tag:blogger.com,1999:blog-33129804161069613882024-03-13T23:18:15.626+01:00Adriano Maini: vecchi e nuovi raccontiAdriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comBlogger106125tag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-72853491648953280452024-03-04T10:31:00.003+01:002024-03-04T10:32:52.611+01:00C'era un bar...<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKH-12Q0pe0X-ERGQglPIBFgCVgInYAg7vHQNsl4gL-q5IlRc6FkeATMLCRMNhMhyt2HWMC5aG-uUOe385zFFX10Wi9yAnYw3QGX-rFN3hyphenhyphen24ssrm6MhDTNPB5g_PY9XqGebZU9yGAnVU-M04HKp57SphUqHMmdsQenKe3g-3v9sqxc9iN6ftg14Mb4qDv/s2218/23_mar02%20(252).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1249" data-original-width="2218" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKH-12Q0pe0X-ERGQglPIBFgCVgInYAg7vHQNsl4gL-q5IlRc6FkeATMLCRMNhMhyt2HWMC5aG-uUOe385zFFX10Wi9yAnYw3QGX-rFN3hyphenhyphen24ssrm6MhDTNPB5g_PY9XqGebZU9yGAnVU-M04HKp57SphUqHMmdsQenKe3g-3v9sqxc9iN6ftg14Mb4qDv/w640-h360/23_mar02%20(252).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vallecrosia (IM): la zona del "Ponte"<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">C'era un bar sul "Ponte" di Vallecrosia, dapprima ubicato a settentrione, poi spostato dall'altra parte della Via Aurelia. Nell'ultima sistemazione aveva nel seminterrato una sala che a lungo rappresentò per quella cittadina l'unica occasione per riunioni di carattere politico, sociale e culturale, tanto è vero che è tuttora ben ricordata dagli animatori dell'Unione <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/04/discettando-della-buca-di-bordighera.html" target="_blank">Culturale</a> Democratica di Bordighera, che tra quelle mura mosse i suoi primi passi. Ma anche quell'esercizio ebbe tra i clienti più assidui alcuni protagonisti della più normale vita sociale della zona.<br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Via Dante a Ventimiglia, da molte persone ancora adesso chiamata Via Regina, fornisce talora l'occasione, in quanto pregresso sito di residenza, per fare ritrovare qualche vecchio amico, magari rientrato in vacanza da fuori regione. Più spesso questo appuntamento viene dato non proprio in loco, ma la motivazione scaturisce sempre dalla vecchia appartenenza a quella strada o alle sue immediate vicinanze. Come sovente capita in questi casi, un punto di riferimento per le pregresse frequentazioni era un pubblico esercizio, all'inizio una latteria, presto affiancata da un vero e proprio bar, gestito dalla famiglia di due dei nostri personaggi. Anche questi ultimi si esibirono nei gruppi musicali degli anni Sessanta, con altri giovani del posto o del comprensorio, in genere con buoni risultati di carattere locale, messi in evidenza, al pari di altri aspetti qui riferiti, ad esempio, da Gaspare <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2024/02/i-moti-studenteschi-e-la-contestazione.html" target="_blank">Caramello</a> in un suo scritto di quasi venti anni fa. Non poteva mancare, infatti, in Via Regina, né poco lontano, qualche capannone per la costruzione di carri per la Battaglia di Fiori, in cui si diedero da fare quasi tutti i richiamati ragazzi, mentre altri tra di loro preferirono affinare le competenze da carristi in altre parti della città. <br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">C'era un bar a Nervia di Ventimiglia, l'unico bar in pratica della località sino agli inizi degli anni Sessanta, ma che aveva la singolarità di essere stato dotato da subito di un televisore. A detta di una persona della famiglia di quella proprietà fu proprio la presenza di quell'apparecchio a determinare notevole affluenza a quel locale. Vista la variegata composizione dei clienti, provenienti anche da Bordighera, viene da dubitare della serietà di quella affermazione, ma rimane il fatto che gli echi di quelle frequentazioni sono sparsi per tutto il comprensorio intemelio. Non mancavano tra quegli avventori gli ideatori di memorabili scherzi, giocati pure alle spalle di ignari vigili urbani, né gli animatori di una compagnia di carristi della Battaglia di Fiori. Quando per ripicca alle ennesime vibranti proteste della padrona per il chiasso prodotto da quelle allegre compagnie i capifila di una di queste decisero che era ora di aprire un nuovo esercizio dall'altra parte della Via Aurelia questo venne fatto: con il risultato che, come quasi sempre in casi del genere, qualcuno prese ad alternare la sua presenza tra i due locali, ma che il teatrino - non solo goliardico - si era definitivamente spostato.<br /></div><div style="text-align: left;"><br /><div style="text-align: justify;">C'era un bar ai Piani di Borghetto in Bordighera, la cui squadra di calcio - all'epoca composta rigorosamente da non tesserati alla Federazione, tra i quali un noto ristoratore, appassionato di musica melodica, un valente commercialista, diversi floricoltori, più o meno fortunati - vinse almeno un torneo estivo a metà degli anni Sessanta, un periodo in cui alcuni giovani frequentatori potevano già essere annoverati tra i <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2024/02/sciamavano-numerosissime-le-lucciole.html" target="_blank">carristi</a> de <i>I Galli del Villaggio</i>.<br /></div></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci sono stati in questi luoghi di confine, come in tutte le parti del Paese, bar, osterie, bettole (e non sempre vere e proprie: il pregresso Premio - artistico e letterario - "Cinque Bettole" di Bordighera aveva un titolo alquanto autoironico). Oggi sempre meno, con prevalenza, forse, di pub e di semplici punti di ristoro. Resiste a Ventimiglia il caffè delle elites cittadine, ma da decenni è chiuso quello, posizionato a fianco del (ormai ex) Mercato dei Fiori e preferito da tanti operatori, tra i quali Libero <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/08/rosso-bianco-e.html" target="_blank">Alborno</a>, il Libero rivisitato in chiave di fantasia da Nico Orengo nel suo "La curva del Latte". Altri esercizi si sono trasformati nel senso sopra indicato. Non ci sono più - o quasi - ritrovi di artisti e di letterati.<br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">A tornare, in ogni caso sfiorandola, in una dimensione di cultura più popolare sono utili ulteriori esempi, che prescindono, tuttavia, da bar che sono stati semantici di sindacato e di politica progressista. Quando si tornò ad organizzare la Battaglia di Fiori di Ventimiglia - oggi di nuovo sospesa - si fece quasi vorticoso il passaggio di carristi, anche per la rapida chiusura di compagnie e per la formazione di nuove, da un gruppo all'altro. E qualcuno tornava da fuori, prese le ferie, per dare una mano, quella già affinata in gioventù. Ci sono pensionati che si emozionano a vedere fotografie ormai ingiallite che ritraggono in una tipica osteria di Bordighera, ormai scomparsa, persone vicine di casa o comunque un tempo note. Si possono citare - sempre a titolo indicativo - tra i tanti clienti dei bar indicati le persone che con il passare degli anni sono diventate chi collezionista di fumetti e chi di dischi, chi disegnatore di argute vignette satiriche, chi bravo coltivatore di orchidee, chi dirigente di circolo velico, chi scrittore di romanzi polizieschi, chi stimato storico, chi ricercatore di vicende locali con l'occhio attento all'individuazione di fotografie in tema.<br /></div><div><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b></div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-76198501742962915282024-02-20T11:36:00.003+01:002024-02-20T11:36:31.529+01:00Ventimiglia e la seconda guerra mondiale: riflessioni<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigaS5NZI5NmwBYt7nj6KlhTjc1GNRl-rC8kpY38jqlZvO2-0cCgjmLoV9n7Ug07lki_SOo42N9SC6gLfuhsopwEHTIVNJoT3mvzpeG0wT8-W_FjmnUBawtMj-MFNOjJqAgq7T-cSbK5oyufrQTtPfg5JXg7XzJk9E5nHq9AjLEfKd2uUNLXJxpufXkCwHD/s2976/lccn2.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigaS5NZI5NmwBYt7nj6KlhTjc1GNRl-rC8kpY38jqlZvO2-0cCgjmLoV9n7Ug07lki_SOo42N9SC6gLfuhsopwEHTIVNJoT3mvzpeG0wT8-W_FjmnUBawtMj-MFNOjJqAgq7T-cSbK5oyufrQTtPfg5JXg7XzJk9E5nHq9AjLEfKd2uUNLXJxpufXkCwHD/w426-h640/lccn2.JPG" width="426" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): la lapide che nella piazzetta della Chiesa di Nervia ricorda le 67 vittime del bombardamento aereo del 10 dicembre 1943, tra le quali quattro ostaggi esposti dai nazifascisti<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Due cugini, nati in provincia di Parma, emigrati a Ventimiglia, perirono, uno alpino, l'altro del genio ferrovieri, nel rogo dell'infame campagna di Russia voluta da Mussolini nella seconda guerra mondiale.<br />La famiglia dell'alpino, finito il conflitto, andò ad abitare in prossimità delle rovine - affacciate sul fiume Roia - provocate dai terribili bombardamenti che squassarono la città di confine, in modo particolare quello del 10 dicembre 1943.<br />All'altra famiglia toccò in sorte di ricevere - a morte già avvenuta del congiunto - una cartolina postale - uguale a decine di altre, con la sola variante dei destinatari e del nome proprio del subordinato -,firmata dal maggiore del Battaglione, un biglietto che augurava il Buon Natale e che assicurava che il loro caro stava bene.<br />Nella zona di residenza di questa famiglia, Nervia di Ventimiglia, un anno dopo, proprio in quel 10 dicembre 1943 già citato, una ragazzina assistette da vicino all'inferno scatenato dagli aerei statunitensi con tale evidente timore sì da voler spesso ricordare da insegnante adulta in classe ai suoi allievi il tragico episodio.<br />Sempre in quel giorno si prodigò all'estremo per soccorrere feriti e per dare conforto spirituale il parroco, che anni dopo dalla sua nuova destinazione di Riva Ligure si trovò spesso in stazione con l'opportunità di rivedere e salutare affettuosamente almeno un ferroviere, in questo caso fratello del geniere defunto, del novero dei giovincelli da lui già conosciuti a Nervia.<br />Si affrettarono anche dal centro città madre e figlio di dieci anni in cerca del padre che dalle parti di Nervia aveva un lavoro: per loro fortuna il capofamiglia si era trovato oltre il punto critico, ma il bambino da grande avrebbe rammentato i morti da lui visti con sofferta umanità ancor più per il fatto che era destinato a frequentare tanti sopravvissuti.<br />Sempre da Nervia era partito per la guerra un altro ragazzo, che conosceva quasi tutte le persone - di alcune era anche amico! - qui menzionate e che affondò al largo dell'isola Asinara con la corazzata Roma il 9 settembre 1943.<br />Finirono in trappola Ettore e Marco Bassi, padre e figlio, commercianti ebrei di Ventimiglia, benefattori non solo degli ebrei stranieri in fuga, ma anche benemeriti della città e del comprensorio, per essere poi falcidiati nell'inferno degli stermini nazisti.<br />Ferrovieri antifascisti di Ventimiglia vennero uccisi nelle rappresaglie del Turchino e di Fossoli, ma i più trovarono la morte nei lager tedeschi: tra loro anche il compagno di lotta capitano Silvio Tomasi, già reduce dalla campagna di Russia.<br />Da Ventimiglia qualche familiare è riuscito negli anni a recarsi in Germania per visitare la tomba di un loro caro, deceduto quale Internato Militare.<br />Una lapide nel cimitero centrale di Ventimiglia a Roverino commemora i partigiani caduti: impressionante pensare a come furono massacrati a Sospel dalla furia nazifascista undici garibaldini (tra i quali un ventimigliese, Osvaldo Lorenzi; un altro ventimigliese, Sauro <i>Bob</i> Dardano, era già morto con l'assalto nemico) e quattro appartenti al maquis.<br />Nella strage nazista di Grimaldi perirono anche tre bambini molto piccoli; in quella di Torri due persone molte anziane e due cinquantenni.<br />Sono solo alcuni esempi, uno spaccato non esaustivo: certamente è impressionante verificare che solo la piccola città di Ventimiglia abbia avuto centinaia e centinaia di vittime di guerra.<br /><b>Adriano Maini</b><br /></div><div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-79279704136589970152024-02-08T10:42:00.005+01:002024-02-08T11:43:58.071+01:00Sciamavano numerosissime le lucciole<div><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh49ZJdeBMsQy-SYDjghrPH3i5M4Iym7IG4wSegxJblKxXG1YtcjjkQzMBpTrCa6-LOkmNnWCaFBLB6BDLinu4m2hGHhW924YwYSwhwRuZ2T4Z4cuNmOv_1tcNJWW4O1qV9y1_70Lt4hgLEMkTN2MpyM1eQZa_qrA6K_8Ba-QbVMSHwqgYsB9BHIWozCz4I/s6000/snl1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh49ZJdeBMsQy-SYDjghrPH3i5M4Iym7IG4wSegxJblKxXG1YtcjjkQzMBpTrCa6-LOkmNnWCaFBLB6BDLinu4m2hGHhW924YwYSwhwRuZ2T4Z4cuNmOv_1tcNJWW4O1qV9y1_70Lt4hgLEMkTN2MpyM1eQZa_qrA6K_8Ba-QbVMSHwqgYsB9BHIWozCz4I/w640-h426/snl1.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOK2SQuBuFPjViYhIsyL096siT8bIwB9xXRzXIYyYylTDYHEJ5RhAghKpIceduhbnV3EacPssrt0kgy7fogXo45ZPX1faBX_d7RTBiGhDU3IFyr5OgnqPuAtR-Drx0avGOXD0FAqjseC-A5Nslu9vmSVPMhGmB_xJyAfvTEwh5RnKlAKGpdSYR7rMMMb-a/s6000/snl2.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOK2SQuBuFPjViYhIsyL096siT8bIwB9xXRzXIYyYylTDYHEJ5RhAghKpIceduhbnV3EacPssrt0kgy7fogXo45ZPX1faBX_d7RTBiGhDU3IFyr5OgnqPuAtR-Drx0avGOXD0FAqjseC-A5Nslu9vmSVPMhGmB_xJyAfvTEwh5RnKlAKGpdSYR7rMMMb-a/w640-h426/snl2.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs651w8OnxRuloaA50n5UwWIMVOD_DTkFVuE74_7mG-TjVm0kmuYMU1nFwUHfYNJXTc9koKaDgxWozLPCI4MZltLJrYRlstyh2jDKRlFO8Byy0v9NZjCWK7WLl2YwIA0X8u6Gs_04_aVuAUBvMsJZPVdqiEaNzFo4CoUhOLc2cL_elpJMSGYqWK_wuQtnx/s6000/snl4.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs651w8OnxRuloaA50n5UwWIMVOD_DTkFVuE74_7mG-TjVm0kmuYMU1nFwUHfYNJXTc9koKaDgxWozLPCI4MZltLJrYRlstyh2jDKRlFO8Byy0v9NZjCWK7WLl2YwIA0X8u6Gs_04_aVuAUBvMsJZPVdqiEaNzFo4CoUhOLc2cL_elpJMSGYqWK_wuQtnx/w640-h426/snl4.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">C'è un pino marittimo a Bordighera, ultracentenario, che poteva essere una delle perle di un progetto di valorizzazione dell'alberatura storica della Via Romana (comprensiva di un tratto anche in Vallecrosia), progetto di cui non si è saputo più nulla.<br />L'albero in questione, oggi forse non molto distinguibile per la successiva crescita lì vicino di qualche suo simile, si trova pressoché all'incrocio - una rotonda - della richiamata arteria con la strada per Vallebona, ma un tempo fiancheggiava i pilastri del cancello d'ingresso alla sovrastatante, ormai scomparsa, Villa Cappella, pilastri ancora visibili alla svolta degli anni Sessanta.<br />A fianco di quel pino veniva eretto a quel tempo - un po' prima, un po' dopo - il capannone dove veniva realizzato per la Battaglia di Fiori di Ventimiglia il carro della compagnia "I Galli del Villaggio", destinata a vincere molti concorsi, ma anche a vedere qualche sua opera squalificata perchè - a termini di regolamento - troppo grande. <br />Accorrevano in quei casi ad aiutare per infilzare con spilloni i garofani destinati a dare colore ai carri ragazzini della limitrofa - a ponente - regione Cabane, ma anche del complesso Gallinai, posto al lato di nord-est della zona, destinato in oggi ad essere assorbito in un'operazione edilizia ventilata da tempo, complesso meritevole per la sua pregressa storia di considerazioni a parte.<br />Dirigevano le operazioni adulti, alcuni di grande esperienza, anche di Vallecrosia, anche un affabile geometra di Ventimiglia, disegnatore delle figure dei carri.<br /></div><div> <p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzoa5_62NW8rsRtD33TOz1jdtDTeui3U5kIEea4-f7S26-r5y5Gi_X1WhGY1k5xA4r3SblnvAn8_pIghAzdqP2AsnkEGpPCDgIq-udsyJhyphenhyphene36DPZMPXjOzgzSI0kssOvCKvN2MTwd_1KQGC1vYyhMLmMb3_4t4ifd8Mx3RGRM5WGgDqJfXUo3JaKa4Kad/s1039/snl5.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1039" data-original-width="655" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzoa5_62NW8rsRtD33TOz1jdtDTeui3U5kIEea4-f7S26-r5y5Gi_X1WhGY1k5xA4r3SblnvAn8_pIghAzdqP2AsnkEGpPCDgIq-udsyJhyphenhyphene36DPZMPXjOzgzSI0kssOvCKvN2MTwd_1KQGC1vYyhMLmMb3_4t4ifd8Mx3RGRM5WGgDqJfXUo3JaKa4Kad/w404-h640/snl5.jpeg" width="404" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Tra questi chi - come testimonia una vecchia fotografia - si era fatto le ossa da giovane con una compagine, che aveva agito in una sola vecchia occasione, ma pur sempre operante nelle vicinanze.<br />Difficile sapere se in quegli operosi momenti qualcuno ricordasse che Villa Cappella, requisita dal regime fascista ad una vedova inglese, era pur stata durante la guerra sede di un reparto di SS tedesche, ma degli eventi bellici almeno un episodio uno di quegli attivisti si sarebbe ricordato tanti anni dopo, quello riguardante l'apparecchio da caccia statunitense che, colpito dalla contraerea, si era <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2022/10/di-aerei-e-di-colline-nella-zona.html" target="_blank">abbattutto</a> nella non lontana collina dei Mostaccini.<br /></div><div> <p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSSZfScBKXc7wvw8H0nmpnTdjk82iFNYkaupInOZwrpjPgphy8m_CnMBZaCSKRutNHcgbX5HuZPNZLt_JjSiFt3dkG2SpvOZyYCzUyt4e3Z6W_OBetuCBGMIyobGWj8OdsLPwgv-QYLFIZS_o1ygvLruEZI5XEwVG0hAcnqEnGC2FlLPNg5ywGsGKHysOs/s6000/snl6.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSSZfScBKXc7wvw8H0nmpnTdjk82iFNYkaupInOZwrpjPgphy8m_CnMBZaCSKRutNHcgbX5HuZPNZLt_JjSiFt3dkG2SpvOZyYCzUyt4e3Z6W_OBetuCBGMIyobGWj8OdsLPwgv-QYLFIZS_o1ygvLruEZI5XEwVG0hAcnqEnGC2FlLPNg5ywGsGKHysOs/w640-h426/snl6.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Sciamavano numerosissime le lucciole nel lato - di levante - di Via Romana adiacente l'orto giardino di Villa Pendice per la gioia dei già citati ragazzini dei Gallinai e di altri loro amici, tutti impegnati a giocare a nascondino: nei ricordi di tanti sembra che questo accadesse dopo la Battaglia di Fiori e le infiorate delle ringhiere del ponte Bigarella (scomparso per la copertura vastissima del torrente Borghetto) per la processione dedicata a Sant'Antonio da Padova, quindi a giugno inoltrato, mentre più di recente chi ha avuto la <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2019/06/le-luci-che-annunciano-lestate.html" target="_blank">fortuna</a> di ammirare nel ponente ligure i piccoli luminosi messaggeri ne sottolinea una precoce apparizione, ma forse potrebbe trattarsi di un fenomeno come quello che riguarda la fioritura delle jacarande, vale a dire conseguenze di un anticipo di calura estiva.<br /></div><div><br /><b>Adriano Maini</b><br /><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-66815647631110290652024-01-23T17:29:00.007+01:002024-01-24T08:49:28.070+01:00Un'altra spedizione via mare che si concluse positivamente a Montecarlo<div><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH8nGuvIWbSVK0NHj1lW7byLFSzrBCKXPK9MzsD6Gin1G1WusKT8VCrSLDiaDkRU3m1f0F9xlvvz0qTY96kVyFImRtz_TmUKYvW9GuLg9C8WBmZWeiHW-7IfnxBi1Q5eAnXG_JT1Dn5Xt2nXcn5AMLYMsu3P_V3ND9poecqFI9KWU6Cz_RHjzUNDvNgtNc/s6000/gs1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH8nGuvIWbSVK0NHj1lW7byLFSzrBCKXPK9MzsD6Gin1G1WusKT8VCrSLDiaDkRU3m1f0F9xlvvz0qTY96kVyFImRtz_TmUKYvW9GuLg9C8WBmZWeiHW-7IfnxBi1Q5eAnXG_JT1Dn5Xt2nXcn5AMLYMsu3P_V3ND9poecqFI9KWU6Cz_RHjzUNDvNgtNc/w640-h426/gs1.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi una parte dell'area è occupata da Giardini Pubblici con la dotazione di giochi per bambini, ma per diversi mesi del 1944 in quell'angolo di Vallecrosia fu in triste funzione un <a href="https://gsvri.blogspot.com/2020/05/il-campo-di-transito-di-vallecrosia.html" target="_blank">campo</a> di transito per ebrei e prigionieri politici, come ricordano una piccola targa ed una stele: contrappasso della storia.<br /></div><div style="text-align: left;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGKj8D2epSgc9OUobjtArbhh1OvCvER4uJBz7tUXJNMOQFvSyCW6Wa1YhEIUEoXI04IxJ4-x9FYQiEWR9-OZoGWcQ9dqO2dCZKLIBxxcc4QgH2V2KMViLUTSUxUGC1nLYauoTjGOKPGrKR7C3mX1aEjJvVqjbTFhssUBSOK4Vona0ewipol3DtV6ubUaxf/s2976/gs2.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGKj8D2epSgc9OUobjtArbhh1OvCvER4uJBz7tUXJNMOQFvSyCW6Wa1YhEIUEoXI04IxJ4-x9FYQiEWR9-OZoGWcQ9dqO2dCZKLIBxxcc4QgH2V2KMViLUTSUxUGC1nLYauoTjGOKPGrKR7C3mX1aEjJvVqjbTFhssUBSOK4Vona0ewipol3DtV6ubUaxf/w426-h640/gs2.JPG" width="426" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">C'è una casa a Marina San Giuseppe di Ventimiglia dove morì per un colpo di grazia procurato dalla pistola di un marinaio tedesco per ordine di un suo superiore il capitano Gino <a href="https://gsvri.blogspot.com/2022/10/punzi-rivela-di-muoversi-oltreconfine.html" target="_blank">Punzi</a>, già agonizzante per un fendente di ascia infertogli nella notte tra il 4 ed il 5 gennaio 1945 da un pescatore contrabbandiere rivelatosi un traditore. Punzi, quale agente dell'Oss statunitense, si trovava in quell'abitazione in attesa dell'inquilino, un altro pescatore contrabbandiere, che collaborava attivamente nella tessitura di una rete antifascista con gli alleati, ma che, tornato in ritardo, venne catturato dai nazisti insieme ad un compagno di avventura - mentre un altro sodale veniva nell'occasione falcidiato - entrando così in un vortice di drammatiche vicende.<br /></div></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WNCs6rlMeMYZGQnVWbSyw7SQZfHFyfhXFVB4kMIlbYRqmi2RCzOlG2EWB2dpUdsUHrjGxk35alE3ndRyruenJUbHodl6ge7x5mjX8PAHdXzWdoYDrDlzzlh_MzxViZx_VT83gHm4fPsADQgLP6g55yFridhzXxcYwplh5ntZNuyMepxyBpx4MhFNUoUw/s6000/gs3.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WNCs6rlMeMYZGQnVWbSyw7SQZfHFyfhXFVB4kMIlbYRqmi2RCzOlG2EWB2dpUdsUHrjGxk35alE3ndRyruenJUbHodl6ge7x5mjX8PAHdXzWdoYDrDlzzlh_MzxViZx_VT83gHm4fPsADQgLP6g55yFridhzXxcYwplh5ntZNuyMepxyBpx4MhFNUoUw/w640-h426/gs3.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinY5ogTvlCF0Gcwb6i2Du2XZujYMsLDwq6pMzYGvDRFB6R7I5d5oPNaW-wzKYFIACxRk6y8DrbG8qHUB_VLXJ_hUa1ME2ODk-Z36BUd4Oq1qj99QXwtUM-Xqon1FffUeeoaEBoc7QcZeFzT4GPOf79pVVoc6u0EbzdsogCS1oQLSonIhBXQEl_6kEV8Mol/s6000/gs4.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinY5ogTvlCF0Gcwb6i2Du2XZujYMsLDwq6pMzYGvDRFB6R7I5d5oPNaW-wzKYFIACxRk6y8DrbG8qHUB_VLXJ_hUa1ME2ODk-Z36BUd4Oq1qj99QXwtUM-Xqon1FffUeeoaEBoc7QcZeFzT4GPOf79pVVoc6u0EbzdsogCS1oQLSonIhBXQEl_6kEV8Mol/w640-h426/gs4.JPG" width="640" /></a></div><br />C'è una località a Camporosso Mare dove in tempi normali abitava Alberto "Nino" Biancheri, che da casa sua passò poco prima di Natale del 1944 per dare il suo contributo alla missione Bentley e per l'ultima volta nella notte tra il 6 e il 7 gennaio 1945 con alcuni compagni - per lo più del Gruppo <a href="https://gsvri.blogspot.com/2022/08/quattro-viaggi-via-mare-fra-ventimiglia.html" target="_blank">Sbarchi</a> Vallecrosia - dell'avventura che si doveva concludere con l'arrivo tra i partigiani della I^ Zona Liguria del mentovato ufficiale britannico di collegamento, ma che vide tra gli ulteriori epiloghi anche la morte di "Nino".<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIx5-2RByIoNtmMv0BleF1u8LjdAFyzw0zlecmd2jremX-ZeIx2n7SkxWtQrwc3VVBeb4Tv0e9pNSGKafY5ucnf342dPw-Br2YIMpOgDGTF_SZ5q5eMYsnSZ9qFgLwgH7bQzYBWeT0U3W85nARIj-uTU3LYYz6oRb0uiV75ZkfesefF118-cq6sOzT9-Ri/s6000/gs5.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIx5-2RByIoNtmMv0BleF1u8LjdAFyzw0zlecmd2jremX-ZeIx2n7SkxWtQrwc3VVBeb4Tv0e9pNSGKafY5ucnf342dPw-Br2YIMpOgDGTF_SZ5q5eMYsnSZ9qFgLwgH7bQzYBWeT0U3W85nARIj-uTU3LYYz6oRb0uiV75ZkfesefF118-cq6sOzT9-Ri/w640-h426/gs5.JPG" width="640" /></a></div><br />A fianco del macello in riva al mare a Vallecrosia c'era la postazione di una squadra di bersaglieri della Repubblica Sociale, comandati dal sergente <a href="https://gsvri.blogspot.com/2015/03/bersaglieri-e-resistenza-nel-ponente.html" target="_blank">Bertelli</a>, bersaglieri che aiutarono le operazioni clandestine dei partigiani del Gruppo Sbarchi.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3c__p1tvi_c7Cns07c-rtju68tGsD9jGad9qg_7zlw2ZD2RL4ZMMZ0Ul8q8BpuqfzCoKCegmcCb1fA39LFFPGVlgMir3IgE5ZuZYKn9H4nLDDvWK_byj5fFLFtT2o2AB67Uft_Ugn0jEXbnFqb2BZ4ENbvFw19u62EzCFUtk2Wy5AgwiwP7U6Ov7hS8p1/s2976/gs6.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3c__p1tvi_c7Cns07c-rtju68tGsD9jGad9qg_7zlw2ZD2RL4ZMMZ0Ul8q8BpuqfzCoKCegmcCb1fA39LFFPGVlgMir3IgE5ZuZYKn9H4nLDDvWK_byj5fFLFtT2o2AB67Uft_Ugn0jEXbnFqb2BZ4ENbvFw19u62EzCFUtk2Wy5AgwiwP7U6Ov7hS8p1/w640-h426/gs6.JPG" width="640" /></a></div><br />C'è una casa a Vallecrosia, un po' decentrata rispetto alla strada - che non è la principale - ma una casa pur sempre visibile. La madre del sapista Achille Lamberti a metà marzo 1945 aveva appeso sulla terrazza ad asciugare i cappotti dei due <a href="https://gsvri.blogspot.com/2023/09/sono-dunque-costretti-rinunciare-al.html" target="_blank">ufficiali</a> inglesi, che da più di un anno si aggiravano - aiutati soprattutto da Beppe Porcheddu - clandestini in zona e che erano caduti in mare a causa dell'avaria (per loro non era la prima volta!) della barca che, condotta da partigiani del Gruppo Sbarchi, doveva portarli tra le linee alleate: un vicino avvisò il figlio della signora, che rimediò prontamente al pericolo incombente e che pochi giorni dopo guidò un'altra spedizione via mare che si concluse positivamente a Montecarlo, sbarcando anche altri tre militari alleati.<br /></div><div><br /></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1xjVYuk1Yn0FwHSn_db9SOGIGqBIjrXDnlJt6cCdL2KyULtOpNWej_8ilU2cn6uVyrvc5-W_YQt3fm_sP1JUaWr4V-xGoQTX09NwvmPkc7j29U1ef-pBCS8reG9NZJFDwnn_W6bYCEQ-V75u6uB_oUjTYWHKtuameIa1HuYz1AePjCHC4weVP1SNld2RX/s2976/gs7.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1xjVYuk1Yn0FwHSn_db9SOGIGqBIjrXDnlJt6cCdL2KyULtOpNWej_8ilU2cn6uVyrvc5-W_YQt3fm_sP1JUaWr4V-xGoQTX09NwvmPkc7j29U1ef-pBCS8reG9NZJFDwnn_W6bYCEQ-V75u6uB_oUjTYWHKtuameIa1HuYz1AePjCHC4weVP1SNld2RX/w426-h640/gs7.JPG" width="426" /></a></div><br />C'è una casa non lontana dalla stazione ferroviaria di Bordighera, affacciata sulla via che porta adesso il loro nome, che è della famiglia dei <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/05/17/i-lilo-avevano-agganciato-i-bersaglieri-che-erano-passati-dalla-nostra-parte/" target="_blank">fratelli</a> Biancheri, Ettore e Nino, che per primi avvicinarono ai resistenti locali i bersaglieri del sergente Bertelli, i quali, traditi da più persone, incapparono in un rastrellamento che portò alla loro fucilazione nei pressi di Forte San Paolo di Ventimiglia il 21 marzo 1945.<br /></div><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_mHA7JC1FtSsTe5EbGaiNi8k-wcmWDVQJacfTgcWGmLQ_M_AlG55AazvvUxWNyNV2bHM3xa2B-1ceXlssgonh_o5VUSRSHGRpgAPRBO94JzeytUZuvEWeaiU28-6x9CIeVLbbtXGZ19r-r0vth9AcF5gpeFhHTTT5GNmhyphenhyphenWUA1I77ZezkhQ54Dkh2IKd1/s2349/gs8.