Ventimiglia (IM): l'ingresso del Teatro Romano |
Le brevi storie che qui seguono non avrebbero bisogno di un filo conduttore, ma a ben guardare conducono alla zona Nervia di Ventimiglia, sia per svolgimento in loco sia perchè ribadite nel tempo da alcuni abitanti.
Sull'attuale ingresso - più o meno - al Teatro Romano sorgeva ancora, appena finita la guerra, una casa che ospitava un forno di panetteria - demolita di lì a breve per fare spazio a pertinenti scavi archeologici -, dove si formarono diversi artigiani del settore. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale ad una persona dedita alla raccolta di metalli usati sulla via del ritorno piaceva soffermarsi a conversare con il titolare. Da quest'ultimo - e da taluni suoi sodali - veniva talora amabilmente preso in giro in dialetto, che l'immigrato dalla Calabria non aveva ancora imparato a padroneggiare: come per contrappasso la vittima si sarebbe rifatta aprendo anni dopo in centro città un rinomato ristorante che recava il suo nome.
Sull'attuale ingresso - più o meno - al Teatro Romano sorgeva ancora, appena finita la guerra, una casa che ospitava un forno di panetteria - demolita di lì a breve per fare spazio a pertinenti scavi archeologici -, dove si formarono diversi artigiani del settore. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale ad una persona dedita alla raccolta di metalli usati sulla via del ritorno piaceva soffermarsi a conversare con il titolare. Da quest'ultimo - e da taluni suoi sodali - veniva talora amabilmente preso in giro in dialetto, che l'immigrato dalla Calabria non aveva ancora imparato a padroneggiare: come per contrappasso la vittima si sarebbe rifatta aprendo anni dopo in centro città un rinomato ristorante che recava il suo nome.
Da quelle parti ferrovieri francesi lanciavano clandestinamente volantini antifascisti scritti in italiano. Ad occhi attenti e fortunati sarebbe potuto capitare di scoprire tali azioni dal vecchio cavalcavia, quello distrutto dai tedeschi in ritirata. Nonostante affannose indagini, milizia ed OVRA dovettero, invece, limitarsi all'accumulo di sospetti senza prove, da cui fecero, comunque, derivare l'espulsione di almeno un macchinista.
Assunti direttamente o - come si dice adesso - a contratto, i netturbini di Ventimiglia indossavano abiti da lavoro di colore grigio e portavano berrettini - coordinati in tinta - che ricordavano quelli dei soldati austriaci della Grande guerra. A ciascuno di loro era affidata una trombetta con il cui suono invitare i cittadini ad uscire per conferire i rifiuti domestici. A Nervia si è tramandata la memoria di un lavoratore, già invero avanti negli anni, che le scale le faceva senza scomodare gli utenti.
Sulle spiagge di Nervia vennero per un lungo periodo alate le barche - i gozzi - dei pescatori, non sempre professionisti: non erano ancora proibite le catture delle tartarughe di mare.
Assunti direttamente o - come si dice adesso - a contratto, i netturbini di Ventimiglia indossavano abiti da lavoro di colore grigio e portavano berrettini - coordinati in tinta - che ricordavano quelli dei soldati austriaci della Grande guerra. A ciascuno di loro era affidata una trombetta con il cui suono invitare i cittadini ad uscire per conferire i rifiuti domestici. A Nervia si è tramandata la memoria di un lavoratore, già invero avanti negli anni, che le scale le faceva senza scomodare gli utenti.
Sulle spiagge di Nervia vennero per un lungo periodo alate le barche - i gozzi - dei pescatori, non sempre professionisti: non erano ancora proibite le catture delle tartarughe di mare.
Si è persa qualsiasi traccia documentale dell'azienda - palme e piante grasse - Vivai di Collasgarba - di cui rimangono solo la copia di una pubblicazione promozionale edita nel 1934 e qualche foto di carri curati per alcune Battaglie di Fiori -, azienda messa in piedi dal ragioniere Ermanno Corte, detto da tutti "il professore": con buona pace di qualche attuale ricercatore.
Adriano Maini
Adriano Maini