martedì 7 gennaio 2025

Un mezzogiorno invernale su una panchina del lungomare

Bordighera (IM): Lungomare Argentina

Ventimiglia (IM): Marina San Giuseppe

"Un mezzogiorno invernale su una panchina del lungomare. Il sole è tiepido e languido come sa esserlo in Riviera nei mesi d'inverno". Questo l'inizio di un nuovo racconto breve di Franco Fiorucci, "Ballando con i ricordi", un piccolo gioiello di atmosfera che sta incontrando appassionata attenzione da parte dei lettori, seguito ideale del suo recente libro "Matti. Quasi matti. Sognatori. E fattucchiere. 21 mila parole per 7 racconti".
Si scambiavano riflessioni profonde, come forse si poteva fare solo un tempo e solo a quell'età, seduti su una panchina di Bordighera della passeggiata a mare due giovani amici, uno destinato ad emigrare, lasciando un grande vuoto nell'animo dell'altro, che avrebbe fermato quei momenti in un libro di ricordi, riservato ad una ristretta cerchia di familiari e di amici e scritto in età matura da persona nativa della Bassa Mantovana (come diversi abitanti della città delle palme), cresciuto a Bordighera, dove torna sovente, ma impiantato saldamente a Torino, dapprima per motivi professionali, per le logiche della vita in seguito al pensionamento.
Arturo Viale ci informa in "Oltrepassare. Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza" (Edizioni Zem, 2019) che a Bordighera "vicino alla chiesetta di Sant’Ampelio c’è un giardinetto un po' anonimo con tre panchine, qualche albero di Araucaria e un busto dello scrittore Giovanni Ruffini".
Si possono ricordare anche altre panchine.
La panchina di Costa d'Oneglia dove Elio Lanteri, schietto uomo di Dolceacqua, ormai pensionato e già scrittore, conversava con amici e conoscenti di questa frazione di Imperia. Gli incontri con gli amici di un professore in pensione, grande affabulatore, sulle panchine dei Giardini Pubblici di Ventimiglia, nel racconto "Ti dimenticherò per sempre...." di Gaspare Caramello.
Si può citare la famosa fotografia dove Italo Calvino ed Eugenio Scalfari compaiono su di una panchina di Corso Imperatrice a Sanremo con altri amici, compagni di classe, per sottolineare che con loro in quel Liceo Classico "G.D. Cassini" studiavano, tra altri futuri personaggi di rilievo, Giuseppina Demartini, che avrebbe insegnato nei primi anni Sessanta nelle Medie di Ventimiglia (questo prima di diventare oggetto di aulici sarcasmi da parte di Marco Innocenti), ed Elio Riello, ingegnere, esponente socialista, ma ancor prima patriota antifascista, arrestato e deportato a Mauthausen, mentre, tenendo i contatti con gli aderenti di Giovine Italia, tentava di contribuire alla ricostituzione del CLN di Ventimiglia. Porterebbe, invero, lontano, addentrarsi anche solo per poco nelle tematiche di due lavori di Calvino, il racconto "La Panchina" e la versione teatrale de "La Panchina", ancorché se ne potrebbero cogliere risvolti inediti di preparazione alla luce di vecchie confidenze di sodali dello scrittore, raccolte da Alfredo Moreschi.
Guido Seborga in suo articolo dal titolo "Donne in corriera" (Il Lavoro Nuovo - 11 Novembre 1946), con cui oltrettutto menzionava il paese da cui aveva preso il suo nome d'arte, chiosava: "giunge così [la corriera] sulla piazzetta del paese [Seborga], c'è una lapide che ricorda i caduti di molte guerre ed un grosso albero, un pino gigantesco dai mille rami che ha intorno una panchina, dove verso sera i vecchi del paese vengono a discutere e a dirsi cose molto sagge". E sempre Seborga in "Scogli come ossa di giganti" (1960) non si lasciava sfuggire l'occasione di rammentare panchine di Bordighera collocate dalle parti del Capo, da cui, invero, si può ammirare non solo la Chiesa di Sant'Ampelio, che ha colpito, come si è visto, l'attenzione di Arturo Viale, ma anche un lungo tratto di mare. Non mancava di scrivere di almeno una panchina in "Petite Fleur, estate che brucia" (Unione Culturale Democratica, Bordighera, novembre 2020) Paolo del Monte, guarda caso amico di Seborga e guarda caso poche parole dopo averlo citato.

Adriano Maini