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1533" data-original-width="2349" height="418" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_mHA7JC1FtSsTe5EbGaiNi8k-wcmWDVQJacfTgcWGmLQ_M_AlG55AazvvUxWNyNV2bHM3xa2B-1ceXlssgonh_o5VUSRSHGRpgAPRBO94JzeytUZuvEWeaiU28-6x9CIeVLbbtXGZ19r-r0vth9AcF5gpeFhHTTT5GNmhyphenhyphenWUA1I77ZezkhQ54Dkh2IKd1/w640-h418/gs8.JPG" width="640" /></a></div><br />C'è una casa a Vallecrosia, quasi al confine con Bordighera e con la zona Rattaconigli, sulla cui spiaggia minata a volte rientravano dalle missioni i partigiani del Gruppo Sbarchi guidati da "Gireu" Marcenaro, il quale era sceso una volta per tutte dalla montagna, ma da dove in precedenza si era avvicinato di sicuro alla costa almeno una volta per appurare se il fratello minore Sergio, tredicenne, se la sentiva - come in effetti avvenne - di fare la staffetta: verso la fine della guerra Vallecrosia era poco presidiata dai nazifascisti per cui, dopo che le brigate nere erano già passate da quell'abitazione a strapazzare genitori e fratelli, "Gireu" talvolta la usava per ulteriori abboccamenti clandestini.<br /></div></div><div style="text-align: left;"><br /><b>Adriano Maini</b><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-40422984087092847062024-01-04T13:15:00.010+01:002024-01-08T12:41:05.705+01:00Francesco Biamonti svolse la sua relazione in un'afosa serra a mezza collina in Ospedaletti<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtL_gbxcr6f5pzZecaZi166pDzpyDilcl70cBtQBIIdRsB_nxKvZZZ8F8u6AwYb7rylewqt9FxdF8OOROLSxeMfprXn1pRkxtOdsyYw_mYqm946M0EE5tuBBEBcX4fLfW3pUIIcPYbvzB8BfGis58u3Eobz1Rn8xfPLoIIWHGjab0i2x27pW7dTeYpmXYt/s6000/23_nov28%20(188).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtL_gbxcr6f5pzZecaZi166pDzpyDilcl70cBtQBIIdRsB_nxKvZZZ8F8u6AwYb7rylewqt9FxdF8OOROLSxeMfprXn1pRkxtOdsyYw_mYqm946M0EE5tuBBEBcX4fLfW3pUIIcPYbvzB8BfGis58u3Eobz1Rn8xfPLoIIWHGjab0i2x27pW7dTeYpmXYt/w640-h426/23_nov28%20(188).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ospedaletti (IM)<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">La sede del Partito comunista ad Imperia era in Via Repubblica quando segretario provinciale della F.G.C.I., la Federazione Giovanile Comunista, era Lorenzo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/10/lunione-culturale-democratica-di.html" target="_blank">Muratore</a>. Lorenzo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/03/tutti-alle-17-in-piazza-dante.html" target="_blank">Trucchi </a>ha ben vivo il ricordo di quando, nei primi anni Sessanta, da Ventimiglia si misero in auto, una scassata utilitaria, per una assemblea che si svolgeva nel capoluogo lui, l'altro <a href="http://www.attimpuri.it/2015/04/azioni/la-lingua-nei-fanciulli-di-sabbia-di-lorenzo-muratore-di-marino-magliani/" target="_blank">Lorenzo</a>, Angelo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2022/11/la-giuria-premiera-il-ventunenne-angelo.html" target="_blank">Oliva</a> ed un quarto giovanotto, che fece poi carriera a Roma, allontanandosi forse dalla politica, ma rimanendo sempre in contatto con Giorgio<a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/09/se-vuoi-ci-vengo-anche-tutti-i-giorni.html" target="_blank"> Loreti</a>.<br />Erano tutti - i ragazzi cui sin qui si è accennato - amici di Francesco <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/01/contrabbandiere-di-parole-nei-cieli-di.html" target="_blank">Biamonti</a>, che non era ancora lo scrittore oggi ben noto, anche se qualche suo breve <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/02/serenita-tra-i-fiori.html" target="_blank">scritto</a> era già apparso. Così come era avvenuto per Angelo Oliva, il quale subito dopo si sarebbe cimentato in ben altro genere di carte e di esperienze, ma di cui - sottolineatura di quanto si è appena detto - è stato di recente pubblicato a cura dell'Unione <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/11/collezione-effimera-di-colori-mostra.html" target="_blank">Culturale</a> di Bordighera il racconto "Una grossa porcheria" in un opuscolo corredato da affettuose memorie di persone che lo avevano conosciuto bene.<br />Il viaggio citato probabilmente coincise con il congresso in cui venne eletto segretario provinciale della F.G.C.I. Mauro <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/10/il-compagno-portuale-mi-conosceva-come.html" target="_blank">Torelli</a>, futuro segretario provinciale del PCI e deputato, che nel suo libro di memorie politiche avrebbe dedicato righe intense non solo ai compagni di partito Trucchi (il curriculum di questo Lorenzo vede in ordine di tempo le cariche di segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia, segretario provinciale della C.G.I.L., consigliere regionale) e Muratore (assente o quasi, stranamente, Angelo Oliva, ma il ruolo "agli esteri" di quest'ultimo lo tenne sempre per i rapporti ufficiali lontano da questa Riviera), ma anche - per gli impegni culturali e sociali degli anni Sessanta - ai socialisti Loreti e Biamonti. <br />Giorgio Loreti era attivamente impegnato nell'Unione Culturale Democratica di Bordighera, ma anche, in Sanremo nella Federazione Giovanile del PSI, con altri giovani, tutti incoraggiati da <a href="https://www.sanremostoria.it/it/personaggi-illustri/sindaci-benemeriti/334-adolfo-siffredi.html" target="_blank">Adolfo Siffredi</a>, patriota antifascista (<a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2023/07/non-appena-la-banda-dei-partigiani-ebbe.html" target="_blank">Fifo</a>), che era stato il primo sindaco di Sanremo alla Liberazione. Loreti era molto preso in particolare dal redigere bollettini di informazione, tutti rigorosamente stampati a ciclostile, così da poter anche stampare in un'occasione i complimenti e le esortazioni a proseguire sulla strada imboccata, ricevuti dall'ex comandante partigiano <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2019/12/vito-perallo-19-marzo-1944.html" target="_blank">Vitò</a>.<br />Francesco Biamonti fu brevemente segretario provinciale del Partito socialista, quando la sede del PSI era in via Foce ad Imperia. Il suo discorso di commiato dalla carica venne sviluppato in un congresso che si tenne in un'afosa serra a mezza collina in Ospedaletti: fece un discorso dall'ampio respiro, molto colto, pressoché inusuale per gli astanti, cui minimamente poté competere per qualità quello di un insegnante di musica di Pieve di Teco.<br />Poco prima, allo svolta degli anni Sessanta, giovani democristiani di Ventimiglia, tutti universitari, si attrezzavano per le loro carriere professionali e politiche a venire in... feste danzanti - a capodanno indossando in genere berretti da goliardi -, intrattenimenti vari, pranzi e cene da post-sciate, escursioni in campagna, cacce al tesoro e così via, non disdegnando di accompagnarsi a veri figli e figlie del popolo. <br />Alla svolta successiva, quella degli anni Settanta, usciva da una tipografia un periodico progressista, alla cui redazione partecipava almeno un dirigente locale democristiano, un altro amico di Francesco Biamonti, lo stesso che a gennaio 1973 insieme al Presidente Provinciale ACLI - anche questi abitante nella città di confine - si sarebbe dato molto da fare - insieme ad attivisti comunisti, socialisti ed indipendenti - per la buona riuscita della Marcia per la Pace in Vietnam, da Ventimiglia a Bordighera. Quella pubblicazione portava il nome di "La Goccia" e vedeva tra i suoi redattori anche il parroco di Airole: forse, risentiva di un clima particolare, contrassegnato anche un po' prima dalla presenza attiva tra Ventimiglia e Vallecrosia di preti e diaconi, nonché di una sorta di missionari laici, tutti impegnati nel sociale e tutti (o quasi) venuti da fuori, a titolo di paradigma chi dalla Lombardia, chi dalla Toscana, dei quali pochi ricordano qualcosa, se non una certa definizione riferita ad alcuni di loro, non si sa più se amichevole o irriverente, di "preti comunisti".<br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-6851211980693142382023-12-27T07:42:00.003+01:002023-12-27T07:43:32.361+01:00Villa Azzurra<div><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_OPL2cgbriYoYeuNlx-xJC4RBIvA52xD9iSmLM1cfx4WgQycHRawMukFkyCssjcYJcPdCY90mZgv6LXCmaPgYVx-_lw5vlvHN-VF8QiKVCVCOot5AEE2E549oaO-fffykEZvpCVFVlzEv-gmGJsiKZLcG2F_XxnbOM54NJvi1kHCjL7ZF_lBZghxcls-q/s2976/23_nov16%20(52).JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_OPL2cgbriYoYeuNlx-xJC4RBIvA52xD9iSmLM1cfx4WgQycHRawMukFkyCssjcYJcPdCY90mZgv6LXCmaPgYVx-_lw5vlvHN-VF8QiKVCVCOot5AEE2E549oaO-fffykEZvpCVFVlzEv-gmGJsiKZLcG2F_XxnbOM54NJvi1kHCjL7ZF_lBZghxcls-q/w640-h426/23_nov16%20(52).JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOyvFzXGJaz0ar_QWOZzcvnWw3JY8_NGfCvCTpY8cPeCKBuIWvDU0B75f18Lf_bv3e4nF8AHoBFLt52cxtIG0Foh1Cw4wAinKouv27qWKTVEiRBbGEWCu6mH1QE7eMXJnTO64a_AdeNw1GIMtIVlDEeIPh0AvhPNbxtthtzf4h45Q7TKFmWYzAbwXpWFUr/s2976/17_giu12%20(58).JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOyvFzXGJaz0ar_QWOZzcvnWw3JY8_NGfCvCTpY8cPeCKBuIWvDU0B75f18Lf_bv3e4nF8AHoBFLt52cxtIG0Foh1Cw4wAinKouv27qWKTVEiRBbGEWCu6mH1QE7eMXJnTO64a_AdeNw1GIMtIVlDEeIPh0AvhPNbxtthtzf4h45Q7TKFmWYzAbwXpWFUr/w640-h426/17_giu12%20(58).JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">"Via del Campo c'è una graziosa / Gli occhi grandi color di foglia / Tutta notte sta sulla soglia / Vende a tutti la stessa rosa" così cantava Fabrizio De André in una sua memorabile canzone.<br />"Via Palazzo" era invece un tempo un'espressione quasi in codice per indicare le stesse "avventure" in quel di Sanremo.<br />Un po' come dire "Rue de France" per Nizza.<br />Invece, con buona pace del nostro beneamato cantautore l'avviso in gergo riguardante Genova era "Via Pre'".<br />"Villa Azzurra" a Ventimiglia era una denominazione che, decifrata, portava ad una specifica situazione locale di quelle eliminate dalla Legge Merlin. Rievocata, inoltre, nel romanzo "Il conformista" di Alberto Moravia.<br />Le cronache dei giornali da allora ad oggi si sono, tuttavia, sin troppo occupate di scoperte di case clandestine di appuntamenti nella città di confine.<br />Villa Azzurra rimane ancora - si dice - con altro nome e con altra destinazione in Via Asse. <br />Sussistono ancora due aspetti da sottolineare: che quasi nessuno sa più con precisione quale sia l'edificio incriminato e che la zona - in Via Asse di levante -, la quale a palmi, più o meno memorizzati i discorsi dei vecchi, si può raffigurare come ubicazione della casa in questione, è oggi una delle più brutte di Ventimiglia. Nonostante la prossimità ad un antico mulino ben restaurato ed il fatto che leggermente più a ponente in quella stradina permanga qualche traccia di un'antica bellezza - muri in pietra, intonaci liguri caratteristici, fiori, piante - di quando tutto era campagna coltivata.<br /></div><div><br /><b>Adriano Maini</b><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-14819950993316545562023-12-25T11:31:00.015+01:002023-12-25T17:30:29.349+01:00Reganta<div><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqQFsNU3WGKL34qEyYj7I-h1YtOpQxmff5X4nKtVJpcHPIoQX0qbcrb21JsZA8NqRQkMLVTi9BlXkmcdDrDdUWgZrPOW51Gt1KRSAiyx1l9OdsurgZ2FIZqsb6RKsQ9NuyvF4K6sDQxKIBHY9BYXZbrX9_rHOeBfGwJgKzWEw6fPkN-sbtR9mPQT25_l3z/s6000/rgt1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqQFsNU3WGKL34qEyYj7I-h1YtOpQxmff5X4nKtVJpcHPIoQX0qbcrb21JsZA8NqRQkMLVTi9BlXkmcdDrDdUWgZrPOW51Gt1KRSAiyx1l9OdsurgZ2FIZqsb6RKsQ9NuyvF4K6sDQxKIBHY9BYXZbrX9_rHOeBfGwJgKzWEw6fPkN-sbtR9mPQT25_l3z/w640-h426/rgt1.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Dove sorge in Lungomare Varaldo - incrocio con Via alla Spiaggia - zona Nervia di Ventimiglia un pubblico esercizio, c'era più o meno dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso una piccola costruzione quasi tutta in legno adibita a bar, meta d'estate di tanti bagnanti - compresi ragazzi del luogo -, ancora ricordata per il pane rustico farcito di pomodoro ed altri sapori (pan bagnau, puntualizzerebbe qualche pignolo; qualche altro tipo meticoloso sottolineerebbe la non grande igiene praticata, ma verrebbe subito zittito per la delizia di quelle merende). <br />Risuonano ancora da quel sito storie, alcune tremende, di pescatori contrabbandieri. <br /><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNsguxAGyeBJgTs8071XIWqoFT0QTrAKKCiV73gDImNTnXOzZdBh7wtA7FvvOBnbxmGPk_dIN7ggcRAzsrD1YBt3hDRdRxDmMWdk4uv37MSgqHNifx3G4NR5kBerbrfQzG3zcy68o-ikacxd1MgJJQD0b9ofWr3HPH9dZ4Ud3S81FaPp8l3izKengByBZe/s6000/rgt2.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNsguxAGyeBJgTs8071XIWqoFT0QTrAKKCiV73gDImNTnXOzZdBh7wtA7FvvOBnbxmGPk_dIN7ggcRAzsrD1YBt3hDRdRxDmMWdk4uv37MSgqHNifx3G4NR5kBerbrfQzG3zcy68o-ikacxd1MgJJQD0b9ofWr3HPH9dZ4Ud3S81FaPp8l3izKengByBZe/w640-h426/rgt2.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Davanti c'era uno stretto sterrato - spesso chiuso a ponente con catene sì da renderlo in pratica un semplice accesso pedonale - che sbatteva un po' più in là contro campagne e spiagge sassose dove si disperdeva ben prima di incrociare il torrente eponimo della regione.<br />Il fatto è che in tanti racconti quel ritrovo viene definito come baracca. Ma Baracca e Baracchetta sono termini spesso usati in senso quasi orgoglioso, tanto è vero che si sono anche visti locali - alcuni in muratura - con quel nome.<br /></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKGya-B2mDcJ5zYuvf9JqbEODJ8p0Dg5kzbREfmOSJD059rBjlqe1KUUqIF_98fuGk-JabuRFNA6Y8tuaftLceYdez1-gN_bSRSW2hsxNAWE94NzwwuOkmdX-0K4wug-_tQbPdfnlsMMUBr4g_9z_nY5Ldh1Wg8SajV3TwWeWgIhfhyphenhyphenk8Z3DZLEnFajIbP/s6000/rgt3.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKGya-B2mDcJ5zYuvf9JqbEODJ8p0Dg5kzbREfmOSJD059rBjlqe1KUUqIF_98fuGk-JabuRFNA6Y8tuaftLceYdez1-gN_bSRSW2hsxNAWE94NzwwuOkmdX-0K4wug-_tQbPdfnlsMMUBr4g_9z_nY5Ldh1Wg8SajV3TwWeWgIhfhyphenhyphenk8Z3DZLEnFajIbP/w640-h426/rgt3.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Su di un altro Lungomare, quello Argentina di Bordighera, si registrava una situazione quasi analoga, con una piccola capanna, poco più di una bancarella da mercante ambulante, miniera nella stagione balneare di mitici ghiaccioli per tante ragazzine e per tanti ragazzini. La denominazione era <i>Caminito</i> dato che il proprietario, un tipo mingherlino tutto nervi, grande attivista del partito comunista, amava esibirsi - per la legge del contrappasso! - in prodezze canore, soprattutto con la gran bella canzone tangüera resa immortale da Carlos <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2019/10/leco-di-gardel-nel-ponente-ligure.html" target="_blank">Gardel</a>. Non molto lontano, a Nervia di Ventimiglia, più o meno per gli stessi motivi un musicista amatoriale era stato ribattezzato <i>Rosamunda</i>. Si usava così, allora. <br /><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSwHxayU-z-oYPLSFK9JJ35Y9kq-i2wTXrJp8O8kyC_cPosYFZxhnR3jgOWdacuI4ilvzvj29WTVVsnwitITuDJfDubNMyWn3qnBCVWB62Uh-wU7A7fzxTEit94pOFoDFNSK1BzfaljFGgtRyIN3QfKAiAyVtoDLy7ZsjJTYZOf05pwsDbYJ09VWR0kX0q/s6000/rgt5.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSwHxayU-z-oYPLSFK9JJ35Y9kq-i2wTXrJp8O8kyC_cPosYFZxhnR3jgOWdacuI4ilvzvj29WTVVsnwitITuDJfDubNMyWn3qnBCVWB62Uh-wU7A7fzxTEit94pOFoDFNSK1BzfaljFGgtRyIN3QfKAiAyVtoDLy7ZsjJTYZOf05pwsDbYJ09VWR0kX0q/w640-h426/rgt5.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8RbhMydLPKtaicSwlVXxXvgB5Rz3ikDeWL9Rf27axd9YgFPfGmizvMtQo9Uar_rQ4ovgrw1TEWJjNHox_rZvYsWK1lRvy8MX3MSX27CUvr4SXu70RmSjloYWTuRp-7MC12lx-8oM5oMnaRWRJlEHzZfjrily9I3DUNCkDxonVpbvtqfpwc96X7RtnXYZo/s6000/rgt5.1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8RbhMydLPKtaicSwlVXxXvgB5Rz3ikDeWL9Rf27axd9YgFPfGmizvMtQo9Uar_rQ4ovgrw1TEWJjNHox_rZvYsWK1lRvy8MX3MSX27CUvr4SXu70RmSjloYWTuRp-7MC12lx-8oM5oMnaRWRJlEHzZfjrily9I3DUNCkDxonVpbvtqfpwc96X7RtnXYZo/w640-h426/rgt5.1.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Tornando agli episodi di Bordighera occorre precisare che anche da quelle parti c'era uno sterrato, ancora più martoriato di quello di Ventimiglia, ma che iniziava almeno ad un centinaio di metri di distanza, in direzione ponente, verso il torrente Borghetto, in quel punto non ancora valicato da un ponte pedonale. E che si presenta in termini sostitutivi una sorta di casetta araba, adorna qua e là di piastrelle azzurre, sede sino a poco addietro di un ristorante dall'insegna singolare, allo stato attuale più un ritrovo musicale. <br /><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjeaDJCbsUHRQe0fllfBZHUT48cyZTRl0jtkPpsekZm_ZazHwRGgOQT7Wx5dmEQaPU962tagsQ-CWbOLek-nLwGNcS8A5XlfSbKRhhN1Yw3P4WRpjy9IIeNPgpDjvj0xth7COM1LecUCilKZnKT-zHuJcLnBUqdBT2GK9j5tIcGDoAP3I9PNDlY-MaChim/s6000/rgt4.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjeaDJCbsUHRQe0fllfBZHUT48cyZTRl0jtkPpsekZm_ZazHwRGgOQT7Wx5dmEQaPU962tagsQ-CWbOLek-nLwGNcS8A5XlfSbKRhhN1Yw3P4WRpjy9IIeNPgpDjvj0xth7COM1LecUCilKZnKT-zHuJcLnBUqdBT2GK9j5tIcGDoAP3I9PNDlY-MaChim/w640-h426/rgt4.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma <i>Caminito</i> è tornato in mente ripensando ad un buffo equivoco avvenuto proprio là davanti. Una ragazza in monopattino si fermava per consentire una fotografia, ma il fotografo aveva atteso, invece, di poter riprendere la brava <i>sportiva</i> in azione. Indugi del momento e scatti ritrovati in archivio - come si <a href="https://mainiadriano.blogspot.com/2023/12/certe-idee.html" target="_blank">racconta</a> anche in altro blog - hanno fatto il resto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht6QNIICt4Xp0O04IAezmdeLvL2icahdMaqX0YfGsWAPQ0yVxhyphenhyphenfBrRot2PIlP5sXiLKtLYuO9kqx71PGDZWpX9aqdnjxBDlzuDDctYlKYQNk6b-zw58-8JNr2OdJCiU2-ADK1dh37N-tsPN1GjPeh5_5zhkfV99llVbJMYWC9aIHqiDPcDiveWJDW6QFh/s2003/rgt9.3.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1131" data-original-width="2003" height="362" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht6QNIICt4Xp0O04IAezmdeLvL2icahdMaqX0YfGsWAPQ0yVxhyphenhyphenfBrRot2PIlP5sXiLKtLYuO9kqx71PGDZWpX9aqdnjxBDlzuDDctYlKYQNk6b-zw58-8JNr2OdJCiU2-ADK1dh37N-tsPN1GjPeh5_5zhkfV99llVbJMYWC9aIHqiDPcDiveWJDW6QFh/w640-h362/rgt9.3.JPG" width="640" /></a></div><br />Non si può parlare di stabilimenti balneari situati sul litorale da
Bordighera al confine con la Francia, perché sono sin troppi, ma di
alcuni casi della vita riguardanti strutture similari forse sì. </div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoc5cdri56yTiGeI9-twgAt4ofl2OctzoUlybdtf9jDv16rDC5mVPV7EIdh3G79q0kK5VSCD8xQz5KHPMqsJNg4BmHlfevafSh-Y8TNA60CKq8Rc1YiMfZaiFcLo_H1TBrv4KIGOV-7s0Ofqyo_eyJ-Q8IheOFTY4_tn-IYzkM-yn_J_M0pJPOOIZ7JB1X/s3008/rgt6.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoc5cdri56yTiGeI9-twgAt4ofl2OctzoUlybdtf9jDv16rDC5mVPV7EIdh3G79q0kK5VSCD8xQz5KHPMqsJNg4BmHlfevafSh-Y8TNA60CKq8Rc1YiMfZaiFcLo_H1TBrv4KIGOV-7s0Ofqyo_eyJ-Q8IheOFTY4_tn-IYzkM-yn_J_M0pJPOOIZ7JB1X/w640-h426/rgt6.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVN5E8GtWmNjrfUDNnt4yT0IxrFauRxU3ywHf_Cu8diNSpjtH4s9MnY9EuvNwc6wxGatrLsa1DNyZAQx3hC5R0O7ziZWIr78G_L3f9gMKYmlooZ5rlBcG6Hvd4YpqJXUeSDx5L5GJyL6RLbZCLkUaLP5rBtQdC63s5poTiYhKHAOyE7jpK-MUjCB76Nsng/s3008/rgt6.1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVN5E8GtWmNjrfUDNnt4yT0IxrFauRxU3ywHf_Cu8diNSpjtH4s9MnY9EuvNwc6wxGatrLsa1DNyZAQx3hC5R0O7ziZWIr78G_L3f9gMKYmlooZ5rlBcG6Hvd4YpqJXUeSDx5L5GJyL6RLbZCLkUaLP5rBtQdC63s5poTiYhKHAOyE7jpK-MUjCB76Nsng/w640-h426/rgt6.1.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Mitica, ad esempio, la costruzione di una casetta - ritenuta abusiva! - su di un terreno del principe di Monaco - si è ormai vicini alla frontiera! - affacciato su di una spiaggia invasa in permanenza da alghe trascinate dalle onde: una vicenda approdata anche sugli schermi televisivi nazionali. Poco lontano, dove la costa improvvisamente si alza quasi a picco, rimase a lungo incagliato a prua in su il relitto arrugginito di una piccola nave dallo scafo dipinto di rosso.<br /></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgspOOi_d2iXlIU6VCQQRHjXCoS3vCV4li5y-MRXGfuCSR0cwz5w2URm_u5O8zTTHYvV3JFeEh2HZUXfcQoEdncZZKJD9y_tv7PufybiNnkpH17h9DWtfIW3mEreLlX1PcaLuyY924opIVpc6Q4aYFqgMf5ynCVkSwFXsyO0nHJ_p41Pa0fJbl4CzexBuap/s2976/rgt7.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgspOOi_d2iXlIU6VCQQRHjXCoS3vCV4li5y-MRXGfuCSR0cwz5w2URm_u5O8zTTHYvV3JFeEh2HZUXfcQoEdncZZKJD9y_tv7PufybiNnkpH17h9DWtfIW3mEreLlX1PcaLuyY924opIVpc6Q4aYFqgMf5ynCVkSwFXsyO0nHJ_p41Pa0fJbl4CzexBuap/w640-h426/rgt7.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Poco a ponente della Frazione Latte di Ventimiglia, vicino a Punta di Begliamino, una serie di baracche, nel tempo dotate di molti elementi di conforto così da apparire se non villette in miniatura almeno appropriati bungalow, ebbero l'iniziale funzione di ricoveri per barche di pescatori dilettanti. Si aggiravano laggiù persone già <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/11/ce-una-torre-nella-piana-di-latte.html" target="_blank">menzionate</a> su questo blog, alle quali nell'occasione va aggiunto uno dei proprietari, valente pescatore, <i>Reganta</i> (rema!), così a volte, dal suo tipico intercalare, chiamato dagli interlocutori più stretti, un uomo che apriva il suo magazzino di Mortola a memorabili cene dove si comsumavano in abbondondanza le sue bottiglie di vino, in un libro, tuttavia, segnalato fugacemente con il vero soprannome dialettale da <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/07/sulla-costa-nella-zona-di-passable-cera.html" target="_blank">Arturo Viale</a>, che se lo ricorda solo perché fornitore della vecchia locanda di famiglia. <br /></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZMuUh2JQvYCeAe2ARP7p8NHmSbhWB-JrD3u13jgSQ90yZzE00sn8zmJPE2xB5vGJZtVTliv29g1uOsefmTNrsSGLQeB6b3Su1sXIDVQ8USNDNRWLIcmkz9lFpojF7oPiJcFYdb2ffWIpb66ZlEfV2CkQehxKd887eNPU3mro21yJVWqCZIw-vBtxZXylD/s2903/rgt9.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1710" data-original-width="2903" height="376" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZMuUh2JQvYCeAe2ARP7p8NHmSbhWB-JrD3u13jgSQ90yZzE00sn8zmJPE2xB5vGJZtVTliv29g1uOsefmTNrsSGLQeB6b3Su1sXIDVQ8USNDNRWLIcmkz9lFpojF7oPiJcFYdb2ffWIpb66ZlEfV2CkQehxKd887eNPU3mro21yJVWqCZIw-vBtxZXylD/w640-h376/rgt9.jpg" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Un imprenditore edile di Sanremo si vantava poco più di un decennio fa di poter godere tramite amicizie di belle giornate al mare usufruendo di una delle diverse casette - anche in questo caso all'inizio si parlava di pescatori! - situate poco prima del dirupo dove stava appoggiato l'ascensore, scomparso, dei Balzi Rossi.<br /><br />Ed in alcune località della zona molti bungalow nelle stagioni morte a tutti gli effetti venivano affittati - probabilmente lo sono tuttora! - come pied-à-terre.<br /></div><div><br /><b>Adriano Maini</b><br /><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-77322142070498292392023-12-21T09:14:00.007+01:002023-12-26T19:16:41.224+01:00I dribbling di Garrincha<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPGHEAL5szkcGAPZ_Zp_EjIE340LSnFknFo8zye3NsHs9iGo8wJOmh7P94voops5IC4JzCtTJmvbhWN2nEvaK713NWJoer61P5Nzfo2rMJ-NktMIkt2HRFoQHLWrpHUnRcF1lxI5GGOpq2EyoDnALdj1zs8_eEUDAPBCSlklctG0IrAniIDI6KeNxgCgF/s2976/18_giu30%20(211).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPGHEAL5szkcGAPZ_Zp_EjIE340LSnFknFo8zye3NsHs9iGo8wJOmh7P94voops5IC4JzCtTJmvbhWN2nEvaK713NWJoer61P5Nzfo2rMJ-NktMIkt2HRFoQHLWrpHUnRcF1lxI5GGOpq2EyoDnALdj1zs8_eEUDAPBCSlklctG0IrAniIDI6KeNxgCgF/w640-h426/18_giu30%20(211).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): zona Nervia<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Sul noto settimanale di enigmistica compariva la misteriosa pubblicità di una scuola professionale, a quanto pare ancora esistente con attività differenziata e con tanto di e-learning, ma che, per l'apparente vocazione unidirezionale, evocata da una singola parola, radio, e per l'ancestrale grafica, sembrava quasi l'invito ad inoltrarsi per un'avventura salgariana, anche perché l'attrazione principale era la frase "per corrispondenza".<br />Oggi, mentre ci si dedica a qualche passatempo sul tablet o sul pc, può anche capitare di essere invitati ad iscriversi con lo sconto del 20% ad una qualche analoga forma di preparazione, condotta da un misterioso istituto che riserva la stessa agevolazione anche per l'affitto dell'alloggio eventualmente necessario alla bisogna.<br />In tali contesti si sprecano, poi, gli inviti a partecipare a corsi di marketing e similari, che sembrano animati da agenti che fanno apparire dilettanti allo sbaraglio gli imbonitori da fiera di una volta. Per non dire che, passando al format meditazioni, preghiere e similari, ci si può aspettare di vedere sbucare da un momento o l'altro un predicatore folle di stampo statunitense.<br />Ma c'è anche di peggio...<br /><br />Si ascoltava una sola canzone incisa su di un gracchiante disco a 78 giri: niente a che vedere con la raffinata diffusione della musica tramite le attuali meraviglie della tecnologia.<br /><br />La modernità - solo a stare nel campo dell'intrattenimento - reca attualmente altri stupori inusitati simboleggiati dalla smart tv, con film, serie televisive, spettacoli sportivi.<br /><br />Il football, in tale quadro, la fa, forse, da padrone. Esiste molta differenza con quanto avvenne per i mondiali in Cile del 1962, le cui partite vennero viste in Europa con marcata differita televisiva: i fortunati lettori di un inserto de "L'Équipe" poterono consolarsi con le fotografie in sequenza degli artistici ed esaltanti dribbling di Garrincha.<br /><br />In molti bar della zona di Ventimiglia un tempo era consuetudine ritrovarsi come tifosi e/o appassionati davanti agli apparecchi televisi dei locali per assistere in compagnia a qualche partita calcistica di cartello, specie quelle della nazionale italiana e della Coppa dei Campioni.<br /><br />Appariva come un gioco di sponda con altre diffuse consuetudini, quale quella di considerare i postini come tra le persone più amabili per fare conversazione.<br /><br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-78178393915916988652023-12-19T10:46:00.004+01:002023-12-19T10:54:10.269+01:00Quelle linee elettriche senza filobus<div><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFgeh1CyunQpL9aANHDEz0W2wWUJNNlqi6znUg06KrXjoyJ7zxlinYEw8uW2a1U2pJOfSqHmbl-eBpHaKqb2QssBMqW5VfpJxf6JizNPSiV7YBfvZRQYWP5lEMl6SclNaVXnnSSJyx8VkT1KOgWvPzlt2CKA3UWyf1M-TR07cpEOUKYPMPxVCFK3Q3YAeS/s2048/ccl3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1273" data-original-width="2048" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFgeh1CyunQpL9aANHDEz0W2wWUJNNlqi6znUg06KrXjoyJ7zxlinYEw8uW2a1U2pJOfSqHmbl-eBpHaKqb2QssBMqW5VfpJxf6JizNPSiV7YBfvZRQYWP5lEMl6SclNaVXnnSSJyx8VkT1KOgWvPzlt2CKA3UWyf1M-TR07cpEOUKYPMPxVCFK3Q3YAeS/w640-h398/ccl3.