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domenica 26 gennaio 2025

Scritti, ritratti, fotografie e...


Paolo Veziano affronta giovedì prossimo a Ventimiglia in una conferenza pubblica per l'ennesima volta i temi inerenti la "Giornata della Memoria". L'ultima sua fatica letteraria - se non si erra - è stato il contributo al libro di Giorgio Caudano "Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945" (Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024). Veziano con Caudano (e con Graziano Mamone) si era già cimentato in "Giustizia partigiana in La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia. 29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944" (Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020), ma di lui non si possono dimenticare "Ombre al confine. L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra. 1938-1940" (Fusta, 2014), "Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell'Italia fascista. 1937-1945" (Diabasis, 2007), "Ombre di confine: l'emigrazione clandestina degli ebrei stranieri dalla Riviera dei fiori verso la Costa azzurra, 1938-1940" (Alzani, 2001).

Marco Innocenti ha appena licenziato sotto l'egida di lepómene editore di Sanremo, che è la sua città, "La passeggiata avventurosa".
 
E Silvana Maccario ha già consegnato da tempo allo stesso Marco Innocenti suoi delicati disegni, realizzati con pennarelli dai vari colori, per un altro testo dell'infaticabile sanremese, ma sta per pubblicare "Francobolli. 36 poesie" anche lei per lepómene editore.

Giorgio Caudano sta facendo circolare tra gli amici le bozze del suo lavoro, dedicato a Giuseppe "Beppe" Porcheddu, definito "illustratore di sogni".

Franco Fiorucci, sospesa per il momento la stesura di altri suoi inusuali e coinvolgenti racconti, è alle prese con la trama di un'altra avventura del suo commissario Belpensiero.

Arturo Viale sta meditando per l'ennesima volta come armonizzare altri suoi ricordi ed altre sue esperienze personali con le cifre della vita altrui e della storia.
 
Gianfranco Raimondo è sempre intento a dispensare autentiche chicche, bozzetti mutuati dalla sua lunga conoscenza di avvenimenti locali, specie di Ventimiglia.
 
Gaspare Caramello, pur molto preso da Art Lab, non rinuncia al progetto di una nuova pertinente chat.
 
Un'altra opera di storia contemporanea di Graziano Mamone, che da Genova, dove insegna all'Università, a Vallecrosia ogni tanto fa ritorno, sarà, invece, edita a marzo.

Alfredo Moreschi viene spesso chiamato in causa da Marco Innocenti, che ne ha più volte riportato - e chiosato - frasi, soprattutto dettate dal nonsenso, in cui il prestigioso fotografo novantatreenne di Sanremo eccelle in modo particolare. Ci sono state anche delle collaborazioni dirette di Marco Innocenti con Alfredo Moreschi, il quale in queste occasioni si è celato - come da citati intendimenti programmatici - dietro il nome d'arte di Presenzio Astante. In ogni caso, Moreschi è appena stato, nel quadro delle celebrazioni per il 120° anniversario del Casinò della città dei fiori, valente oratore, che non solo ha illustrato in modo intrigante la proiezione di specifiche immagini del suo munitissimo archivio, ma ha voluto donare ai presenti anche diversi aneddoti molto brillanti, meritevoli, invero, di trattazione a parte.

Rita Della Giovanna, Arnaldo Scotto, 2025

Rita Della Giovanna, valente pittrice che si sposta volentieri con la famiglia tra la provincia di Bergamo e l'amata Bordighera, ha aggiunto alla sua galleria di ritratti di persone della zona intemelia quello di Arnaldo Scotto, ex bancario, volontario ospedaliero, amico di Nervia di Ventimiglia.

Adriano Maini

giovedì 10 febbraio 2022

Intervista a Marco Innocenti sul suo “Scritti Danteschi”


L'amico Marco Innocenti mi ha fatto l'onore di lasciarsi intervistare sul suo ultimo lavoro “Scritti Danteschi” (Lo Studiolo Edizioni, Sanremo).

1) Hai avuto un’ispirazione particolare per la stesura degli “Scritti Danteschi”?
 
Il volume in realtà è una miscellanea di piccoli saggi e articoli polemici, nati in diverse occasioni, e qui riuniti grazie ad una proposta dell’editore Freddy Colt, desideroso di pubblicare qualcosa, sotto l’insegna de Lo Studiolo, per celebrare l’anno dantesco. Ho così deciso di affiancare alcuni miei studi sulla Commedia a vecchie pagine tratte dai miei Flugblätter e a un paio di pezzi extravaganti: una polemichetta verso chi banalizza Dante, pensando forse di divulgarlo, e una pagina, diciamo così, teorica, sul come leggere la Commedia in pubblico.
Infatti leggere la poesia ad alta voce, gridarla, cantarla, è cosa buona e giusta, e probabilmente la poesia è nata proprio così, detta davanti ad altri e non come testo scritto. Nei nostri anni assistiamo a tanti usi di Dante in questo senso: le lezioni di Sermonti, gli spettacoli di Benigni, le declamazioni di Bene. A me, più che le letture degli attori, spesso troppo forbite e compiaciute (con le dovute eccezioni, naturalmente) piacciono le letture in chiave, per così dire, naïf. Vorrei invitarvi ad andare a vedere, tanto per fare un esempio, su YouTube, in una serie di Loescher editore, il XX del Purgatorio presentato da un gruppo di ragazze egiziane, in un italiano perfetto (anche se dall’accento esotico): lì anche le sottolineature, le frasi accalorate, le esclamazioni ci stanno bene, e tout se tient.

