giovedì 10 febbraio 2022

Intervista a Marco Innocenti sul suo “Scritti Danteschi”


L'amico Marco Innocenti mi ha fatto l'onore di lasciarsi intervistare sul suo ultimo lavoro “Scritti Danteschi” (Lo Studiolo Edizioni, Sanremo).

1) Hai avuto un’ispirazione particolare per la stesura degli “Scritti Danteschi”?
 
Il volume in realtà è una miscellanea di piccoli saggi e articoli polemici, nati in diverse occasioni, e qui riuniti grazie ad una proposta dell’editore Freddy Colt, desideroso di pubblicare qualcosa, sotto l’insegna de Lo Studiolo, per celebrare l’anno dantesco. Ho così deciso di affiancare alcuni miei studi sulla Commedia a vecchie pagine tratte dai miei Flugblätter e a un paio di pezzi extravaganti: una polemichetta verso chi banalizza Dante, pensando forse di divulgarlo, e una pagina, diciamo così, teorica, sul come leggere la Commedia in pubblico.
Infatti leggere la poesia ad alta voce, gridarla, cantarla, è cosa buona e giusta, e probabilmente la poesia è nata proprio così, detta davanti ad altri e non come testo scritto. Nei nostri anni assistiamo a tanti usi di Dante in questo senso: le lezioni di Sermonti, gli spettacoli di Benigni, le declamazioni di Bene. A me, più che le letture degli attori, spesso troppo forbite e compiaciute (con le dovute eccezioni, naturalmente) piacciono le letture in chiave, per così dire, naïf. Vorrei invitarvi ad andare a vedere, tanto per fare un esempio, su YouTube, in una serie di Loescher editore, il XX del Purgatorio presentato da un gruppo di ragazze egiziane, in un italiano perfetto (anche se dall’accento esotico): lì anche le sottolineature, le frasi accalorate, le esclamazioni ci stanno bene, e tout se tient.

2) Quale aspetto dell’opera di Dante ti appassiona di più?

Dante è un universo. Nei suoi scritti troviamo una sorta di enciclopedia dello scibile: ci sono riferimenti a tutto: alla scrittura biblica, alle filosofie antiche e medioevali, alle arti figurative, alla musica, alla matematica, alla geografia… La parte iniziale del mio volume, quella più propriamente di analisi critica, verte soprattutto sul côté politico del poema, ad esempio sui lunghi elenchi di uomini politici che talvolta affollano le pagine dantesche: elenchi affascinanti, perché rappresentano una disanima (faziosa, dura, urticante) della politica dell’epoca, un occhio straordinario che giudica la storia a lui contemporanea con uno spirito di militanza energica ed entusiasta.

Comunque, per me Dante è sempre stato zeppo di motivi d’interesse, da quando lo frequentavo, proprio da ragazzino, sulle pagine dell’Enciclopedia dei ragazzi Mondadori (e, ovviamente, con la mediazione delle immagini di Gustave Doré) a oggi. A scuola Dante lo puoi conoscere bene o male, a seconda dei casi: ti può capitare l’insegnante incapace e ignorante che cerca di fartelo odiare nel maldestro tentativo di chiarirlo (cosa vorrà dire, poi?) in modo pedante o ti può capitare chi, presentandoti i suoi versi con poche parole di commento, ti fa nascere una grande curiosità. A me capitarono entrambi i tipi di docenti: l’importante è non cadere nella trappola di chi fa di tutto per fartelo detestare e godersi chi te lo sa presentare con passione, che nel mio caso si incarnò nella figura di Cesare Trucco, un professore montessoriano e crociano che invitava gli adolescenti a leggere le prose di Giosuè Carducci o le traduzioni di Annibal Caro…

3) Indubitabile la forza dirompente dei versi di Dante. Ma tu, in particolare per quanto attiene la “Commedia”, ne metteresti in evidenza altri valori?
    
Dante è uno studioso di linguistica, un teorico della politica, un narratore straordinario… Ma la forza, quella che tu definisci dirompente, dei suoi versi è forse quello che di primo acchito ci colpisce maggiormente. Riesce a dire tanto con pochissime parole, a volte ci fa vedere cose senza neanche nominarle. Un esempio che faccio sempre: pensiamo, nel XII canto dell’Inferno, quando appaiono i centauri. Chirone si accorge che Dante è un uomo vivo perché muove i sassi su cui cammina, particolare che fra l’altro è già stato precisato poche pagine prima. I centauri sono allineati come sentinelle, Chirone parla sottovoce ai suoi compagni e indica soltanto con lo sguardo, senza fare un gesto. Il fatto è che sono tutte cose che Dante non scrive: semplicemente, ce le raffigura, ce le fa intuire, la forza evocativa della sua scrittura. E quando Dante e Virgilio s’avvicinano ai centauri constatano quanto sono alti perché il loro sguardo arriva “al petto, / dove le due nature son consorti” è un bell’effetto di realtà: i centauri Dante li ha visti (e ce li fa vedere) davvero.

Marco Innocenti, 9 febbraio 2022 


Tra gli scritti di Marco Innocenti: articoli in IL REGESTO, Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo, Sanremo (IM); articoli in Mellophonium; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Flugblätter (#2. 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; Sandro Bajini, Andare alla ventura (con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia), Lo Studiolo, Sanremo, 2017; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Sandro Bajini, Libera Uscita epigrammi e altro (postfazione di Fabio Barricalla, con supervisione editoriale di Marco Innocenti e progetto grafico di Freddy Colt), Lo Studiolo, Sanremo, marzo 2015; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2014; Sandro Bajini, Del modo di trascorrere le ore. Intervista a cura di Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2012; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; C’è un libro su Marcel Duchamp, lepómene editore, Sanremo 2008; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006.