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): uno scorcio del Borgo<br /></td></tr></tbody></table><br /><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7jQZv4mPp41jZCvbVGCpW7WWvAOLx38ZfpDyuGZc0pDtH6kVm5hnJVgF69pHNITBX1Ef_IwN9JCPeJTbnWMu2XXrQqxKRsIMv3sANWyQYdMwtpLLv63afPOotUzVK5qsQa9m1qSv26ElzQlvziMMdH2pwKaghEbrDTT7wH_tHy_GXvA6NAX8RVeXhyMg5/s6000/ccl4.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7jQZv4mPp41jZCvbVGCpW7WWvAOLx38ZfpDyuGZc0pDtH6kVm5hnJVgF69pHNITBX1Ef_IwN9JCPeJTbnWMu2XXrQqxKRsIMv3sANWyQYdMwtpLLv63afPOotUzVK5qsQa9m1qSv26ElzQlvziMMdH2pwKaghEbrDTT7wH_tHy_GXvA6NAX8RVeXhyMg5/w640-h426/ccl4.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Arrivando per caso nella zona di Ventimiglia detta "Borgo" tornano in mente pregresse vicende e situazioni. A rammentare i filobus sono rimaste - stranamente - solo le linee elettriche aeree. Il raddoppio - con tanto di curve - del finitimo ponte stradale sul fiume Roia ne ha impedito - sembra - la continuazione del servizio, del resto in oggi abrogato su tutto il resto del tragitto sino a Sanremo. Non erano i mezzi pubblici più frequentati dai tanti studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio ai tempi allocato nel vicino centro storico di Ventimiglia Alta, i quali, invece di affrontare la discesa, preferivano attendere lassù gli autobus provenienti dalla frontiera di Ponte San Luigi. Ma se l'orario giornaliero era di quattro ore - uscita alle 12.30 - molti loro colleghi delle scuole del centro gradivano fare quattro passi sino al piazzale capolinea di quel sito. Magari fermandosi anche a degustare le deliziose limonate servite nel bar oggi occupato da una tabaccheria.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Viene giocoforza ripensare al fatto che i citati cavi, non più utilizzati per i filobus, sono tuttavia rimasti al loro posto da Ventimiglia a Sanremo. <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Qualche esempio. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouZ2igQmF_yZ8dvyGdCbD1C70kh4OxKpXgQeneYOEfejUoyynbxu2n3ag5xNH0-0qHtHKNr2AX9yqyF0oJ36QEkYVy2Bef7eddp2izc9-Vv02G9Ajc1NOt4WwwzDprGeieYPyXoVTjTtBtFGgBEpCIhAEJNeThvxsXqCb_TzZq_oYAfqcJhXaDk3LiNqW/s2976/csql7.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouZ2igQmF_yZ8dvyGdCbD1C70kh4OxKpXgQeneYOEfejUoyynbxu2n3ag5xNH0-0qHtHKNr2AX9yqyF0oJ36QEkYVy2Bef7eddp2izc9-Vv02G9Ajc1NOt4WwwzDprGeieYPyXoVTjTtBtFGgBEpCIhAEJNeThvxsXqCb_TzZq_oYAfqcJhXaDk3LiNqW/w426-h640/csql7.JPG" width="426" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): Chiesa di Sant'Agostino</td></tr></tbody></table><br />A Ventimiglia, davanti alla Chiesa di Sant'Agostino. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq-vQ3SHuHjR3XnhTgn8HpfuDdYrSeXFERKzjh_KY6gyqIpcEaQCyOS7Qfgsdeiepzyb7TgEPmf6XZYfuSjAkme1E2q_l7mOc_AQG_qpR8j7oLa2ntdFWmrg0JQXe84w-MvG4Rs4SpCKB4kQCnoGX-IF2pjmPprjO9wyvRJwHuCfhprcLYse0zegjojRQK/s2976/csql10.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq-vQ3SHuHjR3XnhTgn8HpfuDdYrSeXFERKzjh_KY6gyqIpcEaQCyOS7Qfgsdeiepzyb7TgEPmf6XZYfuSjAkme1E2q_l7mOc_AQG_qpR8j7oLa2ntdFWmrg0JQXe84w-MvG4Rs4SpCKB4kQCnoGX-IF2pjmPprjO9wyvRJwHuCfhprcLYse0zegjojRQK/w640-h426/csql10.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQE25ZgCrLlIEv_gNGhhSQ8BXnBqq9mkQFY1R_jqhTxN-RYuaX2-uY3jVs8F4F65oVp0nY6wXftyggDLQPpxb5alpAOMOZw_36LA0b60325CbcGjGJuaOvkCEPUp8O-12TIpgl5zwQ9ALGnMERPKZ7321PaWaydsAh0jrMTFdrC3oXqqtvqgLH3USwiNPh/s2976/csql11.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQE25ZgCrLlIEv_gNGhhSQ8BXnBqq9mkQFY1R_jqhTxN-RYuaX2-uY3jVs8F4F65oVp0nY6wXftyggDLQPpxb5alpAOMOZw_36LA0b60325CbcGjGJuaOvkCEPUp8O-12TIpgl5zwQ9ALGnMERPKZ7321PaWaydsAh0jrMTFdrC3oXqqtvqgLH3USwiNPh/w640-h426/csql11.JPG" width="640" /></a></div><br />A Vallecrosia. <br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpdYa1T0AcMqoezhIb1qJnQYQDl_s7sJDMvecesiSHp7FYyUCDb2rg0r-SmOue9Sz-Fm5TeCjJKjaQi0rR4RYD68kgh57DTAQ5_gcYPnH3YdrQPIxgHpdcDTq3XhV6eNUYsbbs9_Qybk6m5bRU8vT7v6GHRLZUu0JUUablm13_A5LznXizadSQzwsvNCvP/s2976/csql12.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpdYa1T0AcMqoezhIb1qJnQYQDl_s7sJDMvecesiSHp7FYyUCDb2rg0r-SmOue9Sz-Fm5TeCjJKjaQi0rR4RYD68kgh57DTAQ5_gcYPnH3YdrQPIxgHpdcDTq3XhV6eNUYsbbs9_Qybk6m5bRU8vT7v6GHRLZUu0JUUablm13_A5LznXizadSQzwsvNCvP/w640-h426/csql12.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: justify;">A Bordighera.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbpS45JeHHfp_lU7hZekzihFO8aOCnPloiWW7WwbDpbTthmSUJ2UEmPMh7Fb0MpBteQ7rLkc1-fWekvvgw3BLGnupnD-0Id2NSZPbEzi_7A-8zN5Juldw33R4Q6iZkhEB5w-sr8uqngjvZRlBid5vpeKVzBxafN7r593skWjgVoZNDRM91s-YD6xH_46Eg/s2976/csql2.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbpS45JeHHfp_lU7hZekzihFO8aOCnPloiWW7WwbDpbTthmSUJ2UEmPMh7Fb0MpBteQ7rLkc1-fWekvvgw3BLGnupnD-0Id2NSZPbEzi_7A-8zN5Juldw33R4Q6iZkhEB5w-sr8uqngjvZRlBid5vpeKVzBxafN7r593skWjgVoZNDRM91s-YD6xH_46Eg/w426-h640/csql2.JPG" width="426" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bordighera (IM): Chiesa della Madonna della Ruota<br /></td></tr></tbody></table><br />Davanti alla Chiesa (privata) della Madonna della Ruota a Bordighera.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO1Yh30C4_TBNMMqD-578xtSzj56q9HcMxxkAeGWbyThBwn66fYa8JB37pdN0KZYqF2OiOZo-1A1nOCl0bzjoQD9BWP8cL_2LDk1QyaITpWktN8ItUn1vJbiff3LhGDfhwmazktgGSkqz_yGQBoQcB_QSWkaML74ZodSzGbfOX8haaKK_AKMD48z_kUifS/s6000/csql9.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO1Yh30C4_TBNMMqD-578xtSzj56q9HcMxxkAeGWbyThBwn66fYa8JB37pdN0KZYqF2OiOZo-1A1nOCl0bzjoQD9BWP8cL_2LDk1QyaITpWktN8ItUn1vJbiff3LhGDfhwmazktgGSkqz_yGQBoQcB_QSWkaML74ZodSzGbfOX8haaKK_AKMD48z_kUifS/w640-h426/csql9.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Villa Cicalina<br /></td></tr></tbody></table><br />Ci si imbatte in quei fili anche a Capo Nero, tra Ospedaletti e Sanremo, se si vuole guardare bene Villa Cicalina che ospitò Elsa <a href="https://mainiadriano.blogspot.com/2023/03/tuttavia-ce-anche-il-calvino-lirico.html" target="_blank">De Giorgi</a> ed Italo Calvino in una calda estate di quasi settant'anni fa.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7CvyhQbX60vQ1PCBVRC5W6rCqKOF7SAPJI2p7xL9FkyeZOcklrmDIYsl_181NS6trgoo2UnEVKrM4EcQ8GDZJg61JNWx8WlvzgeDt6UzCRu3GDL0INX_IAHMf_12y8tnnGjUu1aF-STuAzUL2wI1x3UCWdMu3tUuOJ45wkKvaOzSq5LqL00BB1sktxbUu/s2976/csql3.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7CvyhQbX60vQ1PCBVRC5W6rCqKOF7SAPJI2p7xL9FkyeZOcklrmDIYsl_181NS6trgoo2UnEVKrM4EcQ8GDZJg61JNWx8WlvzgeDt6UzCRu3GDL0INX_IAHMf_12y8tnnGjUu1aF-STuAzUL2wI1x3UCWdMu3tUuOJ45wkKvaOzSq5LqL00BB1sktxbUu/w640-h426/csql3.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): rotonda all'incrocio di Corso Matuzia con Corso Inglesi<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjULheHEo3Tdrpot0WHKhX5IJTvlk_T8eibS8fr_qaa5ATYo79AZiuEMwWK0qpHDFMrUEy65c15sEW3nVtwlKPz0oUca800w0XJ-gM66KoLcJC0GeBQMQmHYcKwqcpkeQgKPf7atUBrOv90C6kiV_i3EODzogDC56xTzF-l1td7bj7JL-w4YBU_sTzOH2fJ/s2976/csql4.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjULheHEo3Tdrpot0WHKhX5IJTvlk_T8eibS8fr_qaa5ATYo79AZiuEMwWK0qpHDFMrUEy65c15sEW3nVtwlKPz0oUca800w0XJ-gM66KoLcJC0GeBQMQmHYcKwqcpkeQgKPf7atUBrOv90C6kiV_i3EODzogDC56xTzF-l1td7bj7JL-w4YBU_sTzOH2fJ/w640-h426/csql4.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): all'inizio di Corso Imperatrice<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg616OZnEdbrqXfolL9lMJ1tuES5HjPhBBRmhSfxNUpAhlO8FADCT01IXjY1VLAcazmjvcPjrL0MNDfD0-m-u1WxUxuHfQrVuoSGsjcjrWyZ7VplQTKD1n2CMwYBSE2la0DZSNCoI8ASGzqb5rPl9a3uhcUeHSKHMvaYKx3-r7L-ljdJFBP0koD3hmVdrcC/s2976/csql5.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg616OZnEdbrqXfolL9lMJ1tuES5HjPhBBRmhSfxNUpAhlO8FADCT01IXjY1VLAcazmjvcPjrL0MNDfD0-m-u1WxUxuHfQrVuoSGsjcjrWyZ7VplQTKD1n2CMwYBSE2la0DZSNCoI8ASGzqb5rPl9a3uhcUeHSKHMvaYKx3-r7L-ljdJFBP0koD3hmVdrcC/w640-h426/csql5.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): la statua della Primavera in Corso Imperatrice<br /></td></tr></tbody></table><br />Si possono vedere a Sanremo in vari punti di Corso Imperatrice.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCHJOFUN-GWIpw7DnajuIAo5g4vYoYoL0z26NYKqLmkQheHR_oWzSXrT3CddGk-8qK7Qpp7pvvkW7klwuaUBNEG7hmIDz2lkl2hDRVTlJeZQUZqCkCtaJiLbXXteV4Up4YNEZHzNLKTn0LgWcanR6iS8RqrupNhEMjPtLY75PwpCy7-E-SU_8xr04efEwS/s2976/csql6.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCHJOFUN-GWIpw7DnajuIAo5g4vYoYoL0z26NYKqLmkQheHR_oWzSXrT3CddGk-8qK7Qpp7pvvkW7klwuaUBNEG7hmIDz2lkl2hDRVTlJeZQUZqCkCtaJiLbXXteV4Up4YNEZHzNLKTn0LgWcanR6iS8RqrupNhEMjPtLY75PwpCy7-E-SU_8xr04efEwS/w640-h426/csql6.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM: Villa Mi Sol<br /></td></tr></tbody></table><br />Accarezzano - per così dire - anche Villa Mi Sol.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Forse si può ancora sperare per l'estremo ponente della provincia di Imperia nel ripristino dei filobus! <br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b><br /></div><p></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-24669106142575783202023-12-16T09:01:00.002+01:002023-12-16T09:02:15.058+01:00La focaccia di Finale Ligure<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-6EXvZJoHcxjObLxba_orLSWL2JWGDOxSxxWawUOQfGWYkCfbThlcD3bZwPZssWq90NfOOzaCwA4NMawKwBWhgfKamKgte6TLFmUj55qChOYcBEEtlYosAwzBdpvuXCqfQdgFIt3e05TNtdQKT8DpFqStwh3EybsX0uT1HoXzIs6I4FOLZDJ6kZG3Lvt7/s4000/ffl1.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-6EXvZJoHcxjObLxba_orLSWL2JWGDOxSxxWawUOQfGWYkCfbThlcD3bZwPZssWq90NfOOzaCwA4NMawKwBWhgfKamKgte6TLFmUj55qChOYcBEEtlYosAwzBdpvuXCqfQdgFIt3e05TNtdQKT8DpFqStwh3EybsX0uT1HoXzIs6I4FOLZDJ6kZG3Lvt7/w480-h640/ffl1.JPG" width="480" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Genova: la Stazione Piazza Principe<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">"La campana fa din din don e il galletto fa chicchirichì", così più o meno a metà degli anni Cinquanta sull'aria di una canzone in voga cantava a squarciagola l'addetto ad un carrello di vivande e di altri generi di conforto, muovendosi lungo il marciapiedi di una imprecisata stazione ferroviaria in provincia di Savona. Forse si trattava di quella di Finale Ligure ed allora fra le cose buone che vendeva quel giovanotto spiccava una deliziosa focaccia di cui molte persone tramandano ancora adesso il goloso ricordo: tra questi in almeno un suo racconto Arturo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/10/io-sfogliavo-i-cataloghi-dei-due.html" target="_blank">Viale</a>.<br /><br />Molto noto era - forse, lo è ancora - specie per i passeggeri provenienti dalla provincia di Imperia il bar della Cooperativa Portabagagli della Stazione Piazza Principe di Genova, situato a settentrione del corridoio porticato che funge da facciata ed ingresso al maestoso edificio. Buona anche lì la focaccia, ma l'attrattiva del locale era per chi non si fosse rifocillato in treno la possibilità di farlo appena disceso. Per non dire dei prezzi concorrenziali praticati un tempo anche ai non soci.<br /><br />La stessa cosa avveniva nella confinante mensa del Dopolavoro Ferrovieri, molto elogiata per la buona cucina, che riservava in ogni caso ai ferrovieri le tariffe migliori, come facevano e come, per quanto si sa, fanno ancora le strutture gemelle in tutta Italia.<br /><br />Per accedere ai similari locali - di antica eleganza - di Milano si passava un tempo davanti alle vetrine di una sorta di piccolo Museo delle Cere, che adesso si trova a Gazoldo degli Ippoliti in provincia di Mantova.<br /><br />Le Mense dei Dopolavoro Ferrovieri erano a volte ubicate molto lontane dai binari: quella di Roma negli anni Sessanta era allocata in un palazzo antico, posto a sinistra della Stazione Termini, accessibile da una lunga scalinata al termine della quale, voltandosi, si potevano ammirare le Mura Serviane.<br /><br />Da una rapida ricerca sul Web sembra che molte situazioni siano cambiate, ma pare anche che molte informazioni siano frammiste ad altre, attinenti le trasformazioni in veri e propri centri commerciali delle principali stazioni del Paese, per cui non risulta agevole discernere nei dettagli l'odierno stato dell'arte.<br /><br />A Ventimiglia, come ben si sa, la palazzina del Dopolavoro Ferrovieri è ancora adibita alle sue storiche funzioni. Pensando al salone del primo piano, tuttora sede di svariate iniziative, vengono in mente tante storie passate...<br /><br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-26582687370046874762023-12-12T11:06:00.005+01:002023-12-12T11:21:22.256+01:00Aperitivi a Mentone<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipAbQl2D6v6IxW4NpQYt-gWe2F07Zqfyxf4apQY5qB8VEFbs_Nyg8fG-e4k2GkQMUcUPnBmUt1dSzJqBHIZfP5cnP-Wk6ag621PShsO2yq83FshcmQ0C6edDjGp1cImirC8DFxhZk55KN37h0eJEDamVjgMOsjxleUzp-kJmGymFl-8Hk72DiWnzso8a-n/s2976/22_feb03%20(69).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipAbQl2D6v6IxW4NpQYt-gWe2F07Zqfyxf4apQY5qB8VEFbs_Nyg8fG-e4k2GkQMUcUPnBmUt1dSzJqBHIZfP5cnP-Wk6ag621PShsO2yq83FshcmQ0C6edDjGp1cImirC8DFxhZk55KN37h0eJEDamVjgMOsjxleUzp-kJmGymFl-8Hk72DiWnzso8a-n/w640-h426/22_feb03%20(69).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mentone: la storica zona di tanti acquisti da parte di abitanti del ponente ligure<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Le locomotive a vapore francesi, dirette o di ritorno dalla stazione di Ventimiglia, rappresentarono con i loro buffi pennacchi ancora a lungo, nel secondo dopoguerra, uno spettacolo d'altri tempi. </div><p></p><p style="text-align: justify;">Abitava in una sua casetta, posta sulla Basse Corniche tra le due gallerie in uscita di ponente da Cap d'Ail ed affacciata sulla sottostante romantica caletta, l'italiano che, di nascita nel contado parmense, faceva visitare - assenti i proprietari - a certi suoi parenti la bella e spaziosa villa di cui era custode nelle vicinanze, in Costa Azzurra.</p><p style="text-align: justify;">Negli anni Sessanta le vendemmie nel Var erano molto frequentate come stagionali da vivaci ragazzotti del ponente ligure, la cui vena estrosa non era quasi mai apprezzata dai conduttori dei fondi.<br /></p><p style="text-align: justify;">Il vice sindaco comunista di quel paesello - si fa per dire! - quasi al confine con il dipartimento del Var, piuttosto piccolo di statura, la simpatia fatta persona, ortolano, presenziava a riunioni da lui stesso organizzate di italiani colà emigrati, nonostante il fatto che all'alba, per procurarsi da vivere, dovesse essere già al mercato all'ingrosso di Nizza, che non trovava certo dietro l'angolo di casa. E riusciva anche ad organizzare, in nome di un gemellaggio sui generis, una tavolata per gli affamati <i>Pionieri </i>(sorta di boy scout di sinistra) di Ventimiglia e taluni loro accompagnatori, i quali avevano riempito un intero pullman, in cui risuonavano, sia all'andata, ma ancor più al ritorno, fragorosi canti indotti anche da pizzicate corde di chitarra.<br /><br />Attivisti comunisti che, se si doveva passare da quelle parti, forse anche dopo aver fatto qualche deviazione, non mancavano di indicare ai loro ospiti la villa dove aveva abitato Picasso.</p><p style="text-align: justify;">Almeno un cameriere - se non anche i suoi colleghi, ma a quel Capodanno l'ambiente era molto affollato - non sapeva in quel locale abbastanza famoso sul lato di levante di Cap Martin cosa fosse un "Irish Coffee".</p><p style="text-align: justify;">Dopo "Italia Mundial" gli immigrati italiani a Nizza erano più interessati a frequentare i circoli di tifosi di squadre di calcio del Bel Paese che ad ascoltare i discorsi di connazionali, dirigenti di associazioni dedite ai problemi dell'emigrazione, in trasferta per tentare di tessere reti di solidarietà sociale o per propaganda politica. Questo, anche nel proletario quartiere di L'Ariane.</p><p style="text-align: justify;">Sempre negli anni Ottanta allegri compagnoni della zona di Latte di Ventimiglia, in parte gli stessi delle scanzonate <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/11/ce-una-torre-nella-piana-di-latte.html" target="_blank">esperienze</a> vissute con Nico Orengo, avevano preso l'abitudine di scendere verso il mezzogiorno di domenica a Mentone - non lontano dalla frontiera - per degustare i particolari aperitivi transalpini, pernod e quant'altro: i più impegnati a comprarsi qualche giornale in lingua.<br /></p><p style="text-align: justify;">L'assessore della Provincia di Imperia rientrava in treno, insieme ad un membro della delegazione che si era recata alla Chambre de métiers di Saint-Laurent-du-Var, lasciando ad altri l'auto di servizio, assodato che per un secondo mezzo, di consulenti di settore, si era dovuto - appena arrivati nella località - far intervenire un carro attrezzi.<br /></p><p style="text-align: justify;">Un console d'Italia a Nizza aveva molto apprezzato le bottiglie di squisito vino Rossese di Dolceacqua che erano state acquisite alla bisogna da una famiglia, la quale avrebbe di sicuro preferito non procedere a quel sacrificio della propria scarsa produzione.</p><p style="text-align: justify;">Si potevano incontrare immigrati italiani che, nonostante i tanti impegni politici profusi nel dipartimento delle Alpi Marittime, non avevano avuto l'accortezza di misurare per tempo la quantità e la qualità dei loro contributi pensionistici. </p><p style="text-align: justify;">Professionisti, italiani ormai trasferitisi in Costa Azzurra, e francesi, in genere tra di loro concorrenti, facevano a gara, mentre ci si avvicinava al Duemila, per organizzare cene professionali ed altri piccoli eventi di promozione commerciale, da cui i partecipanti - beninteso, poco o tanto paganti - ricavavano, invero, ben poco. Affascinante, a suo modo, il fallimento dell'operazione B.B.S., sorta di piattaforma telematica transfrontaliera per piccoli affari, architettata nel menzionato ambiente.</p><p style="text-align: justify;">Rimane sovente più simpatica oggi la presenza di pensionati italiani del ceto medio, che nel Nizzardo hanno preso dimora stabile o tengono un'abitazione per le vacanze.<br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini </b><br /></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-81688090338199359292023-12-08T09:34:00.003+01:002023-12-08T09:35:22.198+01:00Studenti di Ventimiglia e di Sanremo a cavallo della seconda guerra mondiale<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyG7w6lZsopeywVAuGthJXZ7lfSyHlNb5riG-PfIUfW5S6UnV3UzeqH9f87jBHi5T70l6JWg4JiL3Db1KnKCNZExKhnRQhUrL8IT97PePgQH7lUw0XF48p74IA9UK6_Kw2dOyZ46OEVhGTXjFG95DjNs1h6EcBbc3Kew6FLPYzD078Sf5kay0caPzDoNmj/s2976/23_apr16%20(116).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyG7w6lZsopeywVAuGthJXZ7lfSyHlNb5riG-PfIUfW5S6UnV3UzeqH9f87jBHi5T70l6JWg4JiL3Db1KnKCNZExKhnRQhUrL8IT97PePgQH7lUw0XF48p74IA9UK6_Kw2dOyZ46OEVhGTXjFG95DjNs1h6EcBbc3Kew6FLPYzD078Sf5kay0caPzDoNmj/w640-h426/23_apr16%20(116).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): Corso Imperatrice<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Qualche anno prima dell'ultimo conflitto mondiale un giovane orfano di Ventimiglia per completare il curriculum scolastico antecedente l'Università, alla quale non sapeva ancora se sarebbe stato in grado di iscriversi, fu costretto a entrare in Seminario a Bordighera: era per lui lungi da venire una non facile esperienza - cattedra ricoperta come supplente di un titolare in distacco perché a lungo parlamentare - di insegnante di lettere alle superiori, di esperto di latino e di Pirandello, di preside - quest'ultimo un incarico in posizione infine stabile -.<br /><br />In quel torno di tempo scendevano a piedi a Ventimiglia per le richiamate esigenze di frequenza scolastica due ragazzi di paeselli vicini di Val Roia, uno destinato a diventare avvocato di nome e sindaco della città di confine, l'altro vocato, prima di accedere all'insegnamento, ad essere capitano di mare.<br /><br />Si trovava nella stessa classe liceale di Italo Calvino a Sanremo la futura insegnante, la quale, appena finita la guerra, impartiva ripetizioni al ragazzo destinato a ripercorrere con onore una strada di famiglia diventando un celebre fotografo. La ragazza non poteva vaticinare che avrebbe insegnato alle medie inferiori di Ventimiglia né che tornata nella sua vecchia scuola anche lì avrebbe svolto il suo ruolo, ma in una sede che ormai fisicamente era di Ragioneria: meno che mai che in tempi ancora più recenti certi suoi metodi autoritari sarebbero stati aspramente criticati su libello dal colto e brillante divulgatore, ma anche severo fustigatore di costumi, che si chiama Marco <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/03/considerazioni-sparse-nel-tempo-di.html" target="_blank">Innocenti</a>.<br /><br />Con Calvino e la non avvenente fanciulla - ed Eugenio Scalfari ed altri nomi risonanti nella storia della Sanremo bene, certo - c'era anche, come attesta una non del tutto nota fotografia, il futuro ingegnere - con radici in Bordighera - di Ventimiglia, che ben prima di poter esercitare dovette, arrestato quale patriota antifascista, passare per le forche caudine di un campo di concentramento nazista.<br /><br />Appena finiti gli eventi bellici, per affrontare al meglio il liceo classico a Sanremo, dopo la forzata interruzione degli studi, prendeva lezioni da un personaggio qui già citato, che all'epoca era appena entrato nella vita politica, un giovanotto destinato a diventare un illustre giurista e poi, anche lui, un reggitore a livello centrale della cosa pubblica. <br />Tra i tanti meriti del suo mentore, tuttavia, si è ritrovata - per via di uno strano caso di quelli che a volte capitano - almeno una nota stonata: la copia di una lettera con cui nel 1958 aveva cercato - invano, si può aggiungere, con il senno di poi - di impedire l'assegnazione di una casa popolare ad un attivista comunista, già partigiano, come sottolineava proprio lo scrivente, a quel punto del tutto dimentico di aver fatto parte di un C.L.N. locale. </div><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Rimane indeterminato il periodo nel quale un maestro di Ventimiglia, sposata una collega di Apricale - un borgo natio di intellettuali, nonostante vecchie dicerie - venne convinto dalla moglie a perfezionare gli studi, così da diventare, da laureato e da docente, anche un esperto della lingua dell'antica Roma e, successivamente, preside del latinista già menzionato.<br /><br />Ed altri passi ancora si sono incrociati, anche se non per tutti, tra politica, docenze, relazioni sociali.<br /><br /><b>Adriano Maini</b></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-66619557661112438502023-12-04T10:40:00.002+01:002023-12-04T10:59:58.731+01:00A Nervia c'era ancora il passaggio a livello?<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3f8m55bdz7p0E8kdN4YElY6nbrvazv_LtsXtPdjlYwOtWfl3gnTBtwFcQyVdecQDe2Ar3OJmZP5-nyqf6n6hFkujqAbMOKxzcH5fIbu2uBA3oaif3yYVPTnQEbUd6PGklwOHy1VmaNMK1tQ7GFxltLh_T8aWDiKezm1wsS-tzvzIzrkdGTkBCmodiaqXz/s2976/nstn2.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3f8m55bdz7p0E8kdN4YElY6nbrvazv_LtsXtPdjlYwOtWfl3gnTBtwFcQyVdecQDe2Ar3OJmZP5-nyqf6n6hFkujqAbMOKxzcH5fIbu2uBA3oaif3yYVPTnQEbUd6PGklwOHy1VmaNMK1tQ7GFxltLh_T8aWDiKezm1wsS-tzvzIzrkdGTkBCmodiaqXz/w640-h426/nstn2.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): uno scorcio di Nervia<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Storie più nervine che ventimigliesi degli anni Cinquanta del secolo scorso, una o due più recenti.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkT8Q4vTQ0Hvxb-Iz847an-Zovld9f_VdqF-GMOQqaUOdSSpJ_Enl24OfqgHT5h0vnL8sBiZlkmsKAhcMhBmgww_RTHWw8XtSUnJjlOdZxTwo4El5PcKX1Guhnz9yX6gz54cVDCIgNmPYzd-Ta2mt4hnxfX_p167_mOs_M9yaRjSXCn9Zz-whidxnKY00F/s6000/nstn7.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkT8Q4vTQ0Hvxb-Iz847an-Zovld9f_VdqF-GMOQqaUOdSSpJ_Enl24OfqgHT5h0vnL8sBiZlkmsKAhcMhBmgww_RTHWw8XtSUnJjlOdZxTwo4El5PcKX1Guhnz9yX6gz54cVDCIgNmPYzd-Ta2mt4hnxfX_p167_mOs_M9yaRjSXCn9Zz-whidxnKY00F/w640-h426/nstn7.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): una vista dal cavalcavia di Nervia su di un treno che ha appena incrociato il punto del vecchio passaggio a livello<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv9zE0Ch8mL5_Hb_ZvM3QIyQpKL5phvQa4LxNfwWhnWpXmJCyUbVWj31zQHEF2Az0F5L-fMUIPBn02n6WjoKTCdP5iLmtwrY4jiDaJnb2F76tX5MhXF8uMoLizDcsVKGXumrOEtVZYbrohflgw_VkbOQKjYERmsGPEJk2G9p2LkXkkr9ZWhNyRy9-0WOCc/s2976/nstn10.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv9zE0Ch8mL5_Hb_ZvM3QIyQpKL5phvQa4LxNfwWhnWpXmJCyUbVWj31zQHEF2Az0F5L-fMUIPBn02n6WjoKTCdP5iLmtwrY4jiDaJnb2F76tX5MhXF8uMoLizDcsVKGXumrOEtVZYbrohflgw_VkbOQKjYERmsGPEJk2G9p2LkXkkr9ZWhNyRy9-0WOCc/w640-h426/nstn10.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): l'abitazione un tempo dei custodi del passaggio a livello di Nervia<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">A quanto pare verso il 1954 il cavalcavia di Nervia non era ancora stato ricostruito se è vero che le studentesse e gli studenti diretti a Ventimiglia centro si rallegravano dei congrui ritardi procurati alle loro corriere dagli abbassamenti delle sbarre del passaggio a livello.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3nlRZTVkI88X_8Wp-TcHQ3vn0vD7Mm9NqdZApxK2kSvjFpXY6dFibwk32umS5sUZpZkKoeIynw8ITTo654-2TnjvmHp-fq8G966L3GOLKHPQ1lWDE9bQAdguq2zAy9_FB5VSzbTOsU_pjqVaIihPNrvuCvo2G1NwavbDA0kwb6ByeMW_HAPMFCrb0ncg/s1600/nstn3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1064" data-original-width="1600" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3nlRZTVkI88X_8Wp-TcHQ3vn0vD7Mm9NqdZApxK2kSvjFpXY6dFibwk32umS5sUZpZkKoeIynw8ITTo654-2TnjvmHp-fq8G966L3GOLKHPQ1lWDE9bQAdguq2zAy9_FB5VSzbTOsU_pjqVaIihPNrvuCvo2G1NwavbDA0kwb6ByeMW_HAPMFCrb0ncg/w640-h426/nstn3.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): la zona di Nervia comprensiva di Campasso - riconoscibile dalla torre - in un'immagine del 2012<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Zppncx5m-Y4t94H0GtX27MDKnOtvEtZpdbgYI2X85bYaVCvfCLH-xKmgaSkZ049AjGV_l2BDfpbIh_okNpyOL0iZp3x21ENg_vplt9ur5j3Cl2kIuq7P-6ItV5QhAwDkOeW-sGzVSrg28MzX3a6rffNtqaMlM7_N5UK4CO45BMW2KyGVRBedTw6u6ZtJ/s2976/nstn4.