2) Quale aspetto dell’opera di Dante ti appassiona di più?

Dante è un universo. Nei suoi scritti troviamo una sorta di enciclopedia dello scibile: ci sono riferimenti a tutto: alla scrittura biblica, alle filosofie antiche e medioevali, alle arti figurative, alla musica, alla matematica, alla geografia… La parte iniziale del mio volume, quella più propriamente di analisi critica, verte soprattutto sul côté politico del poema, ad esempio sui lunghi elenchi di uomini politici che talvolta affollano le pagine dantesche: elenchi affascinanti, perché rappresentano una disanima (faziosa, dura, urticante) della politica dell’epoca, un occhio straordinario che giudica la storia a lui contemporanea con uno spirito di militanza energica ed entusiasta.

Comunque, per me Dante è sempre stato zeppo di motivi d’interesse, da quando lo frequentavo, proprio da ragazzino, sulle pagine dell’Enciclopedia dei ragazzi Mondadori (e, ovviamente, con la mediazione delle immagini di Gustave Doré) a oggi. A scuola Dante lo puoi conoscere bene o male, a seconda dei casi: ti può capitare l’insegnante incapace e ignorante che cerca di fartelo odiare nel maldestro tentativo di chiarirlo (cosa vorrà dire, poi?) in modo pedante o ti può capitare chi, presentandoti i suoi versi con poche parole di commento, ti fa nascere una grande curiosità. A me capitarono entrambi i tipi di docenti: l’importante è non cadere nella trappola di chi fa di tutto per fartelo detestare e godersi chi te lo sa presentare con passione, che nel mio caso si incarnò nella figura di Cesare Trucco, un professore montessoriano e crociano che invitava gli adolescenti a leggere le prose di Giosuè Carducci o le traduzioni di Annibal Caro…

3) Indubitabile la forza dirompente dei versi di Dante. Ma tu, in particolare per quanto attiene la “Commedia”, ne metteresti in evidenza altri valori?
    
Dante è uno studioso di linguistica, un teorico della politica, un narratore straordinario… Ma la forza, quella che tu definisci dirompente, dei suoi versi è forse quello che di primo acchito ci colpisce maggiormente. Riesce a dire tanto con pochissime parole, a volte ci fa vedere cose senza neanche nominarle. Un esempio che faccio sempre: pensiamo, nel XII canto dell’Inferno, quando appaiono i centauri. Chirone si accorge che Dante è un uomo vivo perché muove i sassi su cui cammina, particolare che fra l’altro è già stato precisato poche pagine prima. I centauri sono allineati come sentinelle, Chirone parla sottovoce ai suoi compagni e indica soltanto con lo sguardo, senza fare un gesto. Il fatto è che sono tutte cose che Dante non scrive: semplicemente, ce le raffigura, ce le fa intuire, la forza evocativa della sua scrittura. E quando Dante e Virgilio s’avvicinano ai centauri constatano quanto sono alti perché il loro sguardo arriva “al petto, / dove le due nature son consorti” è un bell’effetto di realtà: i centauri Dante li ha visti (e ce li fa vedere) davvero.

Marco Innocenti, 9 febbraio 2022 


Tra gli scritti di Marco Innocenti: articoli in IL REGESTO, Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo, Sanremo (IM); articoli in Mellophonium; Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Flugblätter (#2. 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; Sandro Bajini, Andare alla ventura (con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia), Lo Studiolo, Sanremo, 2017; La lotta di classe nei comic books, i quaderni del pesce luna, 2017; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Sandro Bajini, Libera Uscita epigrammi e altro (postfazione di Fabio Barricalla, con supervisione editoriale di Marco Innocenti e progetto grafico di Freddy Colt), Lo Studiolo, Sanremo, marzo 2015; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2014; Sandro Bajini, Del modo di trascorrere le ore. Intervista a cura di Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2012; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; C’è un libro su Marcel Duchamp, lepómene editore, Sanremo 2008; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006.

martedì 31 agosto 2021

Tornando ad Alfredo

Fonte: Archivio Moreschi

Tornando ad Alfredo, Alfredo Moreschi (e non si pensi al giochino "Bond, James Bond"!), magari riguardando questo articolo e quest'altro ancora, mi accorgo che sul suo sito qualche fotografia del suo archivio di fotocamere d'epoca è pur stata pubblicata, per cui mi affretto a corredare questo piccolo articolo con alcune delle immagini succitate, anche a compendio di discorsi già fatti in proposito.

Fonte: Archivio Moreschi

Non aggiungo commenti, né spiegazioni di sorta, perché non sono in grado di farne.

Fonte: Archivio Moreschi

Neppure di capire - e di regolarmi di conseguenza nell'esposizione - l'anzianità dei "pezzi". Non si pretenda troppo dal sottoscritto! Dunque, l'ordine di presentazione è quello che è.

Fonte: Archivio Moreschi

In ogni caso questi parlano - si fa per dire - da soli!

Fonte: Archivio Moreschi

Non ringrazierò mai abbastanza il "veterano" Alfredo, per l'amicizia che mi concede e per tanti aspetti connessi. 

Fonte: Archivio Moreschi

Uno di questi, avermi fatto conoscere, là, da lui, a Sanremo,  Marco Innocenti.
 
In ogni caso, rivolgo un caldo invito a visitare, a questo collegamento, la pagina del sito Moreschi, dove si possono vedere, anche mediante successivi passaggi, altre immagini di fotocamere d'epoca.
 
Adriano Maini