mercoledì 25 settembre 2024

Bernardine

Bordighera (IM): lo stato attuale del vecchio accesso a regione Cabane

In Via Arene a Ventimiglia una nonna canticchiava al nipotino qualche strofa di una canzone abbastanza recente, lanciata da Nilla Pizi, "Papaveri e papere", insistendo con particolare accentuazione sulla "parola "piccolino": al che il bimbo - del resto, già allora di discreta statura - stizzito, pestando i piedi per terra, reagiva, non essendo ancora dotato di senso dell'umorismo, ancora meno di quello dell'autoironia, opponendosi a suo modo a quella scherzosa ed affettuosa allusione.

In un appartamento situato non lungi dalla Bigarella di Bordighera, non appena si diffuse dalla radio quella ballata in quella lingua inglese che non capivano, zia e nipote, distogliendosi all'unisono dalle rispettive occupazioni, ammiccando l'un l'altra, ridendo, si affibbiarono ripetutamente il titolo di quella composizione, "Bernardine", del resto reiterato in diversi passaggi, come se fosse un buffo, ma amichevole nomignolo da attribuirsi reciprocamente. Il più giovane dei due qualche anno dopo divenne, per ironia della sorte, un discreto ammiratore del cantante di quella melodia, un certo Pat Boone.
Doveva essere il 1958, quando un po' dappertutto si canticchiava o si fischiettava "Nel blu dipinto di blu", quasi un'attesa di sentire urlare in tanti angoli "Mi sono innamorato di Marina" di Rocco Granata, che come vinile doveva ancora essere stampato: due veri tormentoni dell'epoca.
Sempre in quella stagione, ma in regione Cabane di Bordighera, due scolari in vacanza si riposavano, dopo tanti giochi, in casa di uno dei due, anche ascoltando dischi a 75 giri con le famose etichette con il disegno del cane intento a sentire il suono di un grammofono, ma era un ripiego di cui oggi non ricordano più nulla, assorbiti come furono allora da piccoli lavori agricoli, da bagni fatti all'insaputa dei grandi (non sapevano ancora nuotare!) nella grande vasca di raccolta dell'acqua piovana di quella campagna, dalla lettura di fumetti che si intitolavano ancora "Nembo Kid" e da altre amenità del genere.

A marzo 1959 gli alunni delle elementari (di diversi plessi, anche se in maggioranza della sede di Via Vittorio Veneto) selezionati per partecipare alla tappa di Ventimiglia di Radio Squadra alla fine della trasmissione cantarono in coro almeno la parte iniziale della "Leggenda Ventimigliese", "Gh’eira ina vota ina figlia d’in Re / che mai a nu’ l’ava riüu ni’ cantau...", ma ancora oggi nessuno ricorda se si fossero mai fatte delle prove collettive per quel cimento.

Verso la fine del 1963 un ragazzotto comunicò entusiasta in Nervia di Ventimiglia a qualche suo coetaneo la sua scoperta di avere sentito per radio (sempre questo benedetto apparecchio!) in un programma inglese certi sconosciuti "The Beatles" dei quali andava esaltando la bravura. Tra gli ascoltatori c'era chi si era lì per lì dimenticato di avere ascoltato qualche mese prima in casa di un amico tedesco, appena arrivato dalla Germania, il disco di Tony Sheridan accompagnato dai Beatles (ma forse The Beat Brothers) contenente "My Bonnie" e "Ya Ya": brutti scherzi della memoria, ma mai come quelli giocati al figlio delle terre teutoniche perché ancora qualche tempo fa non sapeva di essere detentore di quel pezzo forse più unico che raro.

Adriano Maini

lunedì 16 settembre 2024

Ancora Nervia


Nervia di Ventimiglia, ingresso di levante della città, prima del cavalcavia, incrocio della strada provinciale che si inoltra oltre Pigna, punto di passaggio per molte persone obbligato, per ciò stesso, forse, luogo non molto ricordato per le sue vicende di maggiore cultura popolare.
 