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Zppncx5m-Y4t94H0GtX27MDKnOtvEtZpdbgYI2X85bYaVCvfCLH-xKmgaSkZ049AjGV_l2BDfpbIh_okNpyOL0iZp3x21ENg_vplt9ur5j3Cl2kIuq7P-6ItV5QhAwDkOeW-sGzVSrg28MzX3a6rffNtqaMlM7_N5UK4CO45BMW2KyGVRBedTw6u6ZtJ/w640-h426/nstn4.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): la zona del Campasso a Nervia, così come oggi ristrutturata<br /></td></tr></tbody></table><br /><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRkEKNaighLDe5qtki2CsZa8tK_322rFTQS1_nnoVZaTl17yDwL4spmowkIB6mlnRL0xdDWxv_PktMPt1bORG2gp5r82Je6MyM7CNsDNhyphenhyphenH6aYGMT7gJMrfG2gjeeyv5aJf2meSdvyrUKyrmzbAzHa3vCO66gslYJ7yRrz-5U0Ho4hGph4JVH_6QRNzUxE/s2976/nstn5.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRkEKNaighLDe5qtki2CsZa8tK_322rFTQS1_nnoVZaTl17yDwL4spmowkIB6mlnRL0xdDWxv_PktMPt1bORG2gp5r82Je6MyM7CNsDNhyphenhyphenH6aYGMT7gJMrfG2gjeeyv5aJf2meSdvyrUKyrmzbAzHa3vCO66gslYJ7yRrz-5U0Ho4hGph4JVH_6QRNzUxE/w640-h426/nstn5.JPG" width="640" /></a></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ33SNZlti2pAmkG9Gxq1qZrvosILyCte-2z6iHV85tkmKnaxaqLTOMrzx5_a9SgTrJ8N4xLBbjaeqmQz2nCfup3uHODfhQtsC0ADogdjpFpoYgC6W5bGKd4ZiuzluyG_hI3e729PfmY_RdoyRI2C7F-_239w8Dv9artK62U1imm0IODHikURB4o5hItK5/s6000/nstn6.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ33SNZlti2pAmkG9Gxq1qZrvosILyCte-2z6iHV85tkmKnaxaqLTOMrzx5_a9SgTrJ8N4xLBbjaeqmQz2nCfup3uHODfhQtsC0ADogdjpFpoYgC6W5bGKd4ZiuzluyG_hI3e729PfmY_RdoyRI2C7F-_239w8Dv9artK62U1imm0IODHikURB4o5hItK5/w640-h426/nstn6.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): una parte dell'area dell'ex Officina del Gas a Nervia<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Capitava che in Chiesa - la Parrocchiale di Cristo Re - a Nervia - levante di Ventimiglia - entrasse talora a fare le sue devozioni un'anziana donna che viveva in una casa diroccata dai bombardamenti dell'ultima guerra, ubicata tra l'ormai dismesso deposito locomotori - detto Campasso - e l'Officina del Gas, anche questa reperto di archeologia industriale: inopinatamente il termine per designare la signora era quello di "barbona".<br /><br />Per associazione di idee verrebbero in mente sussurri e grida su prelati - e ambienti democristiani, compreso un autorevole ministro - noti ormai solo a pochi eletti.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUhtwL636Mb5CPhOXtiaThdK0I3EodLS9RiLAN1duXQlQYlmt0bFqKM6MXQ-xjvWR3MGM4MwG_YFOf6r-5Kl5-MHjDGQy8pz8dplpHdAgSUo0viiprrL1WHIB64VfJdYqW8XJ8iS-aBfxKR5qNRmVrlPrGB4ShuI4v9ZIhVUqaGmJkD8G5JELWQyLT0vp_/s2976/nstn8.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="1984" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUhtwL636Mb5CPhOXtiaThdK0I3EodLS9RiLAN1duXQlQYlmt0bFqKM6MXQ-xjvWR3MGM4MwG_YFOf6r-5Kl5-MHjDGQy8pz8dplpHdAgSUo0viiprrL1WHIB64VfJdYqW8XJ8iS-aBfxKR5qNRmVrlPrGB4ShuI4v9ZIhVUqaGmJkD8G5JELWQyLT0vp_/w426-h640/nstn8.JPG" width="426" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): la palazzina Deposito Personale Viaggiante<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Al piano di calpestio di ogni pianerottolo della palazzina (deposito personale viaggiante) dove capitreno e conduttori di Ventimiglia si recano a prendere gli ordini di servizio e a consegnare le note dei loro viaggi si poteva anche inciampare in strani oggetti, sorta di larghi piatti di metallo dipinti di bianco sporco e pieni di sabbiolina di pari colore, definiti sputacchiere, a tutti gli effetti ben capaci posacenere.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgttEcRLKpH4VyczE7kDF_nfUNXxiD6AkHwZXYtZ2zl1QTkAoaSY8Xo3THga65XCAFpoZXjghUEA849VbhBnPC2aWvp4V4wwAOSBC5PgwgZH9zk0NgryBP2RaxmzNzqVtWlAtfHnXuNHYRKmK80mv5RNYjJKUkCxaz9zfx6MOSEFDS-xEwSc-F5R2B7r8Xg/s2896/nstn9.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1774" data-original-width="2896" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgttEcRLKpH4VyczE7kDF_nfUNXxiD6AkHwZXYtZ2zl1QTkAoaSY8Xo3THga65XCAFpoZXjghUEA849VbhBnPC2aWvp4V4wwAOSBC5PgwgZH9zk0NgryBP2RaxmzNzqVtWlAtfHnXuNHYRKmK80mv5RNYjJKUkCxaz9zfx6MOSEFDS-xEwSc-F5R2B7r8Xg/w640-h392/nstn9.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): ai binari<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">La matura signora si autoconvinse di avere risolto taluni suoi malanni fisici col bere un po' di acqua di Lourdes, che aveva mal pensato di chiedere ad un ferroviere, vicino di casa di sua figlia a Nervia, sperando che l'uomo potesse intercettare alla bisogna qualche ben disposto pellegrino di ritorno in convoglio speciale dal Santuario dei Pirenei, ma il birbante si era tolto l'impaccio attingendo a qualche rubinetto di servizio della stazione ferroviaria. <br /></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-_wjQkOPyYbcULVWGCbA0PVein7UH8JUoo63a0Qf_MWFvkH6vTmrwK3gxgbvpxRhzXH0AISPAVCry6ffdnv_QR1WpmDONFh6YoiY_4THXNiLuSyXYrnkhrl06wb-lIeXFrcJcApJajHyRdbRIF8h5a9Yw-AT4vYtoSw2bvu3xklAxA6WsLn1OkIywfMFH/s809/nstn4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="567" data-original-width="809" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-_wjQkOPyYbcULVWGCbA0PVein7UH8JUoo63a0Qf_MWFvkH6vTmrwK3gxgbvpxRhzXH0AISPAVCry6ffdnv_QR1WpmDONFh6YoiY_4THXNiLuSyXYrnkhrl06wb-lIeXFrcJcApJajHyRdbRIF8h5a9Yw-AT4vYtoSw2bvu3xklAxA6WsLn1OkIywfMFH/w400-h280/nstn4.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi59zqlZQ2YXM2Dljxo46tO5sl7H7X1IHHJfBBm_vUA-1LV_TwWmOR0rfNZnmdvbu0zdx17a6ozEiW-hvM8nQ2hngu1J5zn7ScF0zYIKH61C1Fdvr_85v8NlMG0e3G_uM_jUSGODAlZstxRzl3z6g-yzyFvgnWjeLOkNoBy2jofnRqv-5LAk-9fy2j6Lcxh/s2976/nstn1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi59zqlZQ2YXM2Dljxo46tO5sl7H7X1IHHJfBBm_vUA-1LV_TwWmOR0rfNZnmdvbu0zdx17a6ozEiW-hvM8nQ2hngu1J5zn7ScF0zYIKH61C1Fdvr_85v8NlMG0e3G_uM_jUSGODAlZstxRzl3z6g-yzyFvgnWjeLOkNoBy2jofnRqv-5LAk-9fy2j6Lcxh/w640-h426/nstn1.JPG" width="640" /></a></div><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Troppo risaputa per rivisitarla appieno - anche perché non unica nel suo genere - la vicenda della locomotiva a vapore di manovra che, uscita dal citato Campasso e lasciata poco dopo la partenza momentaneamente incustodita dai suoi due addetti scesi a terra per chiaccherare con altri colleghi, arrivò lentamente sbuffando in stazione, all'ultimo dirottata su binario morto.<br /><br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-80657557847185464052023-11-30T10:56:00.050+01:002023-12-13T12:16:21.880+01:00E Italo Calvino testimoniava a favore di un ex soldato repubblichino<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiEtwfLL8wqQT6rz5LGLaOb938P3ZGcoCIYVd4jEzl8_QfGcp3bJhmF7IQN0nbZJlVUU1GK8gdPZPlC1XcalVUPCcO4QGWRI82KjAxTxwibUaxd6CUPaxfLlQ3szUsYax1or-rLny_l20B0XaY2pkFIUIAS4EFmnb3J555RBHMBixkBjAsxkBWiCBmYweJ/s2976/22_nov27%20(80).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiEtwfLL8wqQT6rz5LGLaOb938P3ZGcoCIYVd4jEzl8_QfGcp3bJhmF7IQN0nbZJlVUU1GK8gdPZPlC1XcalVUPCcO4QGWRI82KjAxTxwibUaxd6CUPaxfLlQ3szUsYax1or-rLny_l20B0XaY2pkFIUIAS4EFmnb3J555RBHMBixkBjAsxkBWiCBmYweJ/w640-h426/22_nov27%20(80).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): il Monumento ai Partigiani - opera del patriota resistente Renzo Orvieto - sito davanti all'ex Forte di Santa Tecla, dove brevemente fu rinchiuso anche Italo Calvino<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Leggendo articoli di quotidiani e di portali web, sembra che non solo per <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/07/un-tedesco-agente-immobiliare-sanremo.html" target="_blank">Sanremo</a> e per <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/10/un-principe-austriaco-era-proprietario.html" target="_blank">Bordighera</a> - come si è già visto su questo blog -, ma che per tutta la provincia di Imperia durante la seconda guerra mondiale ci fosse un gran pullulare di spie, ma non di spie qualsiasi, bensì di quelle che oggi rendono appassionanti film, serie televisive e romanzi d'azione. Solo che Kgb e Cia all'epoca non c'erano ancora! E non ci fu neppure nulla di paragonabile a esperienze vissute da personaggi quali Richard Sorge, Kim Philby, Anthony Blunt, Guy Burgess o i membri dell'Orchestra Rossa.<br />Neppure, forse, nella limitrofa Costa Azzurra.<br />Detto questo, ad onor del vero furono numerose le operazioni segrete - raramente spettacolari - condotte da o verso la Costa Azzurra da alleati, partigiani, nazifascisti.<br />Su questo panorama e su quello delle fitte trame intessute sul territorio imperiese c'é da credere che sarà molto illuminante il prossimo libro degli storici locali Giorgio <a href="https://www.facebook.com/giorgio.caudano" target="_blank">Caudano</a> e Paolo Veziano.<br />Il grosso degli accadimenti, in ogni caso, riguardava infiltrati - per fortuna, molti a favore della Resistenza! -, sicofanti, voltagabbana, traditori, delatori, opportunisti.<br />In questo contesto ci sono fatti noti, altri meno, altri pressoché inediti.<br /> </div><div style="text-align: justify;">In questo vasto campo non si può fare altro che procedere con degli esempi.<br /> </div><div style="text-align: justify;">In ordine alle tristi collaborazioni con i nazifascisti si può evincere che "un fascista repubblicano" di Imperia denunciava il 13 febbraio 1944 due funzionari dell'Ufficio Provinciale delle Corporazioni per generici gesti antifascisti compiuti dopo il 25 luglio 1943; che ci furono, sempre nel capoluogo, altre denunce di anlaogo tenore; che un impresario edile di Sanremo si dichiarava protetto dalle S.S. tedesche; che molto pesanti furono le accuse - nel periodo in cui si tentava ancora l'epurazione - a carico di una donna abitante a Bordighera; che a Sanremo il borghese "robusto, statura piuttosto alta, età circa 50 anni, colorito bruno, capelli leggermente brizzolati, barba rasa [...] del quale ho dato i connotati, che secondo me guidava la spedizione, mi disse che era stato lui ad andare dal comando tedesco" (come da un verbale di interrogatorio, oggi documento in Archivio di Stato di Genova - ricerca effettuata da Paolo Bianchi di Sanremo - < fattispecie in seguito in questo post contrassegnata come AS GE>), avrà quasi di sicuro indotto altri rastrellamenti, oltre quello qui appena accennato e nel corso del quale vennero falcidiati i partigiani fratelli Zoccarato; che sempre a Sanremo un mutilato di guerra "che camminava con i bastoni" era comunque in grado di dare informazioni nocive agli antifascisti; che era piuttosto losca la figura dell'impresario di Sanremo del quale "... parecchi giorni dopo si seppe che era stato preso l'O. Il 15 novembre [1944], pochi giorni dopo l'arresto dell'O., i nazi-fascisti effettuarono un rastrellamento nella zona di San Romolo [<b>n.d.a.</b>: le responsabilità di <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/01/sul-rastrellamento-di-san-romolo.html" target="_blank">questo O.</a> per la tragica fine di partigiani a San Romolo, tra i quali il vecchio gappista Aldo Baggioli, il <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/01/sul-rastrellamento-di-san-romolo.html" target="_blank">giorno stesso</a> in cui venivano preso anche Italo Calvino, erano ribadite dall'ex graduato delle SS Ernest Schifferegger - come da documento statunitense già compulsato su queste colonne -] .... tutto San Romolo è voce comune che nel secondo rastrellamento, avvenuto otto giorni dopo, vi era... il quale alla presenza del figlio del custode di Villa Marsaglia presentò ai tedeschi una lista nella quale vi erano tutti i finanziatori dei Patrioti" (AS GE); che SS francesi ancora al 22 aprile 1945 mandavano informazioni carpite a danno dei partigiani al comando locale della X Mas. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Se si leggono alcuni carteggi, quali i documenti in archivio <a href="http://www.isrecim.it/" target="_blank">IsrecIm</a>, riassunti da Rocco Fava di Sanremo nella sua tesi di laurea del 1999, si intuiscono, inoltre, in controluce talune contromisure adottate dai garibaldini. Il 18 gennaio 1945 "Dario", Ottavio Cepollini, informava la Sezione SIM (Servizio Informazioni Militari) della Divisione d'Assalto Garibaldi "Silvio Bonfante" che "da parte dei tedeschi continua l'interrogatorio di 'Giulio' e 'Dek', 'Boll' collabora con i tedeschi, viene messo spesso con gli arrestati e con il pretesto di essere caduto anche lui in trappola cerca di carpire notizie utili da riferire ai tedeschi. Si cercherà di fare eliminare 'Boll' proprio dai tedeschi. I tedeschi a Pieve di Teco stanno ricostruendo il ponte crollato". Il 1 marzo 1945 la Sezione SIM del CLN di Sanremo avvisava la Sezione SIM della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" che "... a Sanremo si stava intensificando l'attività spionistica dei tedeschi... era inutile l'attacco contro il sarto Sofia". Il 16 marzo 1945 il CLN di Sanremo informava la Sezione SIM della V^ Brigata che "si trovava di nuovo a Sanremo il 'famigerato maggiore' tedesco Kruemer". Il 28 marzo 1945 "Carmelita" segnalava al C.L.N. di Sanremo che tra i più assidui informatori dei tedeschi vi era un certo colonnello Alberto Neri, abitante a Sanremo, invalido, ex combattente dell'esercito francese, in diretto contatto con il capitano "Frank" e che un'altra informatrice era una donna sudamericana di nome "Pegg", intima amica del Neri stesso. Il 30 marzo 1945 il responsabile "S. 22", G.B. Barla, del SIM della I^ Zona Operativa Liguria scriveva al suo comando che occorreva procedere all'arresto della spia Seccatore (Coccodé) - su cui aveva già dato informazioni - che stava agendo a Molini di Prelà. <br /> </div><div style="text-align: justify;">Si riportano spesso in letteratura specialistica il passaggio di confine con la Francia compiuto in tre direzioni o punti diversi da tre gruppi della missione britannica <a href="https://gsvri.blogspot.com/2021/02/vive-vitto-e-garibaldini.html" target="_blank">Flap</a>, cui si erano aggregati, tra gli altri, patrioti del Piemonte, piloti ed avieri, ex prigionieri, e l'arrivo dell'ufficiale di collegamento con la I^ Zona Operativa Liguria Robert <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2023/05/25/la-n-1-special-force-la-sezione-italiana-del-soe-organizzo-linvio-di-una-missione-comandata-dal-capitano-robert-c-bentley/" target="_blank">Bentley</a>, del Soe. Meno conosciuti, invece, sono - nel novero Oss - i passaggi della missione Youngstown - da Ventimiglia - e di quella Zucca, alla quale ultima partecipava anche Vincenzo Stimolo, un eroe delle Quattro Giornate di Napoli, fallita casualmente alla stazione ferroviaria di Santo Stefano al Mare, mentre poco al largo un sottomarino aspettava di sbarcare il vero referente, un responsabile del servizio statunitense, Bourgoin.<br /></div><div> <p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGmXHZEHbga3MUcjfsOSweO5etWTX93qMHGObZFnKI2YidiVdtyEmZkrw1M6xin3eH9-dt1q6d1VUG2779pib_HNyVabCvWEpWttDiMJg5Cnt1hXps9Em88cicmKfDqN0uC_anCAzOxKAo1l-dlAxJRg5hIXjGUB1fVI234yBTaLMtLZwoIy-hv8ZQgtP/s2976/17_ago21%20(47).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGmXHZEHbga3MUcjfsOSweO5etWTX93qMHGObZFnKI2YidiVdtyEmZkrw1M6xin3eH9-dt1q6d1VUG2779pib_HNyVabCvWEpWttDiMJg5Cnt1hXps9Em88cicmKfDqN0uC_anCAzOxKAo1l-dlAxJRg5hIXjGUB1fVI234yBTaLMtLZwoIy-hv8ZQgtP/w640-h426/17_ago21%20(47).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): a sinistra la casa - di colore rosa - in Marina San Giuseppe dove venne ucciso il capitano Gino Punzi<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Una storia straordinaria è quella del capitano Gino Punzi, infine reclutato dagli americani - Oss, antenna di Nizza -, nella cui tragica vicenda si incontrano maquisard, poliziotti fascisti prima di Ventimiglia poi di Imperia ma impegnati a sostenere in segreto la sua azione di costruzione di una rete antifascista, patrioti italiani quali Giuseppe <a href="https://gsvri.blogspot.com/2015/10/e-non-sapevamo-che-era-lultimo-treno.html" target="_blank">Porcheddu</a>, il maggiore degli Alpini a riposo di Ventimiglia Luigi <a href="https://gsvri.blogspot.com/2022/12/non-appena-venne-costituito-il-pfr.html" target="_blank">Raimondo</a> - già impegnato a margine della missione Flap -, Chiappa padre e figli di Bordighera, partigiani di passaggio in Costa Azzurra che tentarono di affidargli messaggi di delazione da recapitare ai loro Comandi circa loro compagni dediti a presunte o veritiere attività illecite, pescatori contrabbandieri chi in ferale ritardo chi fatale traditore: il capitano Gino, colpito da tergo alla testa con un'ascia, ricevette il colpo di grazia a Marina San Giuseppe di Ventimiglia per ordine di un agente della S.R.A. della Marina da guerra tedesca di stanza a Sanremo.<br /> </div><div style="text-align: justify;">A danno della Resistenza Imperiese è celebre il caso della cosiddetta "donna velata" che, dopo essersi infiltrata tra i partigiani, creò i presupposti per alcune efferate stragi nazifasciste, soprattutto ad Imperia. Lo è meno quello di Olga, nome fittizio di una giovane, forse jugoslava, di cui parla Michael <a href="https://gsvri.blogspot.com/2023/09/sono-dunque-costretti-rinunciare-al.html" target="_blank">Ross</a> nel suo libro di memorie "From Liguria with love". Ross, inglese, già prigioniero di guerra a Fontanellato di Parma, dopo essere stato, insieme al suo compagno di fuga Bell, prima aiutato dal martire antifascista Renato <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/02/06/la-resistenza-a-bordighera-im-cenni/" target="_blank">Brunati</a> e dalla sua compagna Lina <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2022/12/subito-dopo-la-liberazione-meiffret-e.html" target="_blank">Meiffret</a>, poi, dopo il fallito tentativo di arrivare in Corsica in barca a motore, ospitato in clandestinità per mesi e mesi a Bordighera da Giuseppe <a href="https://gsvri.blogspot.com/2020/12/la-moglie-e-la-figlia-di-concetto.html" target="_blank">Porcheddu</a> - che aveva acceduto alle istanze di Brunati e di Meiffret, i quali sentivano imminente il loro arresto da parte della miliza fascista -, si trovava, sempre con Bell, ai primi del 1945 tra i partigiani della zona di Taggia. Per due volte la spiaggia di Arma di Taggia da dove i due - ed altri militari alleati - avrebbero dovuto attendere il canotto di un sottomarino, attivato grazie ai messaggi radio del telegrafista di Bentley, fu, invece, teatro di uno scontro, rischiarato dai bengala tedeschi, tra partigiani e nazisti, con conseguente fallimento della prevista esfiltrazione. Non ci fu un terzo scontro, perché sia i tedeschi che il comandante - che non si era più potuto avvisare - del mezzo navale attesero invano. I garibaldini avevano capito il tradimento di Olga, che era stata pertanto giustiziata con un colpo di pistola alla nuca alla presenza dei due britannici: la sua salma venne seppellita in fretta e furia. A marzo 1945 Ross e Bell partirono infine in barca a remi da Vallecrosia con l'aiuto della locale SAP per <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/07/02/nel-caso-di-ross-e-dei-suoi-compagni-quei-partigiani-furono-salutati-come-eroi/" target="_blank">rientrare</a> da Montecarlo nei propri ranghi. Ancora una nota su Olga. Il <span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">garibaldino Giuseppe Gaminera (Garibaldi) nelle sue testimonianze sulla Resistenza ha ricordato altri precedenti gravi fatti - come avere causato l'arresto a Tumena da parte dei partigiani </span><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">della V brigata </span><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">di un uomo riconosciuto infine innocente, anzi, divenuto comandante garibaldino con il nome di battaglia di "Audace" - circa i quali si poterono presumere pesanti responsabilità della giovane, che era riuscita per mesi a non lasciare tracce di sé, districandosi tra una banda e l'altra.</span> <br /> </div><div style="text-align: justify;">Un funzionario - temporaneo (venne quasi subito arrestato dai saolini) - di P.S. della Questura fascista di Imperia fece mettere a verbale che aveva contributo a salvare il maggiore Enrico <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/08/22/un-duro-colpo-inferto-alla-rete-antifascista-creata-da-brunati-meiffret-e-porcheddu/" target="_blank">Rossi</a> (reintegrato finito il conflitto nel Servizio Permanente Effettivo del Regio Esercito), che era stato consegnato a giugno 1944 dalla G.N.R. alle SS tedesche insieme al tenente Angelo Bellabarba ed al tenente Alfonso Testaverde, tutti rei di attività antifascista, in cui spiccava la loro pregressa collaborazione con Renato Brunati e Lina Meiffret (AS GE). <br /> </div><div style="text-align: justify;">Italo Calvino dichiarava il 17 luglio 1945 in Commissariato di Polizia a Sanremo: "Ho conosciuto sempre il N. come di sentimenti antifascisti. Essendo io stato catturato nel <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/01/sul-rastrellamento-di-san-romolo.html" target="_blank">rastrellamento</a> del 15 novembre 1944 mi trovavo alcuni giorni dopo nella Caserma Crespi d'Imperia ed arruolato forzatamente in quella Compagnia Deposito. Qui incontrai il N. che era stato costretto a presentarsi in seguito a minacce di rappresaglie verso la sua famiglia. Egli appariva assai abbattuto, moralmente, per aver dovuto compiere quel passo. Io lo avvertii che la compagnia deposito non era che una stazione di smistamento verso i campi di addestramento dai quali non si poteva più scappare perciò lo consigliai, vedendo che egli aveva intenzione di scappare quanto prima di entrare a fare parte della compagnia provinciale cercando di esimersi dal fare rastrellamenti. Alcuni giorni dopo io scappai e non sò specificare l'attività del N. in quel d'Imperia. Posso dichiarare però che egli pur essendo a conoscenza del mio nascondiglio in campagna, non solo non mi denunciò ma mi avvertì che ero attivamente ricercato segnalandomi i rastrellamenti che si sarebbero compiuti nella zona" (AS GE): lo stile di scrittura non é certo quello del grande autore de "Il sentiero dei nidi di ragno"! <br /> </div><div style="text-align: justify;">Un rapporto della flotta statunitense di stanza nel Mediterraneo annunciava l'arrivo il 10 settembre 1944 nelle vicinanze di Saint-Raphaël di tre giovanotti, colà pervenuti in barca a remi da Ventimiglia e latori di alcune informazioni di spessore militare ("<span class="st"> Più tardi nostre navi spararono, con il supporto di
aerei da ricognizione, su alcuni obiettivi indicati da questi patrioti
italiani")</span>, una attestazione che conferma un racconto tramandato oralmente in zona ma non molto noto, anche se ripreso da Arturo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/06/la-piana-di-latte-ai-miei-tempi.html" target="_blank">Viale</a> nel suo "Vite parallele".<br /> </div><div style="text-align: justify;">Nel diario brogliaccio del distaccamento di Sanremo delle Brigate Nere si può leggere che il comandante Mangano - di cui oggi qualcuno insinua che fosse anche in contatto con gli americani - ebbe almeno un abboccamento - destando stupore nel verbalizzante - con un partigiano autonomo. Mangano, appena finita la guerra, morì suicida a Genova.<br /> </div><div style="text-align: justify;">"Per assicurare la dovuta segretezza alle nostre comunicazioni è stato stabilito che ogni nostro Agente firmi ogni suo rapporto, relazione, informazione, ecc con una sigla. Vogliate prendere nota che la SIGLA a Voi assegnata e con la quale dovete firmare é: VEN 38" scriveva il comandante della Legione G.N.R., Bussi, ad un suo agente confidente - goielliere di Ventimiglia - alle dipendenze dell'U.P.I. (Ufficio Politico, in pratica uno dei tanti servizi segreti della Repubblica di Salò) (AS GE). <br /> </div><div style="text-align: justify;">Il 16 settembre 1944 alcuni giovani francesi tentarono un vera e propria azione di commando sulla frontiera di Ponte San Luigi, tra Mentone e Ventimiglia. Il colpo fallì: morirono Jean Bolietto, di origini astigiane, saltato su una mina, e Joseph Arnaldi, detto Jojo, raggiunto da proiettili, cui si sottrassero gli altri tre del gruppo. Su questi partigiani e su questo fatto ha scritto diverse volte il professor Enzo <a href="https://www.facebook.com/enzo.barnaba" target="_blank">Barnabà</a>. <br />Stando alle sue dichiarazioni del maggio 1945 (AS GE) un ex poliziotto ausiliario della polizia saloina - di nuovo in carcere con l'accusa di avere militato in precedenza nelle fila fasciste - doveva incontrare alla fine di novembre del 1944 a Camporosso alcuni partigiani francesi, ma ne venne impedito in quanto catturato da ex colleghi repubblichini di Bordighera. <br />Si hanno notizie (pregressa ricerca del compianto Giuseppe "Mac" Fiorucci, autore di "Gruppo <a href="https://gsvri.blogspot.com/2022/08/quattro-viaggi-via-mare-fra-ventimiglia.html" target="_blank">Sbarchi</a> Vallecrosia" - con ogni evidenza in ciò aiutato dallo stimato storico nizzardo Jean-Louis Panicacci -) di incursioni - confermate da precise mappe dei luoghi, ancora esistenti - in zone del nostro ponente compiute da Joseph Manzone, detto "Joseph le fou" (un nome, un programma!), maquisard del dipartimento delle Alpi Marittime, che aveva già aiutato intorno all'8 settembre 1943 soldati italiani della IV Armata a fuggire o a raggiungere la locale Resistenza, protagonista di svariate altre avventure, lunghe da raccontare. <br />Da ottobre 1944 in avanti diversi furono da parte di partigiani ed agenti transalpini i tentativi compiuti di entrare in Italia attraverso la Val Roia, ma fallirono tutti o quasi. Particolarmente efficiente fu in questo contrasto a febbraio 1945 il servizio di controspionaggio tedesco.<br /><b> </b></div><div style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b><br /></div><div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-15426893301491178752023-11-26T08:24:00.010+01:002023-11-26T09:03:25.803+01:00A La Turbie non si erano neppure fermati<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-NL3rdQgVXG4lclBdg5mTqM3GzO7oQFidmKyUvMiWNTp31QWwz7UZupvWkuYSJ5yHkOVblWyxgsEqERPgjjN-EHSJpT-I_jRu60-WaBK6EYmSmPTf0vV0vakX5_q8xf09bdai7eZFNUXDDnh37ImYWTJSO7pMniwn0BZkNOfdAWd0tLdRehrUyk4fDcyt/s3008/150812%20258.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-NL3rdQgVXG4lclBdg5mTqM3GzO7oQFidmKyUvMiWNTp31QWwz7UZupvWkuYSJ5yHkOVblWyxgsEqERPgjjN-EHSJpT-I_jRu60-WaBK6EYmSmPTf0vV0vakX5_q8xf09bdai7eZFNUXDDnh37ImYWTJSO7pMniwn0BZkNOfdAWd0tLdRehrUyk4fDcyt/w640-h426/150812%20258.