantile. Dal medesimo anche una cartolina da Cartagine, ormai persa.

In qualche estate a Bordighera (IM) giocavo con miei coetanei adolescenti, venuti dalla Libia per vedere nonni e zii materni: dopo il 1969, espulsi, si stabilirono definitivamente qui. 

Marrakech, Marocco
Un mio conoscente asseriva che in Marocco negli anni 1980 in casa di clienti si poteva bere di nascosto con loro, musulmani, del buon whiskey.

Davide A. qualche anno fa mi ha regalato un atlante dell'Africa Orientale Italiana e un codice italiano di diritto coloniale, tutti rigorosamente di epoca fascista.


Mio padre fu alla prima battaglia navale della Sirte.

Non ritrovo le belle fotografie della Namibia, mandatemi dal compianto Salvatore S. Né cartoline più recenti di altre parti dell'Africa, neppure quelle delle Cascate Vittoria.



Solo da poco ci è tornato in mente chi ci ha regalato tante cartoline d'epoca, anche di varie parti dell'Africa, viaggiate e no.


Non mi interessano i resoconti di crociere o di soggiorni balneari contemporanei.

L'Africa di persona devo averla, comunque, da qualche parte intravvista talvolta all'orizzonte...