Ventimiglia (IM): una casa di Nervia colpita dai citati bombardamenti aerei del 10 dicembre 1943. Fonte: Silvana Maccario

Interessata dalla Storia - ad esempio, è d'uopo rammentare la città romana, sita, invero, per un po' più a ponente della zona qui indicata, ma con resti in loco; il castello, il monastero e le torri medievali; gli opposti trinceramenti durante la guerra di successione austriaca; il terribile bombardamento aereo del 10 dicembre 1943 (ma anche altri) - questa parte di Nervia è stata a lungo interessata da intensi momenti di minute, ma significative relazioni sociali: a titolo indicativo si sottolineano la costruzione di carri, prima ed ancor dopo il secondo conflitto, per la Battaglia di Fiori di Ventimiglia, aspetto di attrazione anche per chi non del posto; una maggiore presenza di ferrovieri, magari solo di passaggio, indotta dalla presenza del deposito locomotori; la banalità - tale, probabilmente, oggi - degli spostamenti in corriera di tante persone che a Nervia cambiavano il mezzo e nelle attese facevano conoscenze ed amicizie; l'attrattiva, scaglionata nel tempo, di due esercizi pubblici molto frequentati.
Una sorta di grande piazza, insomma.
Oggi rimangono a questa Nervia negozi, non tutti di prima necessità, e traffico.

Adriano Maini

martedì 10 settembre 2024

Negli anni Settanta sulla collina del Castello a Nizza


A Ventimiglia c'era un dancing dove negli anni '50 era d'obbligo entrare eleganti (ma un po' di tempo dopo le cronache popolari lo indicavano già quale sede elettiva - causa l'ampio spazio disponibile, ivi compreso un tavolo da biliardo - di diversi studenti delle superiori che marinavano la scuola).
Un giovanotto ventimigliese, cliente abituale del citato locale, ebbe l'onore di ballare con Kim Novak; non si è mai detto dove; forse a "Il Pirata" di Roquebrune Cap-Martin, frequentato, come riportato dai soliti rotocalchi, anche da divi hollywoodiani, tra i quali spesso si infiltravano dei "pappagalli" nostrani", ma anche visitato per esigenze professionali da Dario, un valente fotografo di Bordighera, i cui specifici scatti dovrebbero essere oggi nell'Archivio Alinari di Firenze. (De "Il Pirata" si indica qui sopra con un'immagine la zona). Puntuale, compariva ad un certo punto su noto social media la fotografia che attestava l'episodio danzante.
Così come non si possono dimenticare scene di vita mondana nella vicina Costa Azzurra con partecipazione "straordinaria" di cittadini del Ponente Ligure.


Quando (ancora circa alla metà degli anni Settanta) per andare dalla Liguria in Costa Azzurra si doveva uscire dall'autostrada a La Turbie, una delle strade percorribili per arrivare alla Moyenne Corniche finiva - come tuttora finisce - all'incrocio della foto, un punto all'epoca molto funestato da incidenti. Verso Nizza un raddoppio della Moyenne effettuato da pochi anni la faceva - la fa tuttora - passare tra alcuni piccoli canyon artificiali.


Negli anni Settanta, ma anche nei primi Ottanta, sulla collina del Castello a Nizza erano grandiose e molto affollate le feste estive del Partito comunista francese (Pcf): singolare il caso dello standista di origine italiana, un idraulico che per l'occasione adattava il suo furgoncino a rosticceria di salsicce...



Chissà se ancora adesso entrando in La Turbie ci sono automobilisti che si fermano a guardare dall'alto le prove, se non le gare stesse del Gran Premio di automobilismo di Monaco Principato?

Adriano Maini

martedì 3 settembre 2024

Quell'uomo stava guardando una partita di calcio dei dilettanti


Alla svolta degli anni '60 guardava in tribuna, nel vecchio campo di Piazza d'Armi a Camporosso, una partita (di calcio, serie Dilettanti o giù di lì) in casa della Ventimigliese un signore ormai anziano, alto, robusto e dalla voce tonante, all'epoca forse ancora "procaccia" di Poste Italiane.
 
Gli si avvicinò un autista in livrea che gli disse che il suo titolare, assiso in autovettura, avrebbe desiderato parlargli: al che l'omone rispose che prima avrebbe guardato finire la gara.
 
Fu grande il suo stupore di ritrovare infine ad attenderlo pazientemente l'ufficiale, al quale aveva salvato la vita durante la Grande Guerra, ancor di più nel riscontrare che era ormai un famoso magnate italiano dell'industria. Il personaggio in questione intendeva ringraziare ancora l'antico subordinato.
 
E quell'avvistamento a distanza forse sarà stato possibile per via di quel vecchio muro basso, solo sormontato da un'alta rete per trattenere le pallonate... Anche se, invero, l'anonimo cronista della vicenda non ha tramandato se per caso il beneficato non avesse effettuato preventive ricerche da cui evincere dove potesse quel giorno rinvenire il suo vecchio angelo custode...

Adriano Maini