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Turbie: una vista su Cap Martin<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Correva l'anno 1967 e lassù a Sospel il ragazzino ed il giovanotto, che aveva guidato l'automobile da Ventimiglia, cercavano di flirtare con la bella e prosperosa giovane cameriera la quale si stava rimirando, invece, il terzo componente la piccola comitiva, un biondo dall'aria tenebrosa e malinconica tutto concentrato in sue apparenti profonde riflessioni. Lì vicino era il ponte antico sul torrrente Bevera, che da quelle parti ha appena cominciato il discreto e tortuoso cammino che lo porta a confluire nel fiume Roia all'altezza di Bevera di Ventimiglia. Nessuno dei tre gitanti sapeva allora della spaventosa <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2022/04/22/dalla-mia-posizione-sento-raffiche-di-mitra-nella-zona-di-albarea/" target="_blank">strage</a> di partigiani italiani e francesi, compiuta nel territorio di quel villaggio dai nazisti nell'agosto 1944, né che si era salvato per un soffio da quella tragedia il padre di una ex compagna di scuola del timidone.<br /><br />Gli stessi tre personaggi quando in un'altra occasione arrivarono al Santuario di Laghet, che è vicino a La Turbie e, dunque, alquanto lontano da Sospel, non erano al corrente di quante storie stessero dietro ai tanti ex voto appesi alle pareti della Cappella e nemmeno della persistenza di un pellegrinaggio che tuttora conduce a piedi a quel sito diversi fedeli - o cultori di curiosità locali - partiti da Camporosso e dintorni: vicende in ogni caso tratteggiate con buona penna in più di un suo lavoro da Arturo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/10/io-sfogliavo-i-cataloghi-dei-due.html" target="_blank">Viale</a>.<br /><br />A La Turbie non si erano neppure fermati perché il neghittoso della compagnia aveva dichiarato che il Trofeo di Augusto l'aveva già visitato in occasione di una gita scolastica: ma forse gli pesava di più l'amaro ricordo di una pregressa cotta non corrisposta.<br /><br />Nel corso delle prime escursioni in Costa Azzurra era ancora assente il piccoletto, che subentrò in seguito a prendere il posto del cugino del guidatore: questi voleva ben rodare la macchina nuova, una Fiat 1100 (o era una 1500?) color crema, il parente volle, dopo due o tre occasioni, dedicare quei pomeriggi agli studi, probabilmente per tenersi ben libera la giornata della domenica.<br /><br />Il sabato pomeriggio, in effetti, era il tempo deputato per simili esperienze, non solo per gli impegni scolastici di chi faceva il passeggero, ma anche perché prima occasione libera in settimana per l'autista, il quale, già diplomato ragioniere, aveva intanto assunto doveri di lavoro.<br /><br />Ad arrivare al 1968, gran parte delle strade di quel levante di Costa Azzurra non ebbero più segreti per i tre - a volte ridotti ai due (si fa per dire!) più anziani - di cui si è detto all'inizio. Cannes, la Promenade a Nizza - all'epoca arteria obbligata di scorrimento -, la vallata parallela al mare, una Nizza stranamente mai ben visitata allora, i cartelloni del Festival del Cinema, gli esiti tremendi di tanti incidenti stradali accaduti in quel Dipartimento - purtroppo ripetuti e visti (soprattutto sulla Moyenne Corniche) negli anni a venire, per fortuna mai neppure sfiorati a quel tempo - e tanto altro disegnarono un caleidoscopio di suoni e di colori difficile da tenere bene a memoria.<br /><br />Ad un imprecisato sentimento di amarezza per aver quasi subito perso di vista - i casi della vita: trasferimento professionale - si aggiunse pochi anni fa, pesante come un macigno, la notizia che quel baldo automobilista era appena deceduto, tutto solitario, in circostanze misteriose in un paese dell'America del Sud.<br /></div><div><br /><b>Adriano Maini</b><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-14018062425274178582023-11-19T13:04:00.021+01:002024-02-15T08:17:55.915+01:00C'é una Torre nella Piana di Latte...<div><div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBlMRb_IugFIYzb9bj3wmomnc6OltTO6knfsYg8UeLEPQyMOiG2UiuMfZmDySE4FynUmk4P41nFf4_z1tY9NX3LuCeyoMlyqpCCuDLqgLduNy8yfrSxj_cYw4yAUeTaqnnxC1OPmGz2oZZ2Mp053ZOXEoPbM6tldIOhDBmTqTQX61P9YhFKvsX-GxyWS6a/s2005/tl1.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1313" data-original-width="2005" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBlMRb_IugFIYzb9bj3wmomnc6OltTO6knfsYg8UeLEPQyMOiG2UiuMfZmDySE4FynUmk4P41nFf4_z1tY9NX3LuCeyoMlyqpCCuDLqgLduNy8yfrSxj_cYw4yAUeTaqnnxC1OPmGz2oZZ2Mp053ZOXEoPbM6tldIOhDBmTqTQX61P9YhFKvsX-GxyWS6a/w640-h420/tl1.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): una vista parziale della Piana di Latte<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Persiste un gran scrivere - per non dire un gran pontificare - sulle ville storiche di Latte, Frazione di ponente di Ventimiglia. E non solo su quelle - per lo più situate nella Piana -, ma anche su altre, non molto lontane.</div><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Spiace solo che un bel dibattito non ci sia mai stato sui rischi corsi - ancora nel recente passato - di ulteriore cementificazione, né su ristrutturazioni, che almeno in un caso si dice sia consistita in uno sventramento completo con successiva ricostruzione. Come aveva paventato ne "Gli spiccioli di Montale" Nico Orengo, di cui non si sa se si sia mai rallegrato di qualche relativa salvaguardia pur conquistata in zona.<br /></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvgvXUJ2QqmweBT8khVIYcdrOmC7JfgYt_YKRuJ0rDc1uss5wAtQNQ4AirhsAm0PEesshJfUgC9EnHQq6mObgoM_VjYlj8d59ZBJxmDnkFYvMf1VKUg8AGLutUrgxi3nfVZQtMigQEK5lQkt7KzLZnm6uZzNE7zk3XCeOwIMyvO-e8q_xJcMUsAVTljar-/s1857/11_m03%20(46)%20c.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1305" data-original-width="1857" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvgvXUJ2QqmweBT8khVIYcdrOmC7JfgYt_YKRuJ0rDc1uss5wAtQNQ4AirhsAm0PEesshJfUgC9EnHQq6mObgoM_VjYlj8d59ZBJxmDnkFYvMf1VKUg8AGLutUrgxi3nfVZQtMigQEK5lQkt7KzLZnm6uZzNE7zk3XCeOwIMyvO-e8q_xJcMUsAVTljar-/w640-h450/11_m03%20(46)%20c.jpg" width="640" /></a></div><br />Conviene rifugiarsi nell'aneddotica.<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXyJGUPD6AytlxFgLiDzCN3XrBc733rl9sLieXoU4TFhwa5hQiFME5MpOoSqIhw0EC64lyUDPNMCbQWLvvpwiCVntZyMmqJvKy6GTS1q7u2XPmgaQZFuNrapJEoENbQiE9K4sxp1yNdicwgxCKVj2km5wZtAPI34Gw1jgPLhyKC3byIpfMqXP4QlUXVwK8/s4000/16_ott27c%20(29).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXyJGUPD6AytlxFgLiDzCN3XrBc733rl9sLieXoU4TFhwa5hQiFME5MpOoSqIhw0EC64lyUDPNMCbQWLvvpwiCVntZyMmqJvKy6GTS1q7u2XPmgaQZFuNrapJEoENbQiE9K4sxp1yNdicwgxCKVj2km5wZtAPI34Gw1jgPLhyKC3byIpfMqXP4QlUXVwK8/w640-h480/16_ott27c%20(29).JPG" width="640" /></a></div><br />C'è una Torre - una delle cinque, se non aggiuntiva, delle superstiti strutture di avvistamento, come da elenco stilato da competente persona del posto - adagiata al muro di cinta - lato di ponente, affacciato sulla foce del torrente Latte - del parco di una vestusta magione del novero di quelle già menzionate, una Torre che in una stanzetta al pianterreno negli anni - quelli Ottanta - di fulgore di sagre popolari e Feste de l'Unità - ma anche dell'Amicizia (Democrazia Cristiana) - ospitava materiali utili a tali accadimenti: a fianco, talora, all'aperto, si tenevano incontri conviviali, qualche volta rallegrati dal passaggio di qualche vispo porcospino. L'edificio oggi dovrebbe essere di proprietà diversa da quella dell'intero complesso padronale, ma, invero, questo aspetto risulta poco interessante.<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVwYzrGBjxPsaEjNXVGdIuqVVELIbxpcjMIUibhHK5kgdO84ogl1B5dNexp2O6xHX3eDegnZTwpysJj1VW2Nv_ChkuJY9P0QrY8cLX0kybvBu_nWto5lTUgEIHn0FAMYC159kl0BbAActP1EuywuUHuQqYp8rDtBCQ4Rtq4VXtpFW3rgCCsOE1tgLuB_mq/s2000/15_ago27%20(37)%20a.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1930" data-original-width="2000" height="618" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVwYzrGBjxPsaEjNXVGdIuqVVELIbxpcjMIUibhHK5kgdO84ogl1B5dNexp2O6xHX3eDegnZTwpysJj1VW2Nv_ChkuJY9P0QrY8cLX0kybvBu_nWto5lTUgEIHn0FAMYC159kl0BbAActP1EuywuUHuQqYp8rDtBCQ4Rtq4VXtpFW3rgCCsOE1tgLuB_mq/w640-h618/15_ago27%20(37)%20a.JPG" width="640" /></a></div><br />La stretta Via Romana, infrastuttura di accesso a molte delle già dette dimore, attraversa la località da una parte parallela al mare, dall'altra alla ferrovia, prima in un senso, poi, in un altro, mediante un cavalcavia pedonale, sì da congegnare un'arteria carrozzabile strozzata quasi a metà. Allo stato attuale ci sono discreti parcheggi a ponente. All'epoca di tante feste popolari era uno spettacolo vedere invaso di automobili e di motocicli l'ampio greto del rio, compresi tratti del corso - asciutto d'estate! -. Per chi arrivava - ma anche adesso - sussisteva l'obbligo di prestare sempre attenzione al fatto che non ci sono quasi mai due sensi di marcia. <p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhejCbr-IIDOGWWb2BlWo009hoO0hlcpQt9fvduSKXAhmDwT14gu03KgSpkSNloKHWBQNrbVhZ6CpXggAnti5J-Uoctkgv89nMTVrn7sg5ZrJ579iKMiGOtbsKfgmBq5GQ7OcdE51z0LnRj6ZnnD_BNeMqe6B8pAPFbiPxQEhGfslx8VgmXxurN_ya767cp/s2603/tl4.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1657" data-original-width="2603" height="408" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhejCbr-IIDOGWWb2BlWo009hoO0hlcpQt9fvduSKXAhmDwT14gu03KgSpkSNloKHWBQNrbVhZ6CpXggAnti5J-Uoctkgv89nMTVrn7sg5ZrJ579iKMiGOtbsKfgmBq5GQ7OcdE51z0LnRj6ZnnD_BNeMqe6B8pAPFbiPxQEhGfslx8VgmXxurN_ya767cp/w640-h408/tl4.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): un classico tratto di levante della Via Romana a Latte<br /></td></tr></tbody></table><br />Una situazione che probabilmente disegna da sola tante storie.<p></p><p style="text-align: justify;">Ad esempio, diversi anni fa Nico Orengo scrisse - dopo averne letto "Quaranta e mezzo" - un biglietto di congratulazioni ad Arturo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/10/io-sfogliavo-i-cataloghi-dei-due.html" target="_blank">Viale</a> (che lo ha pubblicato nel suo ultimo "Punti Cardinali: da capo Mortola a capo Sant'Ampelio", Edizioni Zem, 2022), in cui, tra l'altro, menzionava l'albero di giuggiola presente prima del cavalcavia della Via Romana, aggiungendo: "Caro Viale, il suo raccontare mi ha tenuto una affettuosa e sincera compagnia per una sera, tempo fa...".</p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH2LzxjLnK4USJx-0UZtU5M535lEIbNqKhZWngYkkHDEoTLxYOlO-frDHHr0eZp0jJ4FKexuArPGQgMMO3UPQenp64l6wFMhO_bOUZ7PGFUIEnw3FI3D3_gmWQn6kZ4Gd2QREzEYU6JSwO0EDmfNL-8BxskY_nolauvtUzvdiDjrZid29QfL7UymRhZqlz/s2976/tl2.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH2LzxjLnK4USJx-0UZtU5M535lEIbNqKhZWngYkkHDEoTLxYOlO-frDHHr0eZp0jJ4FKexuArPGQgMMO3UPQenp64l6wFMhO_bOUZ7PGFUIEnw3FI3D3_gmWQn6kZ4Gd2QREzEYU6JSwO0EDmfNL-8BxskY_nolauvtUzvdiDjrZid29QfL7UymRhZqlz/w640-h426/tl2.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): il cavalcavia della Via Romana a Latte<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Neanche a farlo apposta appena attraversata quella passerella - o poco prima, se si arriva da un'altra direzione - sorge Villa San Gaetano. Dalla fitta ringhiera sovrastante la ferrovia si intravvede a malapena l'abside della Chiesetta dallo stesso nome, che sorge di fronte: i colori sono belli ed intensi, mentre la facciata è grigia e smorta. A quella Cappella a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta erano usi recarsi per depositare fiori due ferrovieri in pensione, lieti di rendere in tale modo felice una signora più anziana di loro, impossibilitata a muoversi. A Villa San Gaetano Maria Pia Urso, di recente purtroppo scomparsa, ha dedicato un bel libro di memorie - sue e di famiglia -, uno spaccato di grande livello sociale e morale. "... l'intensa esperienza di vita, la gioventù spensierata al mare, gli ideali, i gusti culturali, le curiosità e le molteplici iniziative nella comunità", sottolineava una presentazione dell'opera (Maria Pia Urso, Villa San Gaetano, youcanprint, 2015).<br /></div><div><p></p><p style="text-align: justify;">Spostandosi verso ponente si possono scorgere la casa a lungo abitata ed i resti delle campagne per pari periodo coltivate a fiori - rose, soprattutto - con passione e competenza - il tutto rigorosamente in affitto - da Libero Alborno, il Libero de "La curva del Latte" e di altri romanzi di Nico Orengo.</p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUUxRIUOnn7gY_Qvj21YGHNdLmhw8Q4CatlQxZYik-waRFdsFvLMOR-y01dqB7s48nqHQyc0lcX933iOCs0UiiUIpqrbinNR3yjwvl-rZKJxWzoi1zL-x9KFuGZDc-KalORDMzFZ7drzKa3htBA6GDB52yBZFW4AJTatQlH4StUSJ4KwiHVtTlZkDOlwxS/s4000/tl5.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUUxRIUOnn7gY_Qvj21YGHNdLmhw8Q4CatlQxZYik-waRFdsFvLMOR-y01dqB7s48nqHQyc0lcX933iOCs0UiiUIpqrbinNR3yjwvl-rZKJxWzoi1zL-x9KFuGZDc-KalORDMzFZ7drzKa3htBA6GDB52yBZFW4AJTatQlH4StUSJ4KwiHVtTlZkDOlwxS/w640-h480/tl5.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): uno spazio verde a complemento di un parcheggio nella zona di ponente della Via Romana a Latte<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Si narra, inoltre, di episodi - accaduti in qualche punto della Piana - di pura goliardia ai quali lo scrittore si sarebbe lasciato andare con compagni sì di modesta statura intellettuale, ma che si beavano contraccambiati della sua presenza e che non si sono mai sognati di dedicargli pensieri scritti.<br /></div><div><p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilTivZn-9qw_UgUN2y7bAuqOaP-T4dvklLx8a-mJR6-2F1q5yoXL56xyko_jPoLqEoCZyaonRduSB8pegA7HHnCxcNeYyctjZ7zG5XSvjbrthIebReBvVAHm3Q5oANt-Le7rmsyAbshqS4cFxKs_lksKCSx7F76Riy72OpfS5j8CN4b2yiwOG6qTbJRwC7/s2976/tl3.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilTivZn-9qw_UgUN2y7bAuqOaP-T4dvklLx8a-mJR6-2F1q5yoXL56xyko_jPoLqEoCZyaonRduSB8pegA7HHnCxcNeYyctjZ7zG5XSvjbrthIebReBvVAHm3Q5oANt-Le7rmsyAbshqS4cFxKs_lksKCSx7F76Riy72OpfS5j8CN4b2yiwOG6qTbJRwC7/w640-h426/tl3.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): la zona di Latte, vista dalle vicinanze di Villa San Gaetano<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Da quelle parti ha abitato a lungo un floricoltore, per nulla vanesio, ma del quale ancora oggi si raccontano da terze persone grandi avventure di pesca, vissute negli anni, da quella - ripetuta - al pescespada, affrontata sempre con un piccolo guscio, non con mezzi professionali, a quella - che si tramanda ancora - di una mirabolante imbarcata di bianchetti, che, forse, non era già del tutto lecita, stanti i divieti in materia. Il fratello, forse sodale, forse più pronto ad uscire in mare con altri, ridimensionava, invece, in una datata conversazione gli esiti di una ricerca di branzini, di cui si era, invece, tramandata una bella storia, storia, inoltre, costellata di riferimenti a inconsueti, di solito rocciosi, rialzi del fondale, al massimo a pelo
d'acqua, teatri a volte, per i conoscitori di quegli arcani, di cospicui risultati e talora muti conservatori di relitti misteriosi, spesso piratescamente trafugati. Non sempre i gozzi sono partiti o tornati dalle spiagge della Piana di Latte, ma spesso, per un risvolto o l'altro, lì si torna. </div><p></p><p style="text-align: justify;">D'altronde, i racconti di pesca - a fare inizio dallo stesso Nico Orengo - abbondano per tutto il ponente di Ventimiglia, da Punta della Rocca al confine con la Francia.<br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini </b><br /></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-60865126873026753622023-11-12T11:22:00.001+01:002023-11-12T11:22:11.670+01:00Curiosità da un archivio abbastanza recente<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHiOR_wBaahShxiynFyc1biEBoPQ68dF39cxDnKvT4mjjB0wLJtPiNCpSDXeP2rMEehzeDlADj35GOmIQbiC0XIKso1nGtSHGHRWPuFAwld0436SKKggWnLS_4jR2ezoEnR_qhlb-qrciVAYtrmBVJr4ITBzVuf5jM8kW-0F-tLIHFse5a5YQfmHHXAmh/s3008/15_ago20%20(174).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHiOR_wBaahShxiynFyc1biEBoPQ68dF39cxDnKvT4mjjB0wLJtPiNCpSDXeP2rMEehzeDlADj35GOmIQbiC0XIKso1nGtSHGHRWPuFAwld0436SKKggWnLS_4jR2ezoEnR_qhlb-qrciVAYtrmBVJr4ITBzVuf5jM8kW-0F-tLIHFse5a5YQfmHHXAmh/w640-h426/15_ago20%20(174).JPG" width="640" /></a></div><br />Un mercatino a Dolceacqua (IM).<p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizGZhbMfDMhCk0Prj7Rhto_igCuObJblxhGZN7Mt5kr8-9lN4jlOzP3p6fhNctNrzabC03BA3PdX1RhFQchXF_LrGoOcM_SEOJSoFTFMURIuyrPmGMcQanzyCphaUNscOw_xiWpRbhp7oNAy3BvfaE8plv-R64oZo-H38DU7WC_YAOWuaZ5FnDcgsGVu8o/s3008/250813%20(7).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizGZhbMfDMhCk0Prj7Rhto_igCuObJblxhGZN7Mt5kr8-9lN4jlOzP3p6fhNctNrzabC03BA3PdX1RhFQchXF_LrGoOcM_SEOJSoFTFMURIuyrPmGMcQanzyCphaUNscOw_xiWpRbhp7oNAy3BvfaE8plv-R64oZo-H38DU7WC_YAOWuaZ5FnDcgsGVu8o/w640-h426/250813%20(7).JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdcjdp26_wxpiqm0ocPm6VST3Q-Ko0ynrZAMvsCvlWxD9Gau-pke0e-PUG9Dcoi19qpQrmC-gTBW47BpXSanZ2i5n97TmwYu3aNCtJqpyp7ybP0k_kxlGYsE9aHTGBC9IRxNaOiFN-Sm1cVhbP4mmBolTYo8631rQVlECaI1hkosG-9r-d812EljlTvjXt/s3008/250813%20(9).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdcjdp26_wxpiqm0ocPm6VST3Q-Ko0ynrZAMvsCvlWxD9Gau-pke0e-PUG9Dcoi19qpQrmC-gTBW47BpXSanZ2i5n97TmwYu3aNCtJqpyp7ybP0k_kxlGYsE9aHTGBC9IRxNaOiFN-Sm1cVhbP4mmBolTYo8631rQVlECaI1hkosG-9r-d812EljlTvjXt/w640-h426/250813%20(9).JPG" width="640" /></a></div><br />Un altro mercatino a Dolceacqua: edizione diversa, in sponda sinistra del torrente Nervia.<br /><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkYZ5TUVD_1xM24uWl7h6e287kDbjXQXoc26sC8ztiQusvatd6r7ZIEsy41BgyoWumYkSu0Q_0GMc5rnFuFABHK4e-ICFamTm5xlxrKrHZVmDB5z3cG4nyxDwf240k4oA__TrJCFYfuwcJVkMT2-8cxjnV3d9t7zFQg2OXyV-I6G3Fw9jz5FmT8zpVMB5K/s3008/13lug14%20(18).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkYZ5TUVD_1xM24uWl7h6e287kDbjXQXoc26sC8ztiQusvatd6r7ZIEsy41BgyoWumYkSu0Q_0GMc5rnFuFABHK4e-ICFamTm5xlxrKrHZVmDB5z3cG4nyxDwf240k4oA__TrJCFYfuwcJVkMT2-8cxjnV3d9t7zFQg2OXyV-I6G3Fw9jz5FmT8zpVMB5K/w640-h426/13lug14%20(18).JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF59-38dwrgn-py3HgT9zfQXgfHXjFMNb69aBfUFPgi9LSV8N3tDWRiirmZfhJS7_kHy-IiTeOAzT1JRrYPRt4siKelUgyLlDETIGRjzLV1N1K1Z4ongBsRi-n09cPbPH0CWPURx76E0cMhAhUBo_ysi_va9p27sMvicUVrXDOdm-LFRBHwAlvS7wwCKTY/s2401/apette15%20(2).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2401" data-original-width="1091" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF59-38dwrgn-py3HgT9zfQXgfHXjFMNb69aBfUFPgi9LSV8N3tDWRiirmZfhJS7_kHy-IiTeOAzT1JRrYPRt4siKelUgyLlDETIGRjzLV1N1K1Z4ongBsRi-n09cPbPH0CWPURx76E0cMhAhUBo_ysi_va9p27sMvicUVrXDOdm-LFRBHwAlvS7wwCKTY/w290-h640/apette15%20(2).JPG" width="290" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2_WsAG2xEQ6zad0Zf_d8qQssr_gMHoYIbU9qSepYzR0L1SJRP5yE7B87KoRuFy9a76RfaGD2Gqy2CeTpFTlOcMUvtGmDkS2D31jJosyr-p97wy1z9K3TOvvbjpNnGW6s5LvanBwLyx-OmkKMjuh2mDr-l2ZCs_bDyYO4FNaMCXd50-cN0-EYnCSgqPdGt/s3000/apette15%20(1).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="1905" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2_WsAG2xEQ6zad0Zf_d8qQssr_gMHoYIbU9qSepYzR0L1SJRP5yE7B87KoRuFy9a76RfaGD2Gqy2CeTpFTlOcMUvtGmDkS2D31jJosyr-p97wy1z9K3TOvvbjpNnGW6s5LvanBwLyx-OmkKMjuh2mDr-l2ZCs_bDyYO4FNaMCXd50-cN0-EYnCSgqPdGt/w406-h640/apette15%20(1).JPG" width="406" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivi68L5lriPF0b46_rdyxZfpNVPuRapJm04HZ3p60j-cyhvz4llvQo60Pd9M08GoADNGlmYdc5_OXLU8WS6oIDwh8derror1_drD50o3VSX2n94bBjDPKtwqWNDDvOpdKps6uM0F6sXfNZ2Go7wiQPLVfhWtoicZLX8kXdCE2PRb2lyoSNhiPnEiktjgij/s3216/P7080142.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3216" data-original-width="2833" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivi68L5lriPF0b46_rdyxZfpNVPuRapJm04HZ3p60j-cyhvz4llvQo60Pd9M08GoADNGlmYdc5_OXLU8WS6oIDwh8derror1_drD50o3VSX2n94bBjDPKtwqWNDDvOpdKps6uM0F6sXfNZ2Go7wiQPLVfhWtoicZLX8kXdCE2PRb2lyoSNhiPnEiktjgij/w564-h640/P7080142.JPG" width="564" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAjOFqAxkqXD3lzh4VKLjOPtkyc6GG2g-pCgb4h3bCM8taK4zsZ1A7whvTL0XN47sBTs8NUjJ7OVBud27g9jIz3glxiPW5hO8g0THIE-Bw_4mnMtEBZOSz45xFGHIgQRkntqzFPYQMBfBrsK3Lfr_-4c4LUBYSlMFY0_4sO8I9PGDwJ_SiCNyoPL1JlFhyphenhyphen/s3216/P7080108.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3216" data-original-width="2621" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAjOFqAxkqXD3lzh4VKLjOPtkyc6GG2g-pCgb4h3bCM8taK4zsZ1A7whvTL0XN47sBTs8NUjJ7OVBud27g9jIz3glxiPW5hO8g0THIE-Bw_4mnMtEBZOSz45xFGHIgQRkntqzFPYQMBfBrsK3Lfr_-4c4LUBYSlMFY0_4sO8I9PGDwJ_SiCNyoPL1JlFhyphenhyphen/w522-h640/P7080108.JPG" width="522" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTRlmLXFNeNQaM0OO6b7TrYj3Ogh8R32UK7zdwfaaxeH9P5JQpTABog9Pm4PetI77gPbFPz7ERX1YIt3OykE2zQkZVp9Ysn2KePRJ0u1BbvLIJ3llR9aKVz7x_dCtePQvPg6uolKXx20qqfU8G7pwzgi5EDPjRdG0OvGkyQgiMgjRAXijOaZJKwd_C_tKs/s3576/P7140461.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2987" data-original-width="3576" height="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTRlmLXFNeNQaM0OO6b7TrYj3Ogh8R32UK7zdwfaaxeH9P5JQpTABog9Pm4PetI77gPbFPz7ERX1YIt3OykE2zQkZVp9Ysn2KePRJ0u1BbvLIJ3llR9aKVz7x_dCtePQvPg6uolKXx20qqfU8G7pwzgi5EDPjRdG0OvGkyQgiMgjRAXijOaZJKwd_C_tKs/w640-h534/P7140461.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ4RK-d0rwwkQIx7lr_h2QxRpv4gi8lRDJgZ1j2xQF00EFn-5YMxFWhPs3J6gdjKceLIdkipe81fmQhMwQKTo6cN30jC_DUGaZ_9zz9TJvtEON_IsJDFSQrAHRy91ZB5vNrXLkhbiAXBUSZGtjrq2FomZ3PfwxMW-l7tnSn_x1pyttl6SftgXxFIUb8PR0/s4288/P7140460.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4288" data-original-width="3216" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ4RK-d0rwwkQIx7lr_h2QxRpv4gi8lRDJgZ1j2xQF00EFn-5YMxFWhPs3J6gdjKceLIdkipe81fmQhMwQKTo6cN30jC_DUGaZ_9zz9TJvtEON_IsJDFSQrAHRy91ZB5vNrXLkhbiAXBUSZGtjrq2FomZ3PfwxMW-l7tnSn_x1pyttl6SftgXxFIUb8PR0/w480-h640/P7140460.JPG" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQmHXJSgOqxpSlP6ktdmrCs0L1-WhgVct0z2eHcy0btQj2nDiITQ3PBoVRfwqVu_xoCRZgqTlipnXBBTy6OqFZFnqefDYvJGhHBYZZNzGhaki3N9NpR0uyeNW2n3YtkqC5ZUOwnorJ2KPLvQj1pWZd5Qt1VaA44ja6dXVwPNeQRS6hsSuqn6RN44XBRZIg/s4173/P7140462.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4173" data-original-width="2789" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQmHXJSgOqxpSlP6ktdmrCs0L1-WhgVct0z2eHcy0btQj2nDiITQ3PBoVRfwqVu_xoCRZgqTlipnXBBTy6OqFZFnqefDYvJGhHBYZZNzGhaki3N9NpR0uyeNW2n3YtkqC5ZUOwnorJ2KPLvQj1pWZd5Qt1VaA44ja6dXVwPNeQRS6hsSuqn6RN44XBRZIg/w428-h640/P7140462.JPG" width="428" /></a></div><br />Una festa popolare a Vallebona (IM).<p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGyMtKo1jZ1d9v8xN5W4_sH2idNkgxnPyXrotRap_IpBU15Chdns5rnuUWpIbsq1_6dFTa5Ny9nO5la28PFJxzFIYZaT-QkDLGRpmiFpjFDsCf-_7-9rtyKD8WNFEAuv_7nQ9IvrEngqfbrSbBbDZ8Qb2oK2qMSeZcJoTj-Cz8Y3nDTpB5-_WJLWrumcFI/s3008/varie-140514%20(4).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGyMtKo1jZ1d9v8xN5W4_sH2idNkgxnPyXrotRap_IpBU15Chdns5rnuUWpIbsq1_6dFTa5Ny9nO5la28PFJxzFIYZaT-QkDLGRpmiFpjFDsCf-_7-9rtyKD8WNFEAuv_7nQ9IvrEngqfbrSbBbDZ8Qb2oK2qMSeZcJoTj-Cz8Y3nDTpB5-_WJLWrumcFI/w640-h426/varie-140514%20(4).JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYPQ6X8mDVVtQimDXIS8rlUxsE6WgERfQz2oJlkq-UqMR_N3Cl14Xu6hCmKrMqg4vHCcv1xVcgu259TyDTIb4Da3-lfJNyZRF12tYk_XFkBi2UYe7LjfDrRlovqNF13aM_KI1Q-mOy8leAWYSjrMLBLBkWEBAQ8ac48MYkVyKgffWaSeqKGWj8aZbJNnDf/s3008/028.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYPQ6X8mDVVtQimDXIS8rlUxsE6WgERfQz2oJlkq-UqMR_N3Cl14Xu6hCmKrMqg4vHCcv1xVcgu259TyDTIb4Da3-lfJNyZRF12tYk_XFkBi2UYe7LjfDrRlovqNF13aM_KI1Q-mOy8leAWYSjrMLBLBkWEBAQ8ac48MYkVyKgffWaSeqKGWj8aZbJNnDf/w640-h426/028.JPG" width="640" /></a></div><br />Finita la processione del Santo Patrono - Ampelio - a Bordighera (IM), una bella merenda offerta dal sodalizio "Paize Autu". <p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimvDZhXKIsD51VhTp_-ZkPRsExXPMJ7FXivjjQUtw_FoSVxvt7XQ3HUIgrkKghahzJKVNksxmyB-KYIPvprOJmLfudXf4LTuveTGakBCbwkFGjWIOC9LYNLnpeudjuAHCiGD7wiJLm5r1vIHrYnyVYTP06IkbAgX407JjLszcJeShYVqoMpF3rKz-Pcpvr/s3216/P6160363.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2114" data-original-width="3216" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimvDZhXKIsD51VhTp_-ZkPRsExXPMJ7FXivjjQUtw_FoSVxvt7XQ3HUIgrkKghahzJKVNksxmyB-KYIPvprOJmLfudXf4LTuveTGakBCbwkFGjWIOC9LYNLnpeudjuAHCiGD7wiJLm5r1vIHrYnyVYTP06IkbAgX407JjLszcJeShYVqoMpF3rKz-Pcpvr/w640-h420/P6160363.JPG" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs_BoXQqYNiGJ0duO3_9K_Q0msmjeDQeaVSqoUODEaiA0Y6NzOvzKFu9euWKDXjM1G3aBpzbGGMOG5e7YOAkF7YBrcb51CRHthVPDrV9XuH_JWzp5YPEtXBch79xixX7iUEDdV683AXjPOWGsp7cDvcy5lhqKS2fvsrkkLtHO7kxs892p0WIUFS30_Tudq/s3216/P6160367.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2444" data-original-width="3216" height="486" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs_BoXQqYNiGJ0duO3_9K_Q0msmjeDQeaVSqoUODEaiA0Y6NzOvzKFu9euWKDXjM1G3aBpzbGGMOG5e7YOAkF7YBrcb51CRHthVPDrV9XuH_JWzp5YPEtXBch79xixX7iUEDdV683AXjPOWGsp7cDvcy5lhqKS2fvsrkkLtHO7kxs892p0WIUFS30_Tudq/w640-h486/P6160367.JPG" width="640" /></a></div><br />Un dopo Battaglia di Fiori a Ventimiglia (IM). <p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3qsGup20yDFNnd4OSSlI1p4chH8vG6dExKm2Ud-wSbSeGugCKc1J6rr6hG47pMLaBzCXURo3RNu0bZ6XcCg80s99oe_2vTy6HE6T71UwMbDJORN-GhRQPf5KWfq1y4f8ntp28cJGZzmhoGLrftkPyX_5bxJuakegbQK81yxdK9YYqb0PqLTnQhYthwRFW/s1600/villatella-amici%20(6).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3qsGup20yDFNnd4OSSlI1p4chH8vG6dExKm2Ud-wSbSeGugCKc1J6rr6hG47pMLaBzCXURo3RNu0bZ6XcCg80s99oe_2vTy6HE6T71UwMbDJORN-GhRQPf5KWfq1y4f8ntp28cJGZzmhoGLrftkPyX_5bxJuakegbQK81yxdK9YYqb0PqLTnQhYthwRFW/w640-h480/villatella-amici%20(6).jpg" width="640" /></a></div><br />Un raduno conviviale a Villatella, Frazione di Ventimiglia.<p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDjlXa8xYJAx5RXdPhBAVvRwgmNPpOD7EzcKLCMbKhVYr4AHvs563xjco9DdCP0ahrDaqi11ZYsSsCCnWTD6zgZNQ5F7_u2-1zCOd9tZ-9VdtjvDlr47c1Dom6Nf4h97uSl6wt1jpalggKDu76UzFE_1MT593-eGaGYkMbps-OcYQKIVRFeH8ckGwfiXs-/s3280/enzo.b%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2460" data-original-width="3280" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDjlXa8xYJAx5RXdPhBAVvRwgmNPpOD7EzcKLCMbKhVYr4AHvs563xjco9DdCP0ahrDaqi11ZYsSsCCnWTD6zgZNQ5F7_u2-1zCOd9tZ-9VdtjvDlr47c1Dom6Nf4h97uSl6wt1jpalggKDu76UzFE_1MT593-eGaGYkMbps-OcYQKIVRFeH8ckGwfiXs-/w640-h480/enzo.b%20(1).jpg" width="640" /></a></div><br />Enzo Biamonti, fratello dello scrittore Francesco.<p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmCr9se5hABWKWZv8NiHKEKIl4d47711u7Ka-T6aLfeXWRiZ4mvNtx7fo1NVgeH2F-ysBlGjP8byuRIQ1_EF4DMRO4xzVsqHMvLgYxyyFzwgHf9WFDex7UQuHXZo6hIxu-YAWmoRMCrhCpYeF9bUvv31eDZN0oMeAyxTjM5L1a8JepcBC-ut-YTZsR8tYR/s3008/13_ago2v%20(107).