mercoledì 9 dicembre 2020

Basilio

Un angolo della vecchia Nizza

Nella mia interessante (mia fortuna!) corrispondenza di questi ultimi tempi spicca la seguente testimonianza d'epoca:

«Ho ripreso in mano questa lettera che potresti pubblicare.
Lascerei la forma anche se a volte scorretta.
Scritta da chi avrà fatto i tre anni di elementari.
Già un grande privilegio in quei tempi dove le braccia dei bambini servivano alla sopravvivenza.

"Dovendosi recare quest’inverno a Nizza presso nuovi padroni. Credeva partire alla fine della campagna (cioè raccolta delle castagne) invece è stata richiesta di premura e così fin dal giorno sei di questo mese è partita con autocarro Satis (1) Sanremo-Nizza; così è passata sulla vostra porta senza neanche potervi vedere. Ci scrisse subito due volte che si trovava bene e contenta dei suoi padroni; ora attendiamo tutti i giorni sue notizie.
Essendole capitato un posto, che finora e ben difficile lei ha creduto bene di passare in Francia anche soltanto per apprendere la lingua che è molto utile e serve tanto.veramente la sua assenza ci dispiace molto è certo che il lavoro in casa nostra non le mancava; ma poi che volete qui nei nostri paesi vi è pochissimi soldi, stagioni a lavorare perché ........ed è sempre più peggio perché i nostri raccolti oggi giorno non hanno vendita, non abbisognano al stretto massimo cui ci abbisogna di acquistare per nutrirsi e vestirsi e allora ci casca le braccia a terra e si perde la volontà di lavorare. Se andiamo di questo passo l’avvenire secondo me ci si presenta assai tenebroso e poco soddisfacente.
Speriamo sempre bene e intanto andiamo avanti ringraziando Iddio che ci conserva almeno in salute che è il più di tutto.
A nome di tutta la famiglia vi saluto con tanti bacioni dai nostrii bimbi a voi e alla bella S. che non vediamo quel momento di vederla di presenza.
Vostro aff.mo Basilio"
Ho trovato fra le carte dei miei vecchi un mezzo foglio, una lettera che Basilio scriveva a mio nonno.
Era un novembre del 1950.
Mio nonno amico di scuola di Basilio era sceso con la famiglia verso la costa.
Erano stanchi di mangiar patate e castagne.
Era quella di Basilio una famiglia numerosa, quattro figli.
La figlia più grande Maddalena avrebbe lasciato la famiglia per recarsi in una delle tante famiglie ricche della Costa Azzurra.
Sarebbe stata rispettata e benvoluta.
Avrebbe però rinunciato come una monaca ad una vita sua.
Quando tornava a casa in Valle Argentina scendeva dalla corriera per salutare i nonni.
La ricordo come una ragazza bella e distinta vestita di una tristezza che non riusciva a nascondere neppure ai miei occhi di bambina.
Uguale sguardo rivedo oggi nei volti dei ragazzi che fuggono dal loro paese e che si accampano sui bordi dell'Aurelia nei pressi della frontiera, in attesa di accoglienza e aiuto sperando come Maddalena in un futuro migliore
».

Il destinatario della commovente missiva abitava in una zona situata tra la frontiera con la Francia e Bordighera che lascio volutamente indeterminata.

Io, dal canto mio, non posso che essere d'accordo con le delicate considerazioni della mia gentile interlocutrice.

Adriano Maini

(1) [in effetti, direi SATI, una scomparsa ditta di autobus]