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3008" data-original-width="2000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmCr9se5hABWKWZv8NiHKEKIl4d47711u7Ka-T6aLfeXWRiZ4mvNtx7fo1NVgeH2F-ysBlGjP8byuRIQ1_EF4DMRO4xzVsqHMvLgYxyyFzwgHf9WFDex7UQuHXZo6hIxu-YAWmoRMCrhCpYeF9bUvv31eDZN0oMeAyxTjM5L1a8JepcBC-ut-YTZsR8tYR/w426-h640/13_ago2v%20(107).JPG" width="426" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">La persistenza di un marchio storico nella Stazione Centrale di Milano.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc03Gj0qQipgrcPzc1umc9s0EhU5JlK4j5r1LyuheOIcjf0TCsKSoFvZ46QM8s_8xwJBqasrv_oQ0ORkJCrGVjXgWl9o-HwdaBuRoPSKUo3NuIS980i3DhALX1FHa7AMMJ3hzmOeK5pkFw9iKPhCeWHFp3n214tG5P5fuYfoveTVMA2t9C-M-NkC-yVQMT/s3008/13_ago2v%20(82).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc03Gj0qQipgrcPzc1umc9s0EhU5JlK4j5r1LyuheOIcjf0TCsKSoFvZ46QM8s_8xwJBqasrv_oQ0ORkJCrGVjXgWl9o-HwdaBuRoPSKUo3NuIS980i3DhALX1FHa7AMMJ3hzmOeK5pkFw9iKPhCeWHFp3n214tG5P5fuYfoveTVMA2t9C-M-NkC-yVQMT/w640-h426/13_ago2v%20(82).JPG" width="640" /></a></div><br />Sempre in quel sito l'esibizione del campionario - quasi d'epoca - di un venditore ambulante. <br /><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh51fRadBWdwpPWArhdlVHGTiBGzQLwj8tFsrkO9AFQcf5Mp6JCxQucaB7LcPX8PyglH1Vwx2A4TLG3Xv45cuLpUjlKVdvaW5oeG9iOMnWg3WlRMKtSJ26DsMqFmHV6wba9xtt74M2_0iZAyNBHpibiNO_IAnu9B5YfcQVM3vSjhl6gGQoZo0Hhp2ouyi7X/s3008/13_ago2v%20(116).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="3008" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh51fRadBWdwpPWArhdlVHGTiBGzQLwj8tFsrkO9AFQcf5Mp6JCxQucaB7LcPX8PyglH1Vwx2A4TLG3Xv45cuLpUjlKVdvaW5oeG9iOMnWg3WlRMKtSJ26DsMqFmHV6wba9xtt74M2_0iZAyNBHpibiNO_IAnu9B5YfcQVM3vSjhl6gGQoZo0Hhp2ouyi7X/w640-h426/13_ago2v%20(116).JPG" width="640" /></a></div><br />Una fila di biciclette - in genere notoriamente vandalizzate: non c'erano ancora le app! - in affitto o a libera disposizione nelle vicinanze del richiamato edificio.<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPTTXQjkWWXekQSdSuvdhC4BNSpJHQIO8lPhRRQenYoKnb9KAes_XlXX6KOaI1l-dzrxlproODGuhvV_Pi86QlNNu41zN8TrBZO8hjf_Ad8aZGhmZ0zBy86omiZFV6KLBR7Jx8irKCRGF9C1EIJZLN1sMXs43g5xtXRfTaVFRLTJURVu5JOUNIcOIkmBWl/s2976/22_set11%20(15).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPTTXQjkWWXekQSdSuvdhC4BNSpJHQIO8lPhRRQenYoKnb9KAes_XlXX6KOaI1l-dzrxlproODGuhvV_Pi86QlNNu41zN8TrBZO8hjf_Ad8aZGhmZ0zBy86omiZFV6KLBR7Jx8irKCRGF9C1EIJZLN1sMXs43g5xtXRfTaVFRLTJURVu5JOUNIcOIkmBWl/w640-h426/22_set11%20(15).JPG" width="640" /></a></div><br />Una Fiera a Vallecrosia (IM). <p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtml_2guvanF_cOiKntJV5_SV4mj6idzXdDIYGP61wEjOfjsZE1gziJ3iJ5CAslJxNCDrFyjMfx6FefmuHiWHfe1EDf0M5jr9KUDE32m13wplBmb_d-kzpGnrC3JKwf5ws0s5y6Tk5Y1KKXBX_8JaiUKASeIkj_HeNu5oT_NlxbUdCPyBELuIz_flsav1/s2976/23_nov11%20(121).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtml_2guvanF_cOiKntJV5_SV4mj6idzXdDIYGP61wEjOfjsZE1gziJ3iJ5CAslJxNCDrFyjMfx6FefmuHiWHfe1EDf0M5jr9KUDE32m13wplBmb_d-kzpGnrC3JKwf5ws0s5y6Tk5Y1KKXBX_8JaiUKASeIkj_HeNu5oT_NlxbUdCPyBELuIz_flsav1/w640-h426/23_nov11%20(121).JPG" width="640" /></a></div><br />A San Donato, borgata di Verezzo, Frazione di Sanremo (IM).<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7yyiqpgU4qNHMiRh7tI1IKJ7xkxObT5X7QzkjLSbyDNUfB9QD_F5Eov28xRQJmLEpJZ0CBVpciTjs7o7mq8nq1LtEmepRLYI3rwIa-jP-nhNfssAJ3ktcsXfVCGIW6RxhNw4IsM3kTtefMxsjJslfBIk5Bg7fMD7M1UOKmsMiTMYTpCCxMtprL7eJvLMN/s2976/23_nov11%20(117).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7yyiqpgU4qNHMiRh7tI1IKJ7xkxObT5X7QzkjLSbyDNUfB9QD_F5Eov28xRQJmLEpJZ0CBVpciTjs7o7mq8nq1LtEmepRLYI3rwIa-jP-nhNfssAJ3ktcsXfVCGIW6RxhNw4IsM3kTtefMxsjJslfBIk5Bg7fMD7M1UOKmsMiTMYTpCCxMtprL7eJvLMN/w640-h426/23_nov11%20(117).JPG" width="640" /></a></div><br />Ancora a Verezzo.<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3M_NFoFeCW8ruMZCikZ8U3xBi9igDe-ykeKemf3O1VdE8-Tp87QnYm5QsqZTJFXtOA9W6TG6_yt1EqiSkdDvQhEtmmUVoZuRRROul6iVFDEik3rxPLeJnCxW36PY7hagu4RIZ6AOOlKHZZFyn5cZ44fI_m-mrFKpREhDGV32hFT9T_SXxuLL91DNjygrO/s2976/23_nov11%20(128).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3M_NFoFeCW8ruMZCikZ8U3xBi9igDe-ykeKemf3O1VdE8-Tp87QnYm5QsqZTJFXtOA9W6TG6_yt1EqiSkdDvQhEtmmUVoZuRRROul6iVFDEik3rxPLeJnCxW36PY7hagu4RIZ6AOOlKHZZFyn5cZ44fI_m-mrFKpREhDGV32hFT9T_SXxuLL91DNjygrO/w640-h426/23_nov11%20(128).JPG" width="640" /></a></div><br />Sempre a Verezzo.<p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJqIi5kwrKAGh285HaDrB-ybWyD_cFakCco9PSrtuYBAd6rQKdWtwn1ECgngRKMC8QHpWv7d22_1MOBI_xHh5T-iWJLXb4pCMWPRhuWCtd_0rPPBE3Zo5c_RXjixk740O3cE1hbhX7ymGKqs0-ZhB7dIkELAlWyqUM8CyKzmHSr30TL5FvlIy9cIqrihI/s846/17-sbsf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="846" data-original-width="564" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJqIi5kwrKAGh285HaDrB-ybWyD_cFakCco9PSrtuYBAd6rQKdWtwn1ECgngRKMC8QHpWv7d22_1MOBI_xHh5T-iWJLXb4pCMWPRhuWCtd_0rPPBE3Zo5c_RXjixk740O3cE1hbhX7ymGKqs0-ZhB7dIkELAlWyqUM8CyKzmHSr30TL5FvlIy9cIqrihI/w426-h640/17-sbsf.jpg" width="426" /></a></div><br />Lungo la strada di San Sinforiano a San Biagio della Cima (IM).<p></p><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Fotografie scattate negli ultimi dodici anni, non più vecchie di tale data, pubblicate senza rispettare l'ordine cronologico, tutte in qualche modo curiose.<br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-42407495045578767482023-10-31T13:32:00.010+01:002023-11-04T07:37:27.255+01:00Un principe austriaco era proprietario di Villa Cava a Bordighera<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://64.media.tumblr.com/cd37225605662e175a55767ae2374e42/556cfceb1b793dd8-48/s2048x3072/ff21a9bcb063f570a42876a6ad82f2a6e83bb6ea.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1365" height="640" src="https://64.media.tumblr.com/cd37225605662e175a55767ae2374e42/556cfceb1b793dd8-48/s2048x3072/ff21a9bcb063f570a42876a6ad82f2a6e83bb6ea.jpg" width="427" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bordighera (IM): Villa Cava<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Le cronache dei giornali e delle testate web in provincia di Imperia ogni tanto si occupano di vecchie storie di spionaggio, ambientate da queste parti di ponente di Liguria, in genere riferite agli anni della seconda guerra mondiale.<br />Nei giorni scorsi, la presentazione di un libro dedicato a taluni risvolti italiani dell'ultimo conflitto ha svelato la presenza a Bordighera di un agente italiano facente capo al servizio segreto francese, la cui rete nel 1942 sarebbe stata smantellata.<br />Ci sono opere dedicate al SIM (Servizio Segreto Militare Italiano) di quel periodo ed alla figura del suo capo di allora, Cesare Amé, che rammentano - così come almeno un memoriale di Amé stesso - una positiva azione di controspionaggio condotta in Tolone con l'ausilio della potente antenna radio di Sanremo, che era stata utile per intercettare i radiomessaggi inviati al nemico - compresi i partigiani del maquis, con i quali e con i cui "complici" non si può fare a meno di simpatizzare -, un'azione che non riuscì, tuttavia, a portare all'arresto del sottufficiale della Regia Marina che aveva "lavorato" per i francesi, dileguatosi in Riviera. <br />Esiste poi, presso <a href="http://www.isrecim.it/" target="_blank">IsrecIm</a>, Istituto <span style="font-size: small;"><span><span>Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia</span></span></span><span style="font-size: small;"><span><span>, </span></span></span>una piccola memoria - rintracciata dallo storico locale Giorgio <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/12/pigna-im-nellimmediato-secondo.html" target="_blank">Caudano</a> - di fine 1945, in cui un partigiano, forse una partigiana, dal nome di battaglia di <i>Carmelita</i>, intese indicare in Renato <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/02/06/la-resistenza-a-bordighera-im-cenni/" target="_blank">Brunati</a>, che abitava prima di essere arrestato a Bordighera, martire antifascista fucilato al Turchino, un agente del Deuxième Bureau: se tale aspetto risultasse confermato - cosa quasi impossibile ormai - aggiungerebbe caso mai altro onore alla figura di Brunati, che si sarebbe trovato in ottima compagnia, come quella, ad esempio, più famosa di Adriano Olivetti, che i contatti per concretare la sua congiura antifascista li cercò, invece, con i britannici del Soe, ma per il tramite di uomini dell'Oss americano.<br />Risulta, invero, difficile ritrovare nei libri di storia e nei documenti più correnti tracce di spionaggio classico in Bordighera, mentre abbondano informazioni relative alla presenza di militari e agenti nazisti, in qualche caso già prima dell'8 settembre 1943.<br />Come avviene con taluni fascicoli statunitensi, per lo più desecretati dalla CIA intorno al 2007, anche se un po' tutti indugiano, come nel caso qui già evidenziato di Karl <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2023/07/un-tedesco-agente-immobiliare-sanremo.html" target="_blank">Weilbacher</a>, su attività comuni, in qualche caso di criminalità minore, contrabbando, ecc.<br />Fioravante Martinoia di Vallecrosia a marzo 1944 venne assunto come autista dal comando SD (servizio di sicurezza delle SS) di Sanremo, dietro raccomandazione di una signora tedesca abitante a Bordighera: Martinoia, nonostante i suoi ripetuti dinieghi, proprio per via delle sue mansioni ebbe parte attiva in diverse operazioni di repressione contro i partigiani.<br />Il già citato Weilbacher lavorava per un'azienda di esportazione di fiori con sede a Bordighera quando nel 1940 conobbe Werner Vohringer, un collaboratore dell’Abwehr (servizio segreto militare tedesco): ebbe con quest'ultimo diversi successivi contatti di carattere non ben precisato. Già nel 1934 o nel 1935 un agente della filiale di Sanremo di una compagnia di assicurazioni aveva chiesto a Weilbacher informazioni su alcuni stranieri presenti a Sanremo e di lì a breve gli procurava un incontro con il suo "capo", incontro che avvenne in un albergo situato davanti alla stazione ferroviaria di Bordighera, allo scopo di aiutarlo (non viene svelato per quale organizzazione o corpo dello stato fascista agisse il "capo". L'OVRA? La polizia? I carabinieri? I servizi segreti?) a scoprire una organizzazione che nella città dei fiori operava per l'annessione dell'Alto Adige all'Austria. Weilbacher avrebbe dato delle informazioni su alcuni individui, ma pochi giorni dopo, senza subire noie, si defilò da un compito che non gradiva.<br />Un altro documento americano si dedica ai fratelli Asiani, Alberto (nato nel 1905) ed Augusto (nato nel 1906), che abitavano a Bordighera, allo stesso indirizzo del padre, Lodovico, della madre, Teresa Sassi, e della sorella, Angela, di 42 anni. Un'altra sorella, Maria, di 43 anni, risultava sposata con l'avvocato Gino Vota: entrambi residenti a Bordighera. Viene riportato anche il nome del figlio di Augusto, Cristiano, indicato come vedovo. Conobbero, tra l'altro, Weilbacher e Vohringer. A maggio o giugno 1945 vennero arrestati a Bordighera dai carabinieri perché due lettere anonime li accusavano di pregressa collaborazione con i tedeschi: tenuti in stato di fermo per 25 giorni, furono infine rilasciati perché le accuse loro mosse vennero ritenute infondate. I fratelli Asiani, sospettati di collaborazione attiva con i tedeschi a Montecarlo e in Liguria, vennero segnalati come persone già a contatto con Olga Meier in Henneman, "agente SD che causò l'incendio di Molini di Triora e la morte di diversi partigiani in provincia di Imperia". E Olga Meier aveva aiutato "in modo disinteressato" Angela Asiani a recuperare dei beni sequestrati a Bordighera alla famiglia ad aprile 1944 da agenti SS di stanza ad Imperia e riconsegnati presso la Casa dello Studente di Genova. "Verso aprile 1944, addetti delle SS di Imperia, si recarono a casa degli Asiani chiedendo dei due soggetti. Essendo questi già a Montecarlo, essi perquisirono la casa ed asportarono vino, liquori, commestibili vari, vestiti ecc. Il tutto per circa un milione e mezzo di valore. Saputo il fatto i due fratelli sono venuti a Bordighera per vedere cosa era successo e qui conobbero la suddita tedesca Henneman", così recita la parte in italiano del documento americano. Che aggiunge qualche pagina dopo: "La Henneman venne a Genova e si recò alla Casa dello Studente unitamente alla sorella. Qui esse parlarono con un ufficiale tedesco, il quale disse che era stato un sopruso e che la roba tolta sarebbe stata restituita. Dopo 15 giorni la sorella Angela, come era rimasta d'accordo, ritornò alla Casa dello Studente ed ebbe in restituzione un baule, che però non conteneva che alcuni smoking ed altre cose varie, rappresentanti una minima parte di quello che era stato asportato. La Hennemann per questo suo intervento non chiese nulla, né da allora ella ebbe altri rapporti con i fratelli Asiani". Alberto ed Augusto erano stati poi imprigionati in un campo di internamento di Nizza all'arrivo (fine agosto 1944) delle forze armate alleate in Costa Azzurra: a Bordighera erano tornati clandestinamente e ritrovarono i genitori e la sorella Angela, ma incapparono nella trafila che portò ai loro interrogatori. Ripercorrere le vicende di questi due fratelli rappresenterebbe uno spaccato non secondario di vita vissuta ai tempi di guerra, anche perché la loro permanenza a Bordighera non fu di lunga durata: i genitori erano rientrati in Italia dall'estero nel 1939, quando i due figli maschi lavoravano ancora al Casinò di Venezia, un lavoro perso con lo scoppio della guerra. Con gli Asiani vengono riportati altri nominativi di persone abitanti a Bordighera, ma senza particolari comunicazioni in proposito. Angela Asiani era nata a Bordighera nel 1903, ma all'età di dieci anni si era trasferita a Montecarlo con i genitori, che nel Principato avevano aperto un negozio di vini e liquori, dove sino al 1930 avevano collaborato anche i fratelli maschi. Nel 1939 il negozio, non rendendo più, venne chiuso e Angela con i genitori raggiunse Alberto ed Augusto a Venezia, dove lavoravano al Casinò mercé una segnalazione di un certo Spadoni che avevano conosciuto a Monaco Principato. Sempre Spadoni mise i suoi buoni uffici per evitare che a fine 1943, ormai rientrati a Bordighera, la Kommandatur inviasse i fratelli Asiani maschi in Germania per il lavoro forzato. Ci si sofferma ancora su Angela Asiani perché dalla vicenda del suo recupero parziale dei beni di famiglia sottratti (nei relativi incartamenti si afferma che non se conoscono i motivi o per lo meno così affermano alcune donne chiamate in causa) si evincono i nomi di alcune donne, appunto - ad esempio, il nome della proprietaria della villa dove stavano in affitto gli Asiani, signora Ferrari - e si apprende che una di queste per il richiamato buon fine aveva procurato ad Angela un incontro a Sanremo "con un tale Reiter", di cui ben si sa, invece, che era il responsabile del locale ufficio SD, ufficio che si occupava principalmente di repressione delle bande partigiane e dei reati di natura politica e di repressione del mercato nero.<br />Ernest Schifferegger, già italiano altoatesino, il quale in occasione del referendum del 1939 aveva optato, come tutti i membri della sua numerosa famiglia, per la nazionalità tedesca, poi SS (già presente a Roma e partecipe della strage delle Fosse Ardeatine), interprete, segnalava che un certo Boccabella di Bordighera era diventato collaboratore delle SS di Imperia e di Sanremo dopo essere stato incarcerato per rapina a mano armata. Boccabella accompagnò Reiter ed una sua squadra a Bordighera a cercare benzina nascosta in un garage e ad indagare su liquori detenuti da un privato, infine ritenuti, tuttavia, di legittima proprietà. Si procedette, invece, al sequestro di un deposito di carburante celato a Seborga, paese dell'immediato entroterra di Bordighera.<br />Alcune carte rinvenute da Paolo Bianchi di Sanremo presso l'Archivio di Stato di Genova, attinenti processi presso le CAS, Corti d'Assise Straordinarie del dopoguerra, deputate all'epurazione del fascismo, aggiungono tasselli a questo mosaico.<br /> </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://villacappella.files.wordpress.com/2023/11/17_ago11-30.jpg?w=1024" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="682" data-original-width="1024" height="426" src="https://villacappella.files.wordpress.com/2023/11/17_ago11-30.jpg?w=1024" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bordighera (IM): la collina Mostaccini sovrasta la zona di Via Coggiola</td></tr></tbody></table><br />Il conte Pietro Di Masio Civalieri Inviziati, nato nel 1872, sposato dal 1936 con Sibilla Von Armin "di origine tedesca" in un interrogatorio di polizia del 23 giugno 1945 risulta residente in Bordighera presso l'Albergo Belvedere. Dalle sue dichiarazioni messe a verbale si apprendono diverse notizie, alcune curiose: che dalla data del matrimonio sino all'ottobre 1944 aveva abitato - in affitto - in Villa dei Pini in Via dei Mostaccini a Bordighera; che, sempre a Bordighera, aveva rifiutato di ricoprire cariche politiche; che non aveva mai ricevuto in casa sua un ufficiale della Polizia tedesca, ma solo un ufficiale dell'esercito che intendeva omaggiare sua moglie, appartenente ad una famiglia nobile; che era stato amico del principe austriaco Schwatgenhagg, proprietario di Villa La Cava a Bordighera, arrestato ad ottobre 1943, portato a Genova dalle SS, ma di cui - sempre per notizie avute da una cugina del principe, la principessa russa Galitzin - poteva affermare che era poi stato lasciato libero a Vienna (questo fatto venne confermato anche dall'avvocato Amalberti di Ventimiglia - di Vallecrosia, secondo Von Armin -); che il 10 ottobre 1944 due soldati tedeschi lo arrestarono e lo portarono al comando di Villa Rosa, da cui venne prelevato per essere tenuto in ostaggio per quattro giorni presso l'Albergo Excelsior, sempre a Bordighera. La moglie del conte, Sibilla Von Armin, interrogata il 25 giugno 1945 presso il campo di concentramento di Sanremo, rivelava il nome del capitano dell'esercito tedesco che fu talora ospite della famiglia, Behr, da lei conosciuto gà vent'anni prima, e adombrava come causa dell'arresto del principe austriaco il fatto che egli fosse nipote di una persona a suo tempo implicata nelle vicende del cancelliere austriaco Dollfuss. Senonché, nella sua denuncia del 30 giugno 1945 Bernardo Biancheri, padre dei partigiani Bartolomeo ed Ettore, <a href="https://grupposbarchi.wordpress.com/2020/05/17/i-lilo-avevano-agganciato-i-bersaglieri-che-erano-passati-dalla-nostra-parte/" target="_blank">fucilati</a> a Forte San Paolo di Ventimiglia, segnalava i coniugi Civalieri tra i delatori che avevano portato la morte ai suoi figli, in quanto "ai tedeschi dei quali sia lui che la moglie erano quasi sempre a contatto... ai tedeschi, al soldo dei quali doveva sicuramente agire sia lui, uomo capace di tutto e senza scrupoli, che la moglie, originaria tedesca... i tedeschi dovevano essere stati informati dal Civalieri stesso, il quale se non ha potuto avere le informazioni che all'uopo richiedeva al Lorenzi, per non essersi questo prestato, indubbiamente deve averle attinte da altre persone portando così a termine il suo compito di spia". A maggio 1946, per il processo davanti alla Cas, l'avvocato Nino Bobba di Sanremo citava come testimoni a discarico dei coniugi Civalieri quattro persone. Il dottor Gianni Cristel di Sanremo, che aveva conosciuto il maggiore Beer (Behr nel verbale della Von Armin) quale perseguitato politico. Otto Geibel (console tedesco di Sanremo sin da prima della Grande Guerra, che aveva aiutato diversi ebrei a sfuggire alle persecuzioni) che avrebbe potuto sostenere che il principe austriaco (il cui cognome in questa circostanza viene trascritto come Schwarzenberg) era stato lungamente controllato dai nazisti presenti in Riviera. Liesel Richer, abitante a Villa Luisa a Bordighera che avrebbe potuto spiegare i veri motivi per cui alla Von Armin erano stati rilasciati diversi permessi di viaggio. La Baronessa Flugge di Villa Oliveto in Via Romana a Bordighera che "sa che l'imputata e il di lei marito rimasero costernati alla notizia dell'arresto del Principe; insieme studiarono e fecero tutto il possibile per venirgli in aiuto".<br />Elda Casaroli, residente a Bordighera, venne ritenuta responsabile di collaborazione con i tedeschi "avendo provocato la cattura di due patriotti che poi vennero fucilati e di Buccella Orlando, guardia di finanza, che aveva disertato": negò di avere contribuito alla cattura dei fratelli Biancheri, ma venne condannata il 7 settembre 1945 a otto anni e quattro mesi di reclusione e alla confisca dei beni, una pena che si può presumere - come quasi tutte quelle similari - successivamente in appello ampiamente ridotta. Risulta istruttivo leggere ancora nella motivazione della sentenza che "lo spionaggio praticato in favore del nemico ostacolò i movimenti di liberazione... Chi si accinge a tali imprese a danno della Patria è spesso il delinquente senza fede e senza scrupoli... donna dedita ai facili amori, come può dirsi dell'imputata... invitata ad assistere al passaggio delle persone rastrellate, essa assiste fumando vicino al cap. Borro... fa segni di assenso o dissenso per l'arresto che doveva essere compiuto...".<br />Azioni vere di spionaggio in zona vennero compiute dai partigiani delle SAP, dei SIM di brigata e di divisione, del CLN di Bordighera, ma queste assumono un rilievo del tutto particolare, a sé stante.<br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-78728629104606270622023-10-10T11:23:00.026+02:002024-01-19T10:21:16.681+01:00Santiago, Riccardo, Pier delle Vigne e Leone<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Tbe6jmW7XBTsHDw2waZHY6WboK6pq7EJeClop0XihSUk3hKebzTeebGuK0CWhabWzEacLM8czQX-45Nc_TwoZ1QKhVCQrYYpzP_tmHEM66xz0e1Dru4PuK2C79VFju011wp1LANJHMgNR9Q9gMbTnhcetWJjv2lRlLB68b_wX6X6BZgmdsRPWk8prfs-/s2048/040516.19.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1361" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Tbe6jmW7XBTsHDw2waZHY6WboK6pq7EJeClop0XihSUk3hKebzTeebGuK0CWhabWzEacLM8czQX-45Nc_TwoZ1QKhVCQrYYpzP_tmHEM66xz0e1Dru4PuK2C79VFju011wp1LANJHMgNR9Q9gMbTnhcetWJjv2lRlLB68b_wX6X6BZgmdsRPWk8prfs-/w640-h426/040516.19.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Giovanni, Frazione di Sanremo (IM): campagne abbandonate<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Si presta a qualche considerazione di carattere locale la recensione di Marco Belpoliti a "Lettere a Chichita (1962-1963)" a cura di Giovanna Calvino, volume dato in uscita presso Mondadori e recensione apparsa sabato 7 ottobre scorso su "la Repubblica" con il titolo «Italo Calvino: “Perché credo negli angeli”» - e sommario «In un suo manoscritto il grande autore svela gli incontri con alcune figure che hanno avuto su di lui un’influenza benefica o salvifica. E su Robinson l’intervista alla figlia e un racconto in esclusiva» -. Dalla scheda di presentazione del citato libro, come già pubblicata, invece, dalla casa editrice milanese sul Web, si possono estrapolare queste parole: "Il primo appuntamento con Chichita, a Parigi nell'aprile 1962, è uno dei momenti che Calvino identificava come cruciali nella propria parabola esistenziale, insieme alla partecipazione alla Resistenza e all'ingresso nella casa editrice Einaudi [...] Ritrovate dalla figlia Giovanna, quelle missive del 1962-1963 sono qui pubblicate per la prima volta assieme a un testo inedito coevo, 'Sulla natura degli angeli', e a una delle risposte di Chichita. Se ne ricava l'affresco di una quotidianità ricca e sfaccettata: oltre alle immancabili incomprensioni della comunicazione a distanza, l'attesa degli incontri con la donna amata, le complicazioni logistiche degli spostamenti (Sanremo-Torino-Roma-Parigi), le luci e le ombre del lavoro editoriale, l'irresistibile richiamo della vocazione letteraria". <br />Il giornalista concentra la sua attenzione sul manoscritto, di cui riporta anche la data, primo ottobre 1963.<br />Da Belpoliti vengono citati tre ex partigiani di Sanremo, ricordati con particolare intensità ("«in sodalizio fraterno» legato a «un'allegria che mai nessuna compagnia d'amici mi ridarà così piena»") da Italo Calvino nel predetto documento, Adriano S., Pier delle Vigne (Pietro Sughi) e Jaurès Sughi (Leone), "altri angeli dei suoi [dello scrittore] inizi: i compagni della Resistenza, quelli che l'hanno introdotto nella lotta partigiana [...] ex-boxeur, futuro gangster [il primo] [...] avanzo della legione Straniera [il secondo], l'altro avanzo di galera [il terzo]". Probabilmente si tratta del primo documento in cui Calvino abbia scritto di questi suoi vecchi sodali. Oltrettutto, Calvino, uso del resto a scrivere in terza persona, nei suoi lavori celava sotto nomi di fantasia personaggi reali.<br />Adriano S. è da identificare con Adriano (Riccardo) Siffredi, non fosse altro per il fatto che si riporta la notizia della sua morte come avvenuta a Dien Bien Phu, come noto luogo della sconfitta subita nel 1954 dall'esercito francese contro i Việt Minh guidati dal generale Giap, sconfitta che portò alla fine di quella guerra, con i conseguenti accordi di pace di Ginevra, i quali sancirono l'indipendenza - anche se poi la storia vide altri tragici eventi, come la guerra in Vietnam che coinvolse gli Stati Uniti - dell'Indocina. Questa deduzione attinente la figura di Siffredi può essere fatta alla luce di una tradizione orale che, in quanto tale, si lascia in queste righe in un alone di indeterminatezza. Sarà sufficiente aggiungere qualche frase desunta da un articolo, senza titolo, se non quello della rubrica, "Corriere di Sanremo", della "Cronaca di Imperia" de "Il Lavoro Nuovo" (all'epoca quotidiano, con sede a Genova, del Partito Socialista) di domenica 2 ottobre 1955, in una copia conservata da Giorgio Loreti, infaticabile animatore delle iniziative dell'Unione <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/09/mostra-di-fotografie-di-ryszard.html" target="_blank">Culturale</a> di Bordighera: "E' tornato dopo la lunga assenza, attraverso diecimila miglia di quel mare che amò con passione quasi morbosa, è tornato ai fiori e agli olivi della sua terra cui donò nei giorni dell'ira e del riscatto l'indomito ardore della giovinezza Adriano Siffredi, il «Riccardo» della nostra lotta [...] Non altrimenti vogliamo ricordarlo questo ventenne comandante partigiano, terrore ai nemici, esempio ai compagni, sprone agli ignavi: tutto il resto si spegne dinanzi alla luce che promana dalla sue gesta: Bignone, San Romolo, Borello, <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2023/07/non-appena-la-banda-dei-partigiani-ebbe.html" target="_blank">Via Privata</a>, Piazza Colombo, Villa Impero... ovunque vi era un'azione da compiere, un amico da salvare, un nemico da snidare Adriano Siffredi ed i ragazzi-eroi della <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2020/03/le-squadre-di-azione-patriottica-sap.html" target="_blank">Matteotti</a> furono sul posto, senza nulla chiedere se non di marciare alla testa dell'Esercito di Liberazione [...]". Il padre, <a href="https://www.sanremostoria.it/it/personaggi-illustri/sindaci-benemeriti/334-adolfo-siffredi.html" target="_blank">Adolfo Siffredi</a>, patriota antifascista (<a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2023/07/non-appena-la-banda-dei-partigiani-ebbe.html" target="_blank">Fifo</a>), fu il primo sindaco di Sanremo alla Liberazione. La figlia, <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/12/e-un-lavoro-lento-io-sono-una-persona.html" target="_blank">Eleonora Siffredi</a>, è una valente artista. Riferimenti ad Adriano Siffredi, poi, risultano in modo confuso in dichiarazioni contorte ed evasive contenute nel Diario (brogliaccio) del distaccamento di Sanremo della Brigata Nera "A. Padoan", documento di cui si dirà meglio dopo.<br /></div><div> <p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2nXoeIiUwT8D4EXcPzhGCgaggiCKQaovh6IBbJ2Vb4RIsBKkJILFhyGugW3rw3PWhEAAReUFU0kIga-tjP6Et6Zr1M6fMLfxemlxGlSRac_RGNHPJhwuIEFSqRs7HayyJriS_c2GFNaePmNvz8FLf6bnabAfT5gWjy6P2MB4s2skv2oiTiUkIuppbE0vI/s882/sab1.GIF" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="882" data-original-width="688" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2nXoeIiUwT8D4EXcPzhGCgaggiCKQaovh6IBbJ2Vb4RIsBKkJILFhyGugW3rw3PWhEAAReUFU0kIga-tjP6Et6Zr1M6fMLfxemlxGlSRac_RGNHPJhwuIEFSqRs7HayyJriS_c2GFNaePmNvz8FLf6bnabAfT5gWjy6P2MB4s2skv2oiTiUkIuppbE0vI/w500-h640/sab1.GIF" width="500" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una pagina del brogliaccio della Brigata Nera di Sanremo in cui appare più volte il nome di Adriano Siffredi<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div><div style="text-align: justify;">A differenza di Adriano Siffredi, che non viene mai evidenziato nelle recensioni critiche - quantomeno quelle più note - dei lavori di Italo Calvino (il cui nome di battaglia da partigiano era "<a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/02/nome-di-battaglia-santiago.html" target="_blank">Santiago</a>"), sui fratelli Sughi esiste una discreta letteratura, dalla quale si può attingere qualche citazione. Premesso che anche <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2022/12/li-invio-dalla-ss-germanica-prendere.html" target="_blank">Pier delle Vigne</a> e <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/02/nome-di-battaglia-santiago.html" target="_blank">Leone</a> furono valorosi partigiani, si può rammentare - andando in ordine sparso - che Calvino e Jaures Sughi militarono insieme nell'estate del 1944 nella SAP "Matteotti" di Sanremo; che Pietro Sughi aveva raccontato a Pietro <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2022/04/un-impiegato-al-comune-di-san-remo.html" target="_blank">Ferrua</a> (che lo riferisce nel suo "Italo Calvino a Sanremo", Famija Sanremasca, 1991) della grotta nella <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2022/06/e-si-raggiungeva-anche-qui-la.html" target="_blank">campagna</a> di San Giovanni, Frazione di Sanremo, attrezzata dal padre Mario Calvino, dove in talune circostanze si nascosero Italo, il fratello Floriano - anch'egli partigiano - ed altri patrioti; che quando, nel corso del <a href="https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2021/01/sul-rastrellamento-di-san-romolo.html" target="_blank">rastrellamento</a> del 15 novembre 1944, che investì anche San Giovanni, Italo venne catturato - e si salvò dalla fucilazione perché potè esibire un surrettizio foglio di licenza - insieme a lui cadde prigioniero Jaures Sughi, destinato a salvarsi per altre vie, mentre Pietro Sughi e Floriano Calvino erano riusciti a fuggire prima dell'accerchiamento; che sempre Pietro Sughi, "Pier delle Vigne", spiegò a Pietro Ferrua il retroscena reale dell'episodio dell'incendio nel casone riportato ne "Il sentiero dei nidi di ragno": «Cosa era successo in realtà? I partigiani erano pieni di pidocchi e spidocchiandosi sulla fiamma ad uno prese fuoco la camicia, che appiccicò fuoco al canniccio sul quale c’erano delle munizioni». Si aggiunga che "Pier delle Vigne" Sughi era attivamente ricercato dalle Brigate Nere di Sanremo; alcune note del brogliaccio di questa milizia fascista, lette a distanza di tempo, assumono il tono del picaresco, se non del grottesco, specie quella del 1 febbraio 1945 (il che lascia intendere che dalle parti di San Giovanni i partigiani erano ben tornati):"... informa che la concubina di Pier de la Vigna (Sughi Pietro) parte sempre alle ore 9 e 1/4 antim. e ritorna alla sera alle 19 circa (o alle 18 3/4) per andare da Pier de la Vigna (suo concubino) a portargli da mangiare. Fa il seguente itinerario [...] Di lì va alla Madonna del Borgo. Prende la mulattiera. Va al golf e di lì a S. Giovanni. Ci dev'essere un casolare di campagna, isolato, vecchio, dove non abita nessuno, a destra della strada mulattiera, una mezz'oretta - o venti minuti - dopo la Chiesa di S. Giovanni. Sotto c'è la stalla e sopra ci sono due camere [...] Pier de la Vigna e la concubina stanno insieme e mangiano insieme. Generalmente vi sono altri due ribelli [...]". </div><p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibtNy0GEEqzjBYtbYfO7eSPBMNKngbnGgVTbLGJ6xV6l0y7kBe7JB9cYgubKFrPvHvaSj5TPW2I0k_SkzEkRumU9dYuzEZUFIIlR6ZsrzTw-3qffGwvaEXeaD5wkiRF4aThx-ncKdc41UwNajfgWe-zfTE-WZpTKqfRxuiaDGopYk6dUQ_fI9mKgVk8bnu/s1132/spmc1.GIF" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="451" data-original-width="1132" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibtNy0GEEqzjBYtbYfO7eSPBMNKngbnGgVTbLGJ6xV6l0y7kBe7JB9cYgubKFrPvHvaSj5TPW2I0k_SkzEkRumU9dYuzEZUFIIlR6ZsrzTw-3qffGwvaEXeaD5wkiRF4aThx-ncKdc41UwNajfgWe-zfTE-WZpTKqfRxuiaDGopYk6dUQ_fI9mKgVk8bnu/w640-h254/spmc1.GIF" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lo schizzo della zona di San Giovanni a Sanremo fatto da un brigatista nero<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGrspJil7pkeajHGGZnMiD596E1U8UsuHZ6DVjbNBWWXA_4s2i4II9OOoksdUBBmCQoaPLakWI18vjhbW3YgKk-0H2y7V2tl48Q6Vr38qeZqfSXMHpwtccJCAoVK6GtF3LquUa_CXVtCiEAOnk2OwN8SNUJdXUduvX7tvExYYCt9I0vNgvdzse6Szb72lo/s1115/spci1.GIF" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1115" height="430" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGrspJil7pkeajHGGZnMiD596E1U8UsuHZ6DVjbNBWWXA_4s2i4II9OOoksdUBBmCQoaPLakWI18vjhbW3YgKk-0H2y7V2tl48Q6Vr38qeZqfSXMHpwtccJCAoVK6GtF3LquUa_CXVtCiEAOnk2OwN8SNUJdXUduvX7tvExYYCt9I0vNgvdzse6Szb72lo/w640-h430/spci1.GIF" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copia del documento di identità di Pietro Sughi nel brogliaccio della Brigata Nera di Sanremo<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div><div style="text-align: justify;">La pagina in questione riporta anche uno schizzo della zona; la stesura del brogliaccio viene interrotta pochi giorni dopo, per lo meno nella copia in dotazione a Paolo Bianchi di Sanremo, da cui qui si attinge; a gennaio 1945 in questo diario viene, altresì, allegata la carta d'identità di Pietro Sughi o una sua riproduzione.</div><div style="text-align: justify;"><b> <br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini <br /></b></div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-23293993257903229832023-09-14T13:08:00.005+02:002023-09-14T19:31:19.061+02:00La trombetta del netturbino<p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEdNgdGUX-aYX_Xp9XNqSpCy_AsZ9AsqTbc0ggFaJ9GjMOSwqDXnV4DiXbisthdOm86J83j6jn5y-KYOsVwAvoQ1cisScedcZs063Y-YAOWeL8IVVtwMQ_A4ylUqG3rK4a98uwHY0h0vZ68tGw_z3IoXXJCkNYrkcrqDeeXAGiZJzuGlkUhQ7qLKFzGsTL/s2976/18_ago16%20(38).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEdNgdGUX-aYX_Xp9XNqSpCy_AsZ9AsqTbc0ggFaJ9GjMOSwqDXnV4DiXbisthdOm86J83j6jn5y-KYOsVwAvoQ1cisScedcZs063Y-YAOWeL8IVVtwMQ_A4ylUqG3rK4a98uwHY0h0vZ68tGw_z3IoXXJCkNYrkcrqDeeXAGiZJzuGlkUhQ7qLKFzGsTL/w640-h426/18_ago16%20(38).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): l'ingresso del Teatro Romano<br /></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: justify;">Le brevi storie che qui seguono non avrebbero bisogno di un filo conduttore, ma a ben guardare conducono alla zona Nervia di Ventimiglia, sia per svolgimento in loco sia perchè ribadite nel tempo da alcuni abitanti.<br /><br />Sull'attuale ingresso - più o meno - al Teatro Romano sorgeva ancora, appena finita la guerra, una casa che ospitava un forno di panetteria - demolita di lì a breve per fare spazio a pertinenti scavi archeologici -, dove si formarono diversi artigiani del settore. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale ad una persona dedita alla raccolta di metalli usati sulla via del ritorno piaceva soffermarsi a conversare con il titolare. Da quest'ultimo - e da taluni suoi sodali - veniva talora amabilmente preso in giro in dialetto, che l'immigrato dalla Calabria non aveva ancora imparato a padroneggiare: come per contrappasso la vittima si sarebbe rifatta aprendo anni dopo in centro città un rinomato ristorante che recava il suo nome.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLepsqbpqvYexoSwckJ9g2769W_wHM_b3xw6jfCDYEA-lOPdZXvIXf3FCUELUbMj92O7gqWxAI65aI59Oq-7a_J0NWKdYs4b5P5acItR1QHJIhM-yrZ0mEhCU8c39Xv_qNpzpbiXsiQByhpfhWA9i3-rLEk1vPiB0cxa_i_kGDf6RXIGt1s4SNGtbs7Hte/s2976/18_ago16%20(32).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLepsqbpqvYexoSwckJ9g2769W_wHM_b3xw6jfCDYEA-lOPdZXvIXf3FCUELUbMj92O7gqWxAI65aI59Oq-7a_J0NWKdYs4b5P5acItR1QHJIhM-yrZ0mEhCU8c39Xv_qNpzpbiXsiQByhpfhWA9i3-rLEk1vPiB0cxa_i_kGDf6RXIGt1s4SNGtbs7Hte/w640-h426/18_ago16%20(32).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): il cavalcavia di Nervia, ricostruito nel secondo dopoguerra<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Da quelle parti ferrovieri francesi lanciavano clandestinamente volantini antifascisti scritti in italiano. Ad occhi attenti e fortunati sarebbe potuto capitare di scoprire tali azioni dal vecchio cavalcavia, quello distrutto dai tedeschi in ritirata. Nonostante affannose indagini, milizia ed OVRA dovettero, invece, limitarsi all'accumulo di sospetti senza prove, da cui fecero, comunque, derivare l'espulsione di almeno un macchinista.<br /><br />Assunti direttamente o - come si dice adesso - a contratto, i netturbini di Ventimiglia indossavano abiti da lavoro di colore grigio e portavano berrettini - coordinati in tinta - che ricordavano quelli dei soldati austriaci della Grande guerra. A ciascuno di loro era affidata una trombetta con il cui suono invitare i cittadini ad uscire per conferire i rifiuti domestici. A Nervia si è tramandata la memoria di un lavoratore, già invero avanti negli anni, che le scale le faceva senza scomodare gli utenti.<br /><br />Sulle spiagge di Nervia vennero per un lungo periodo alate le barche - i gozzi - dei pescatori, non sempre professionisti: non erano ancora proibite le catture delle tartarughe di mare.<br /></div><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN5SGd_Rs83HskfDBhEaZCd8vx0nu_BcA7Gr9RL6BAAtj3x2qTC4idIJQMBjqWw5M8h6VLJFYqMQtl9dqiBg8Uo-PTQf7Y_dqFf87GzVH8lW2M4l0WOKAf08_V4Sr13e7j5Tx0kJL9bI4LwS7wRNHlyphNwFC4nsn8W1oaLlyBpWRKyIYIpGMsOZOhvUOH/s2892/22_nov24%20(41).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1761" data-original-width="2892" height="390" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN5SGd_Rs83HskfDBhEaZCd8vx0nu_BcA7Gr9RL6BAAtj3x2qTC4idIJQMBjqWw5M8h6VLJFYqMQtl9dqiBg8Uo-PTQf7Y_dqFf87GzVH8lW2M4l0WOKAf08_V4Sr13e7j5Tx0kJL9bI4LwS7wRNHlyphNwFC4nsn8W1oaLlyBpWRKyIYIpGMsOZOhvUOH/w640-h390/22_nov24%20(41).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ventimiglia (IM): uno scorcio della collina di Collasgarba<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Si è persa qualsiasi traccia documentale dell'azienda - palme e piante grasse - Vivai di Collasgarba - di cui rimangono solo la copia di una pubblicazione promozionale edita nel 1934 e qualche foto di carri curati per alcune Battaglie di Fiori -, azienda messa in piedi dal ragioniere Ermanno Corte, detto da tutti "il professore": con buona pace di qualche attuale ricercatore.<br /><br /><b>Adriano Maini</b><br /></div><div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-49001182980050779802023-08-20T08:34:00.011+02:002023-10-19T09:40:21.096+02:00Rosso, bianco e...<p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu0ujE7pMDhUUqD-fWkeJ00A8YqnUHdHbxboBQBRDRSJtSFJl5nNu2aF_aMsf_XOu1gdP9RWwmU3aGXC45kM03E4qg2C4-Vt6Jdjkos4_y3Bvm-k1NG7rqSUuJs2xiNmb2RQWMmyKFFg3rWhOFI3dDQF6l1h3doFcRtcXUFoWLDyXkrXkjhKNpptxhF74N/s2976/23_mar22-src%20(86).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu0ujE7pMDhUUqD-fWkeJ00A8YqnUHdHbxboBQBRDRSJtSFJl5nNu2aF_aMsf_XOu1gdP9RWwmU3aGXC45kM03E4qg2C4-Vt6Jdjkos4_y3Bvm-k1NG7rqSUuJs2xiNmb2RQWMmyKFFg3rWhOFI3dDQF6l1h3doFcRtcXUFoWLDyXkrXkjhKNpptxhF74N/w640-h426/23_mar22-src%20(86).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): la ormai dismessa vecchia stazione ferroviaria<br /></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: justify;">A metà anni Cinquanta per i conduttori della linea ferroviaria Ventimiglia-Genova era situazione normale scambiare qualche parola quando verificavano i documenti permanenti di viaggio di deputati e di senatori, tutte persone affabili, tutte vestite modestamente: era particolarmente cordiale un parlamentare democristiano di Savona che talvolta indossava un abito che presentava il rammendo di qualche strappo.<br /></div><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Sempre in quel torno di tempo - ma ancora dopo -, era illegare distribuire volantini politici sui treni. Ma non solo in tali casi. Ancor più si affrontavano i rischi di sanzioni se tali operazioni le facevano italiani in territorio francese. Capitava a militanti comunisti della zona di Ventimiglia (come di altre zone di frontiera, specie quelle con la Svizzera) correre di tali alee in occasione del rientro in patria (quella vera! quella del cuore e degli affetti umani!) su strada ferrata di migliaia e migliaia di connazionali emigrati per le elezioni politiche, che, invero, usufruivano degli sconti - riduzione a metà - sui prezzi dei biglietti, ma indubbiamente affrontavano spese non indifferenti - ancorché motivate anche dalle visite ai loro cari rimasti nel Paese e/o ai loro luoghi - per i magri bilanci familiari dell'epoca. Ad attendere i citati attivisti "rossi" alla stazione di Sanremo in tante occasioni era Libero Alborno, il Libero de "La curva del Latte" di Nico Orengo, che, quale personaggio reale, probabilmente sapeva di essere schedato dalla CIA perché organizzatore di attraversamenti clandestini oltre confine di repubblicani spagnoli e di altri profughi politici, come già prima, insieme a Luigi Lorenzi, detto "Luigiò", di quelli di ebrei, stranieri e non, in fuga per le leggi razziali di Mussolini. Ma di Libero manca tuttora una storia per così dire ufficiale, dalla sua attività - già avviata dal padre - di ibridazione di rose alla sua presenza nel primo e nel terzo - l'ultimo - CLN di Ventimiglia e tanto altro ancora, mentre nella tradizione popolare il ricordo che si tramanda di lui è quello di generoso benefattore.</p><p style="text-align: justify;">I giovani della Federazione Giovanile Comunista di Roma attorniavano attenti - in quella primavera del 1971, all'indomani di quella imprevista, straordinaria e storica nevicata, in quel giardino della scuola di Partito delle Frattocchie - un sorridente <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2022/11/la-giuria-premiera-il-ventunenne-angelo.html" target="_blank">Angelo Oliva</a> con l'eterna sigaretta <i>Gitanes Maïs</i> in bocca.<br /></p><p style="text-align: justify;">Il funzionario comunista imperiese - alla svolta degli anni Ottanta - sosteneva con il suo accompagnatore che il deputato comunista di Nizza, già segretario di quella <a href="http://casamaini.altervista.org/un-maestro-elementare-che-diffondeva-la-riscossa/" target="_blank">Federazione</a>, gli ricordava molto un bandito corso.<br /></p><p style="text-align: justify;">Ai tempi dello scandalo sessuale di Gary Hart - del quale ancor oggi si scrive che senza le citate attenzioni mediatiche sulla sua vita privata avrebbe tranquillamente vinto nel 1988 le elezioni a Presidente degli Stati Uniti - il futuro deputato, poi senatore, democristiano, professore universitario, affermava bonariamente in amabile conversare per una via della cittadina intemelia che in Italia Hart non solo avrebbe potuto candidarsi, ma avrebbe anche riscosso un grande successo. <br /></p><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Il funzionario della Chambre de Métiers et de l'Artisanat delle Alpi Marittime teneva nel suo ufficio di Saint Laurent du Var un vecchio calendario de "<a href="https://patriotecotedazur.com/" target="_blank">Le Patriote</a>", periodico dei <a href="http://casamaini.altervista.org/un-fotografo-di-fidel-castro-in-costa-azzurra/" target="_blank">comunisti</a> locali, tuttora edito online. Il visitatore italiano lo riconobbe come tale, ma il collega francese fece mostra di non avere inteso. Mesi dopo quel documento non appariva già più. Di sicuro l'ambiente dei dirigenti dell'Artigianato del Nizzardo non era - e non è - dei più progressisti.</p><p style="text-align: justify;">Si potevano - se di ritorno dalla capitale - incontrare al bar dell'aeroporto di Fiumicino il deputato di Imperia ed il senatore della zona, leghisti, eletti nella tornata del 1994: esempi di uomini politici scomparsi da tempo dalla scena.<br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b><br /></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-14288847464980106512023-07-29T10:12:00.003+02:002023-10-20T11:31:43.203+02:00Un tedesco, agente immobiliare a Sanremo già nel 1930<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeqCwsf6-WBF5WcQH1MS0rBhht2yhaClUrewC_wQKIkjxxRC-NYGWLzkrbAVdp7BNAAonvAQ4Z8l0CZ8mIsl7qgR7A78sVeKEdqSNsOUt6I2KYujhsC972X1TJs5KIY8cTKRGkczKXtzRiirYu5LpPXuuNnhE9OG-Cg753yFEaD-vsTAfrqIPmstX0E1dI/s2976/22_nov27%20(15).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeqCwsf6-WBF5WcQH1MS0rBhht2yhaClUrewC_wQKIkjxxRC-NYGWLzkrbAVdp7BNAAonvAQ4Z8l0CZ8mIsl7qgR7A78sVeKEdqSNsOUt6I2KYujhsC972X1TJs5KIY8cTKRGkczKXtzRiirYu5LpPXuuNnhE9OG-Cg753yFEaD-vsTAfrqIPmstX0E1dI/w640-h426/22_nov27%20(15).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sanremo (IM): Via Matteotti all'altezza della ormai chiusa Agenzia di Weilbacher<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Weilbacher, Karl Weilbacher. Un cognome che suona un po' come la marca di un liquore di erbe.<br />Se ne fece un breve cenno su questo blog l'anno scorso in proposito del suo coinvolgimento nel caso dell'importazione a Sanremo di un quadro del Tintoretto - in piena seconda guera mondiale! - per il quale dal medesimo - reputato agente dell'Abwehr tedesco - non era stata pagata la dogana.<br />Per caso, qualche mese dopo un articolo, apparso nella cronaca locale di un noto quotidiano a larga diffusione nazionale, si dilungava con dovizia di particolari sulla citata vicenda.<br />Probabile comune fonte di informazione per i due casi un lungo rapporto - datato 7 gennaio 1947 - del servizio segreto statunitense, firmato da James (Jesus) <a href="http://storiaminuta.altervista.org/i-servizi-statunitensi-dunque-avevano-a-disposizione-unaccurata-mappa-del-movimento-fascista-clandestino/" target="_blank">Angleton</a>, un personaggio a suo tempo importante, come sottolinea anche il giornalista, e sul quale conviene a breve tornare.<br />Occorre precisare che il documento è molto lungo, per cui non si può fare a meno di procedere per brevi, esemplificative estrapolazioni.<br />Il cronista ha compiuto la scelta di concentrarsi sulla faccenda del dipinto, che risulta invero a suo modo interessante. L'opera consiste nel ritratto del Doge di Venezia Pietro Loredan. Secondo alcune fonti oggi si trova al Kimbell Art Museum di Firt Worth nel Texas. Per altre non è detto, perché il Tintoretto fece tre ritratti al Doge, tutti ancora esistentio. Si può menzionare la relazione americana: "<i>Weilbacher andò a Imperia e pagò 22.000 lire di dogana per il dipinto, che gli fu restituito. Lo riportò a San Remo. Nell’autunno del 1943 il Weilbacher lo depositò in una banca a Merano. Fu restaurato nell'ottobre o nel novembre 1945 e portato nella sua nuova residenza a Como, da cui fu in seguito trasferito e consegnato a Milano in Via Dino Compagni n. 2 al Prof. Ivan Bernaim. Qui fu trovato e confiscato dopo l'arresto del Weilbacher.</i>" Perché Weilbacher, per l'importazione illegale del quadro per paradosso era stato in precedenza arrestato dal commissario di polizia della Città dei Fiori, invece che dalla Guardia di Finanza. Un dipinto che risultava essere di proprietà di Zaccarias Birtschansky il quale, dopo lunghi tentennamenti, si era lasciato convincere nella sua ultima residenza nel Principato di Monaco, egli vecchio profugo russo, passato anche per Parigi, ad affidare il suo prezioso bene per una tentata vendita in Italia proprio a Weilbacher ed al suo sodale Scholtz, vera mente del progetto e sul serio agente dell'Abwehr: e si è già potuto notare come è andata finire.<br />La vita di Weilbacher - come emerge dal dossier - è stata se non avventurosa, sicuramente movimentata. Nato nel 1895 a Stoccarda, divenne ancora giovane in Tunisia segretario di un clinico inglese, specialista di malattie degli occhi. Lo seguì a Genova quando quest'ultimo vi aprì una struttura. Trasferitosi in Svizzera per conto suo, Weilbacher vi si trattenne per sottrarsi agli obblighi militari derivanti dalla Grande guerra nel frattempo scoppiata, ma ricevette ancora preziose sovvenzioni da quel suddito britannico. Finito il conflitto, si dedicò al suo nuovo impegno lavorativo, il commercio di generi alimentari, viaggiando per mezza Europa, compresa l'Italia, e rientrando anche in possesso del passaporto tedesco. "<i>Nel 1919 incontra a Lugano Clara von Andrassy (nata Levi), moglie del conte Gyula von Andrassy. Clara divorzia e i due si sposano nel 1923 in Svizzera. Nel 1924 la coppia si trasferisce a Sanremo dove lavora come rappresentante di case editrici e gallerie d’arte austriache e tedesche. Nel gennaio 1925 apre una libreria a Sanremo che viene gestita dalla moglie. Aprirà poi delle succursali ad Alassio, Nervi e Viareggio. Nel 1928-29 subisce un tracollo finanziario e deve ottenere un concordato dai creditori. Nel 1930 apre un’agenzia internazionale in Via Vittorio Emanuele</i> [n.d.r.: attuale Via Matteotti] <i>a Sanremo, che si occupa di compravendita di immobili, riscossioni di affitti, gestioni immobiliari. L’attività frutta molto bene e Weilbacher ha rapporti anche a Mentone, Monte Carlo, Nizza e in Svizzera. Dopo l’ascesa al potere di Hitler, Weilbacher effettua numerosi viaggi verso la Germania, aiutando diversi ebrei ad espatriare. La sua principale attività era la vendita di immobili di ebrei ad ariani in Germania e il contemporaneo acquisto di altri immobili in Italia. L’attività era molto lucrosa ma ebbe un termine con l’introduzione delle leggi razziali in Italia nel 1938</i>". In effetti, a Sanremo ci sono ancora persone che ricordano uno dei figli di Weilbacher, finita la seconda guerra, davanti alla porta di questa agenzia.<br />Nel periodo bellico si facevano più intensi i contatti di Weilbacher con connazionali, agenti o militari che fossero, anche della S.D. e della Gestapo, ma la relazione Angleton non entra mai nei particolari. In genere si cercava di sfruttare la sua pregressa capacità, assodati i suoi trascorsi di immobiliarista, di muoversi ed avere contatti tra Marsiglia e Genova. Scholtz, ad esempio, lo incarica di prendere a nolo una nave danese nel porto della capitale della Provenza per una misteriosa operazione, poi lasciata cadere. Una frase che non riporta - come altre ! - la data dell'avvenimento suona nel seguente modo: "<i>Weilbacher incontrò il console tedesco di Sanremo, una settimana
dopo il suo arrivo in città, in occasione di uno spettacolo di varietà
offerto per feriti italiani e tedeschi e al quale doveva partecipare
anche il figlio di Weilbacher, Rolando</i>". Indubbiamente Weilbacher non poteva non conoscere il console tedesco a Sanremo, Geibel, che anzi, involontariamente, gli procurò i primi contatti con la famiglia Scholtz, quando nel 1940 la signora Scholtz cercava nella cittadina della Riviera dei Fiori una villa da affittare. Senonché Geibel era di tutt'altra pasta, perché fu persona che cercò - certo con mille cautele - di aiutare connazionali (meglio dire ex) ebrei, tra i quali anche Dora <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/04/walter-benjamin-sanremo.html" target="_blank">Kellner</a>, ex moglie di Walter <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/04/walter-benjamin-sanremo.html" target="_blank">Benjamin</a>. Ironia della storia, a Weilbacher venne consigliato da un nazista di divorziare dalla moglie perché ebrea, il che egli puntualmente fece. Con tutto questo non è molto chiaro in cosa sia consistita l'attività spionistica di Weilbacher, tanto è vero che il rapporto statunitense si lascia anche sfuggire l'espressione "<i>presunto agente dell'Abwehr</i>". Invero, nel documento si trovano frasi come: "<i>Nell'ottobre 1943 gli fu chiesto di riferire al Consolato Generale Tedesco a Genova. A Genova fu ricevuto da una persona che aveva sostituito il Console Generale (di cui non ricorda il nome) che gli disse che doveva andare a Berlino e riferire al tenente colonnello Rosenleiter al comando generale dell'Abwehr. Gli fu dato un passaporto e un visto e partì subito dopo per Berlino, dove riferì al tenente colonnello Rosenleiter, che gli disse che gli era stato indicato come un agente dell'Abwehr </i>[...] <i>Dopo che il Weilbacher ebbe fornito le sue spiegazioni, Rosenleiter gli diede 200 marchi per le spese del viaggio e lo mandò nello Eden, dicendogli di tornare di nuovo il giorno successivo. Mentre stava tornando nell'ufficio di Rosenleiter, incontrò per caso Scholtz nell'ufficio della segretaria. Gli chiese perché non lo avesse aiutato quando in prigione. Scholtz si scusò dicendo che aveva avuto affari urgenti in Ungheria e Bulgaria. Scholtz disse che stava per partire per Parigi, e da lì sarebbe andato a Madrid, dove aveva lasciato la sua famiglia. Stava andando per motivi attinenti al suo lavoro di intelligence e si rifiutò di dare il suo indirizzo di Madrid. Gli promise che avrebbe fatto del suo meglio per farlo trasferire a Madrid, ma il suo trasferimento non ebbe mai luogo. Weilbacher aggiunge che non rivide più né Scholtz né la moglie</i> [n.d.r.: che a Sanremo era anche stata sua amante]". Inoltre: "<i>A Monte Carlo ebbe</i> [Weilbacher] <i>rapporti anche con Werner Vohringer, un tedesco che lavora per l’Abwehr. Era stato a Sanremo prima dello scoppio della guerra e lì era rimasto senza fare nulla. Weilbacher lo conobbe a Sanremo nel 1940 quando lavorava per un'azienda di esportazione di fiori con sede a Bordighera. Alla fine del 1943 lo incontrò nuovamente a Monte Carlo. A quel tempo Vohringer possedeva un'automobile lussuosa e viveva al Regina Hotel; confidò a Weilbacher che stava lavorando per Abwehr sotto un certo Kirsten a Sanremo. Weilbacher fece alcuni viaggi con lui da e per la Francia, ma negò di aver lavorato con lui per i servizi. Per quanto riguarda il lavoro di Vohringer, sapeva solamente che quando era a Monte Carlo si interessava ai francesi prigionieri nei campi italiani</i>".<br />Non aiuta neppure un vago accenno al fatto che "<i>era stato in relazioni amichevoli</i>" con il capitano Gino <a href="https://gsvri.blogspot.com/2020/01/il-capitano-gino-affermava-di-fare.html" target="_blank">Punzi</a>, che, anzi, in un'occasione lo aveva accompagnato in auto vicino a La Turbie in territorio che vedeva la presenza di partigiani francesi. Potrebbe trattarsi di una ricostruzione fatta a posteriori da Weilbacher o messa in qualche modo in bocca a Weilbacher, perché se all'epoca i nazisti avessero sospettato l'attività clandestina patriottica di Punzi, che figurava ancora ufficiale italiano di frontiera, avrebbero di sicuro proceduto all'arresto di un uomo che si apprestava, dopo aver già tessuto una rete antifascista, sia a combattere insieme ai maquisard che ad operare - una volta arrivate le truppe alleate sulla frontiera marittima tra Francia e Italia - come agente dell'Oss, prima di cadere in un mortale agguato dovuto al tradimento di un pescatore contrabbandiere di Ventimiglia. O ancora altre conoscenze di agenti nazisti (sempre genericamente indicati come tali dal dossier) e di loro mogli (soprattutto di queste!) compiute da Weilbacher o di sue ricerche di materiali speciali, se non addirittura di armi segrete: un lungo racconto dal vago sapore di fumetto.<br />Ed Angleton? A limitarsi ad un breve abbozzo della sua attività, si può ricordare che come giovane capo della sezione di controspionaggio statunitense di stanza a Roma nel tardo autunno del 1944 inviò oltre le linee due agenti per prendere contatto con il principe Junio Valerio Borghese, comandante della Decima Mas, specializzata in crudeli rappresaglie contro i partigiani: da parte americana si trattava della verifica della possibilità di ingaggiare in funzione anticomunista alcuni ufficiali di quei reparti speciali della Repubblica di Salò, il che, terminato il conflitto, puntualmente avvenne. Questo spiega perché Angleton abbia evitato una prima volta l'arresto di Borghese trasferendolo in aereo a maggio 1945 dalla Lombardia a Roma e influendo - o facendo influire altre autorità del suo paese - sulla successiva mite condanna del Principe Nero. Trascurando la successiva strepitosa carriera di Angleton, che divenne capo del controspionaggio della CIA, si può ancora riferire che alcune fonti lo indicarono in seguito come vicino, molto vicino a Borghese in occasione del colpo di stato tentato da quest'ultimo a dicembre del 1970. Non solo. Sul finire della guerra aveva reclutato - tra gli altri ufficiali della Repubblica Sociale da lui ingaggiati - anche Licio Gelli, destinato a rilevare anni dopo il comando della loggia P2, messa in piedi con funzioni anticomuniste - secondo alcune fonti ufficiali - da un altro spione americano, Frank Gigliotti.<br />Per quello che si legge nel rapporto dalle vicende di Weilbacher emergono, altresì, una galleria di diversi altri personaggi (anche un principe Colonna!) e una geografia di luoghi, che da sole meriterebbero puntuali cronache di resoconti di storia, sì, ma di storia minuta.<br /><b>Adriano Maini</b><br /></div><div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-13267834227554165242023-07-11T09:36:00.007+02:002023-07-11T09:53:49.778+02:00La prima volta di un vero stadio fu per me proprio San Siro<div><p style="text-align: justify;"><i></i></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCyUElCvf2bhQlGT6tY_lNuoIsnnAkpBRNIcMZ8R7PP80wcPAvNMi9iKygg332EYn6qeCu67cWiK3YzK-EUB7hw4YAjK3nTPAm6UZ6IkZ8laQfbiEYk3210LkGkeE5WVrNhzdkV3xui7q7R47CgghbKqAooeoQKS4OdsSwUlHhX6G7xSppjADQij6a1SIi/s774/1965-mi.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="774" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCyUElCvf2bhQlGT6tY_lNuoIsnnAkpBRNIcMZ8R7PP80wcPAvNMi9iKygg332EYn6qeCu67cWiK3YzK-EUB7hw4YAjK3nTPAm6UZ6IkZ8laQfbiEYk3210LkGkeE5WVrNhzdkV3xui7q7R47CgghbKqAooeoQKS4OdsSwUlHhX6G7xSppjADQij6a1SIi/w640-h434/1965-mi.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Milano: lo stadio di San Siro nel 1965<br /></td></tr></tbody></table><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>Anni fa sul blog di cui a <a href="https://mainiadriano.blogspot.com/" target="_blank">questo</a> collegamento dialogavo intensamente con i lettori. Qui di seguito, una selezione di quanto scrivevo sul finire dell'estate del 2010.</i><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Su Nico <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/02/comera-al-momento-della-vendita-la.html" target="_blank">Orengo</a> mi viene allora da aggiungere (ma non sono un critico!) che sapeva coniugare al meglio pagine improntate a robusto realismo con altre soffuse di delicato romanticismo, accompagnando il lettore, cui donava di tanto in tanto lampi di incantata magia, per ignoti ed impervi sentieri, per lo più corrispondenti (nella mia trasandata metafora) ai luoghi del Ponente Ligure. <br /><br />Di Bruno Morchio e del suo Bacci Pagano cercherò di dire qualcosa quando tornerò a parlare di Genova, anche se non é facile rendere la magia di Sarzano.<br /><br />Hai reso con parole molto belle le tue impressioni, ma anche, senza che tu lo potessi sapere, analoghe emozioni che provai da bambino: la prima volta di un vero stadio fu per me proprio San Siro a Milano. <br /><br />Certi striscioni sono davvero capolavori di ironia e di sarcasmo. Se i tifosi si limitassero a questo, gli stadi tornerebbero ad essere contenitori di sana gioia popolare. <br /><br />Confesso che sin da piccolo piccolo ho la mia squadra del cuore, ma anche che da allora mi sono sempre appassionato a vicende e <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2019/03/quando-giocava-kopa.html" target="_blank">storie</a> belle del calcio. Faccio degli esempi: Nordhal che butta fuori la palla, che era già praticamente in rete, perché si accorge che il difensore che lo voleva falciare si era fatto male, per cui lo vuole soccorrere; mitici calciatori degli anni '20 e '30 (non c'erano le sostituzioni) che continuavano a giocare con la testa fasciata; l'epopea del Grande Torino; la Grande Ungheria.<br /><br />Sono felice di apprendere dell'atmosfera festosa che circonda l'ambiente del rugby, giovanile, immagino. Io ho dovuto riscontrare, purtroppo, per notizie apprese e per esperienza diretta che, dalle mie parti almeno, non solo nel calcio, ma anche in altri sport praticati da bambini e da ragazzini girano arie, che per comoda sintesi, definisco professionistiche.<br /><br />A dire il vero (saranno stati altri tempi?), ho incontrato insegnanti di religione che sapevano motivare meglio, rispetto agi esempi da te addotti, i "fondamentali" della loro disciplina, che, comunque, non é mia intenzione affrontare né qui né altrove. E al meno brillante tra quanti ho conosciuto, già anziano, devo poi riconoscere un merito, quello che, parlandoci di "Mani Tese" (di cui, finita la scuola, non mi sono mai più informato), ci introdusse al dramma della fame del mondo. In sostanza, per come ci sono riuscito, ho cercato con il mio raccontino di mettere in evidenza tante contraddizioni della vita, in questo caso, quella scolastica dei miei tempi e della mia città natale.<br /><br />Come qualcuno ha già commentato, mi riesce, infatti, meglio accennare a temi che mi stanno a cuore, supportandoli con un po' di ricordi/esperienze personali: e "vedere l'effetto che fa'". E' il blog, bellezza!?! O, no? <br /><br />Grazie a te! Soprattutto per il ricordo, permettimi, di Gignese, da cui l'ultima volta sono venuto via anch'io in autostrada. All'andata, no, dovevamo vedere il lago con calma. A proposito, hai visto o ti hanno parlato di quella cremagliera che portava da Stresa al Mottarone?<br /><br />E io ringrazio ancora te, anche per il ricordo che mi procuri con la citazione del trenino delle Cento Valli: ma questa é un'altra storia.<br /><br />Ringrazio tutti per l'attenzione prestata al mio post. Io, invero, ho parlato di <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2022/04/giallisti-francesi-che-accompagnano-il.html" target="_blank">Malet</a> soprattutto per dare un'idea di una certa <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2019/10/non-solo-vendemmie-in-costa-azzurra.html" target="_blank">Francia</a>, ma, se vi piace il genere "giallo, allora questo autore fa veramente per voi!<br /><br />Il Malet con l'investigatore privato Burma fa, invero, storia a sé. </div><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;">Grazie! Mi fa piacere che tu conosca Malet (Simenon é molto più noto). E, dunque, non devo aggiungere nulla! Lavori ai Beni Culturali? Villa Hanbury a Ventimiglia (IM) é un magnifico parco (per l'Università, temo, solo un Orto Botanico), Balzi Rossi vuol dire in questo caso Museo Preistorico e adiacenti grotte preistoriche, l'area ex Officine del gas coincide in parte con il parco archeologico della Ventimiglia romana (Albintimilium). Un caro saluto! <br /><br />@tutti: Con <a href="https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/2019/05/james-ellroy-da-prega-detective.html" target="_blank">Ellroy</a> ho aumentato il "dosaggio" della mia "ambiguità", vale a dire provando a sottolineare temi che potrebbero anche essere di attualità, come cercherò di rendere più esplicito, se riprendo il tema con altri suoi libri. In questa occasione ho dovuto già tagliare quasi metà post. <br /><br />Infatti! Ma nella vita Ellroy continua ad essere stravagante, perché ha supervisionato il film "L.A. Confidential" (andò in quell'occasione anche a Cannes) e qualcosa del genere ha fatto con "Dalia nera", uscito l'anno scorso con scarso entusiasmo della critica e che non ho ancora visto.<br /><br />Sono libri "tosti" quelli di Ellroy, ma non horror, meno, comunque, di un C.S.I. e similari.<br /></p><p style="text-align: justify;"><br /><b>Adriano Maini</b></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-54575392181183813132023-04-19T17:52:00.008+02:002023-12-08T10:06:01.817+01:00Francesco Biamonti sapeva di trovare spesso Sergio "Ciacio" Biancheri sul lungomare di Bordighera<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC8uIlPcqd0u2ej27sYE2uctkwjtrwQRK9odScJRVExbEdLy7wtTmjy__7TJ7O2S-A45lJ7vLcfQT93soE7MICUBZCBFH20xG9OgPyMBbJrlxz_p1Kq8wvUWiwqXjrRF6XAeNHFfC1cD9cSp9lFe5q4h3jMd9S9RGXpCNwG8ck9VWcIFWQuUsyty--EA/s2976/22_dic26%20(61).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC8uIlPcqd0u2ej27sYE2uctkwjtrwQRK9odScJRVExbEdLy7wtTmjy__7TJ7O2S-A45lJ7vLcfQT93soE7MICUBZCBFH20xG9OgPyMBbJrlxz_p1Kq8wvUWiwqXjrRF6XAeNHFfC1cD9cSp9lFe5q4h3jMd9S9RGXpCNwG8ck9VWcIFWQuUsyty--EA/w640-h426/22_dic26%20(61).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bordighera (IM): Lungomare Argentina<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Si racconta che Bruno <a href="https://mainiadriano.blogspot.com/2021/06/come-al-solito-ritrovo-bruno-fonzi.html" target="_blank">Fonzi</a> avesse preso in carico una borsa di svariati appunti, tutti di Giacomo Ferdinando <a href="http://storiaminuta.altervista.org/giacomo-natta-negato-alla-stabilita/" target="_blank">Natta</a>, una volta defunto quest'ultimo, con l'impegno di condividere, in funzione di future occasioni di valorizzazione, il materiale per così dire ereditato con diversi attori dei cenacoli letterari ed artistici che facevano perno anche su Bordighera: da quel lontano 1960 si sono perse, purtroppo, le tracce di quel prezioso retaggio.</div><p></p><p style="text-align: justify;">Francesco <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/10/mostra-il-paesaggio-e-una-compensazione.html" target="_blank">Biamonti</a> sapeva di trovare spesso Sergio "Ciacio" <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/10/ricordo-di-guido-seborga.html" target="_blank">Biancheri</a> sul lungomare di Bordighera intento ad abbozzare talune delle sue splendide "Marine": capitava altrettanto di sovente che chiedesse ed ottenesse in dono dall'amico pittore alcuni degli schizzi di prova, che al futuro scrittore di San Biagio della Cima sarebbero in seguito serviti per atti delicati di galanteria in ambito femminile.</p><p style="text-align: justify;">Un altro <a href="https://www.pittoriliguri.info/pittori-liguri/pittori-liguri-800-900/morlotti-ennio/" target="_blank">amico</a> pittore di <a href="http://adrianomaini.altervista.org/seborga-e-biamonti-a-bordighera/" target="_blank">Biamonti</a>, Ennio <a href="https://www.treccani.it/enciclopedia/ennio-morlotti/" target="_blank">Morlotti</a>, introdotto casualmente in quella compagnia (i nomi che qui corrono ed altri ancora che non verranno citati animarono irripetibili stagioni culturali di Bordighera, talvolta anche della zona e del ponente) da Guido <a href="http://adrianomaini.altervista.org/seborga-e-biamonti-a-bordighera/" target="_blank">Seborga</a>, trovò nella vicina Ventimiglia un mecenate molto discreto che, ospitandolo vicino a Porta Marina, gli diede l'occasione di studiare con calma i <a href="https://www.pittoriliguri.info/pittori-liguri/pittori-liguri-800-900/morlotti-ennio/" target="_blank">paesaggi</a>, in particolare quelli <a href="https://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/ennio_morlotti.htm" target="_blank">aspri</a>, e la natura del ponente ligure.</p><p style="text-align: justify;">Guido <a href="http://web.tiscali.it/GUIDOSEBORGA/" target="_blank">Seborga</a>, dal canto suo, non pago di avere già suscitato alti <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2020/06/le-vacanze-di-edoardo-sanguineti.html" target="_blank">pensieri</a> e valorizzato giovani di intelletto, una volta dedicatosi anche alla pittura, ben volentieri impartiva in Bordighera, sul finire degli anni Sessanta, disinteressate lezioni in materia, molto apprezzate da freschi virgulti.</p><p style="text-align: justify;">Nico <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2023/02/comera-al-momento-della-vendita-la.html" target="_blank">Orengo</a>, il vero scopritore di Francesco Biamonti, quando presente nella zona di Ventimiglia e Bordighera, si teneva in genere più defilato in prossimità del confine francese e in Val Nervia, in località che furono per lui (come noto) grandi fonti di ispirazione.</p><p style="text-align: justify;">Di Lalla <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/02/cantare-una-nuvola.html" target="_blank">Romano</a> e di Francesco Biamonti esiste una fotografia che li colse in un intenso, plastico <a href="http://adrianomaini.altervista.org/lalla-romano-e-una-scrittrice-visiva/" target="_blank">conversare</a>. La <a href="http://adrianomaini.altervista.org/tetto-murato-nel-romanzo-appare-come-un-luogo-irreale/" target="_blank">scrittrice</a> - ed <a href="http://lallaromano.it/index2.php?it/130/pittura" target="_blank">artista</a> - che già in gioventù aveva <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/12/a-sanremo-la-sera-sul-tram-le-tendine.html" target="_blank">frequentato</a> la Riviera, segnatamente Sanremo, cui in seguito la legarono anche altri <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2022/09/solo-nel-1990-accetto-di-raccontare-la.html" target="_blank">affetti</a>, nella sua intensa vita, conclusa in un luogo altamente evocativo, quale Brera in Milano, fu anche una grande amica di <a href="https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/01/13/lalla-al-mare-col-samaritano-antonio-riaMilano15.html" target="_blank">Bordighera</a>, come tante tracce lasciate ancora <a href="http://lallaromano.it/index2.php?it/115/notizie-eventi/31/tempo-di-guerra-e-di-resistenza-negli-scritti-di-lalla-romano-e-di-cesare-pavese-bordighera-ore-21" target="_blank">documentano</a>. A Lalla Romano in Bordighera è stata intestata una viuzza pressoché di campagna, a settentrione di regione Due Strade, non discosto dalla Frazione Borghetto San Nicolò.<br /></p><p style="text-align: justify;">Quasi a chiudere un minuto racconto, non si può dimenticare che Enzo <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2021/10/si-fa-arte-perche-spinti-da.html" target="_blank">Maiolino</a>, sodale apprezzato da tanti personaggi, qui menzionati e non, e da sempre <a href="https://aspettirivieraschi.blogspot.com/2019/03/una-lettera-di-pablo-neruda-tradotta-in.html" target="_blank">al fianco</a> di Luciano <a href="https://mainiadriano.blogspot.com/2021/06/lei-mio-caro-de-giovanni-mi-scriva.html" target="_blank">De Giovanni</a>, il quale non disdegnava, pertanto, frequentazioni di Bordighera, meditava ancora poco prima della morte, sulla base di scritti che forse si illudeva di ritrovare ancora, e proprio nella città delle palme, di realizzare un'opera altamente compiuta sulla figura di Giacomo Natta, a cui, peraltro, aveva continuamente dedicato forte attenzione sotto forma di saggi critici e, addirittura, di cura di ristampa di talune opere.</p><p style="text-align: justify;"><b>Adriano Maini</b><br /></p>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3312980416106961388.post-48965610450959865542023-03-22T19:21:00.004+01:002023-11-29T09:58:27.964+01:00Hotel Angst - Posto degli sfollati - Terzo Piano 109 - Bordighera<div><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigQ0FH0TrVABx73D2CReB3SgJLJlCvlKd1oBsWgpVpKe89lPaiIjRhnwtx18lPFDiLmXw9sNb4fIifpO9OgEpylJ2JVo2wfP_DJaUpcAX2xhBidA4HUVmU_v4tHm89USbymxjz21NJbfT3kBCCJKYQk4DpuIIpl-Pqk1nQbB2yf9WTX5YpGUmvNkegBw/s2976/23_gen03%20(71).JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1984" data-original-width="2976" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigQ0FH0TrVABx73D2CReB3SgJLJlCvlKd1oBsWgpVpKe89lPaiIjRhnwtx18lPFDiLmXw9sNb4fIifpO9OgEpylJ2JVo2wfP_DJaUpcAX2xhBidA4HUVmU_v4tHm89USbymxjz21NJbfT3kBCCJKYQk4DpuIIpl-Pqk1nQbB2yf9WTX5YpGUmvNkegBw/w640-h426/23_gen03%20(71).JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bordighera (IM): lavori di ristrutturazione in corso in questi mesi all'ex Hotel Angst<br /></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Roberto Muratore scriveva in una data non precisata, alla vigilia della sua esecuzione, alla moglie Antonietta Lorenzi una breve missiva così carica di dignità personale e di affetto per i suoi cari, che meriterebbe di essere citata tra le "Ultime Lettere dei Condannati a Morte della Resistenza Italiana".<br />Essa, tuttavia, non risulta sinora pubblicata nel <a href="https://www.ultimelettere.it/" target="_blank">sito</a> "ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana". <br />Ci sono diverse annotazioni da effettuare in proposito.<br />La prima consiste nel fatto che il documento in questione - rinvenuto da Paolo Bianchi di Sanremo - è conservato nell'Archivio di Stato di <a href="http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it/" target="_blank">Genova</a> insieme ad altri incartamenti riferiti a processi di epurazione antifascista dell'immediato secondo dopoguerra: se ne può dedurre, per analogia, ma anche alla luce di quanto segue, che lo scritto corrisponda alle ultime volontà di una vittima della furia nazifascista e non di un deliquente qualsiasi, che, anzi, difficilmente in quei tempi oscuri veniva perseguito.<br />La seconda che per quante altre ricerche - via Web, va da sè - si siano fatte, come nel caso degli elenchi delle persone morte a qualsiasi titolo nel conflitto, realizzati a suo tempo dal Comune di Ventimiglia, i cognomi Muratore e Lorenzi (tipici della città di confine e delle sue Frazioni) non appaiono o come nel caso del memoriale dei <a href="http://www.villamigonegenova.it/2020/05/19/19-maggio-1944-leccidio-del-turchino/" target="_blank">Martiri</a> della Strage del Turchino, per la quale le vittime furono barbaramente selezionate tra detenuti nelle carceri di Genova (e nella quale vennero trucidate tre persone di Camporosso, un uomo di Olivetta San Michele, un partigiano di Oneglia ed il patriota antifascista Renato <a href="https://gsvri.blogspot.com/2015/10/e-non-sapevamo-che-era-lultimo-treno.html" target="_blank">Brunati</a>, che aveva la residenza alla Casa del Mattone di Bordighera). In verità, nell'archivio online dell'<a href="https://www.ilsrec.it/" target="_blank">Istituto</a> ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea "Raimondo Ricci", appare un Roberto Muratore, ma come partigiano della 4a Brigata Val Bormida Giuliani Divisione Autonoma Fumagalli: un caso a parte, dunque.<br />Ancora. Il biglietto di Roberto Muratore venne scritto a macchina con molti errori di ortografia e di grammatica. Ad esempio, la lettera era indirizzata a "Lorenzi Antonietta - Otel Lans Posto degli sfollati - Terzo Piano 109 - Bordighera". Viene il dubbio - dato il tragico contesto - che sia stato compilato da un'altra persona: si potrebbe persino supporre un furiere tedesco.<br />Sembra giusto riportarne qualche brano un po' aggiustato in italiano. "<i>Cara moglie mi hanno fatto il processo e mi hanno condannato a morte... la colpa della mia pena è di tuo padrino che ha raccontato tutto quello che ha voluto per salvarsi lui stesso... io di male non ho mai fatto nulla come ben sa tutto il nostro paese. Noi siamo stati disgraziati perché la nostra vita di matrimonio é stata molto breve, ma pensa al bambino che ti conforta. Sono gli ultimi Saluti e baci a te ed al mio piccolo Tino che non ha potuto conoscere suo padre e che ha avuto la medesima sorte di me che non ho conosciuto la mamma. Saluti al fratello e al Padre...</i>"<br /></div><div style="text-align: left;"> <p></p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2D3zNHKblF6kacMdAlAdIHyLIQp9IeOsHcVWYEtDOJv4XIJjOQHpbXeKPYynmHol3AwrZ1HvprTrvK7iRRdpi9_VfhzRiZj3b0BC-Go5NYgOuLyh5JGS-N2-Y3WBTYvBXUMEdt7DwBBe4c-p-xBm6xxdhdY3l4MWMc_dWiSoI3vcSNJ4Zbq6G31aH_A/s974/bdhaml1.jpeg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="939" data-original-width="974" height="618" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2D3zNHKblF6kacMdAlAdIHyLIQp9IeOsHcVWYEtDOJv4XIJjOQHpbXeKPYynmHol3AwrZ1HvprTrvK7iRRdpi9_VfhzRiZj3b0BC-Go5NYgOuLyh5JGS-N2-Y3WBTYvBXUMEdt7DwBBe4c-p-xBm6xxdhdY3l4MWMc_dWiSoI3vcSNJ4Zbq6G31aH_A/w640-h618/bdhaml1.jpeg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno stralcio del documento qui citato. Fonte: <a href="http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it/" target="_blank">Archivio</a> di Stato di Genova, come da ricerca effettuata da Paolo Bianchi di Sanremo (IM)<br /></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdesKU06gmFe1dDkZ6Jrk5WdvoRbe9777P4bVXWRQSYuSBkMUMBkglwbEKo_8QLNmISXGtfbB-qwk0Dou-Za6CnSlXQmANqLdibqEKxY0HwcVmC0__GAEuStQwq4Huf6OFBwzxWrFHGpuzk1_zKrfB1ORC0gJS8aMsKMzKoH7YH75ebt1Ri5JL1jflslzf/s1108/140645-al.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1108" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdesKU06gmFe1dDkZ6Jrk5WdvoRbe9777P4bVXWRQSYuSBkMUMBkglwbEKo_8QLNmISXGtfbB-qwk0Dou-Za6CnSlXQmANqLdibqEKxY0HwcVmC0__GAEuStQwq4Huf6OFBwzxWrFHGpuzk1_zKrfB1ORC0gJS8aMsKMzKoH7YH75ebt1Ri5JL1jflslzf/w624-h640/140645-al.jpeg" width="624" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Segnalazione di un agente della polizia ausiliaria in data 14 giugno 1945 dello stato di arresto di Onorio Lorenzi, compiuto dagli Agenti di Polizia del Comitato di Epurazione di Ventimiglia, a seguito della denuncia fatta dalla signora Antonietta Lorenzi. Fonte: <a href="http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it/" target="_blank">Archivio</a> di Stato di Genova, come da ricerca effettuata da Paolo Bianchi di Sanremo (IM)</td></tr></tbody></table><br />Per essere la signora con il figlioletto sfollata in albergo a Bordighera i coniugi dovevano per forza essere abitanti di un borgo della zona Ventimiglia-Bordighera. Forse di Villatella, Frazione di Ventimiglia (IM), stante l'accusa ("... di aver deposto contro di lui alla G.N.R. di Ventimiglia tanto da farlo fucilare...") fatta, finita la guerra, dalla vedova Antonietta Lorenzi a carico di tale Onorio Lorenzi, residente in quel paese. A Bordighera venivano fatti trasferire gli abitanti delle zone di confine con la Francia (quelli della <a href="https://gsvri.blogspot.com/2020/02/il-comando-tedesco-ordino-levacuazione.html" target="_blank">val Roia</a> addirittura anche a Torino, inoltre con marce forzate). Nelle strutture turistiche requisite furono, del resto, ricoverati gli abitanti della Città delle Palme che avevano avuto le case colpite dai bombardamenti, in genere navali. Tutto ciò lascia inquadrare la possibile data della missiva in oggetto nel periodo compreso tra l'assestamento (settembre 1944) delle forze armate alleate sulla vecchia linea di confine italo-francese e la fine della guerra.<br />La tragica vicenda di Roberto Muratore forse lascia aperto un altro interrogativo, assodata l'attuale giacenza in Genova del nominato biglietto: quello del suo arrivo o meno fra le mani della moglie e degli oggetti lì segnalati, la fede nuziale, l'orologio e le cento lire.<br /><b>Adriano Maini</b></div><p></p></div>Adriano Mainihttp://www.blogger.com/profile/09465917157661723606noreply@blogger.com