venerdì 9 luglio 2021

Uno sciopero storico, un corteo di provincia, alcuni attenti fotografi, un poderoso archivio


Per questo post mi è venuto in mente di cercare un titolo ad imitazione - spudorata! - di quelli di tanti film di Lina Wertmüller.


L'altro giorno Alfredo Moreschi, di cui recentemente ho di nuovo scritto qualcosa a questo collegamento, mi ha fatto l'ennesima gradita sorpresa, inviandomi diverse fotografie alquanto datate, ma significative, appartenenti al suo munitissimo archivio. Ne pubblico alcune, a caso.


E a caso procedo nel discorso, anche per rendere conto del contesto e della data di queste immagini. Alfredo me le aveva spedite anche confidando - il perché apparirà chiaro in fondo a questo articolo - in miei pertinenti commenti. Io, invece, continuo a non rammentare nulla, neanche dopo avere ricevuto chiarimenti di cui man mano andrò a riferire. Con l'aiuto di Lorenzo Trucchi posso solo ora sottolineare che gli scatti in questione sono riferiti al corteo sindacale unitario per lo sciopero generale nazionale sulla casa - un evento centrale di quell'"Autunno Caldo", ormai entrato nella Storia - un corteo che ebbe luogo in Ventimiglia (IM) mercoledì 19 novembre 1969. Tutto questo mi era passato di mente: neanche adesso, vedendomi in una foto (che non pubblico, per non esagerare nel personalismo, ma averla è stata un'insolita combinazione. Ed Alfredo non poteva certo accorgersene!) riesco a rivivere quella giornata. Mi permane tuttora la sensazione di avere imboccato la strada dell'impegno politico qualche mese dopo l'evento qui riportato. Senza le spiegazioni di Lorenzo Trucchi avevo persino pensato ad una manifestazione di qualche anno dopo. Così pure ha fatto Giorgio Loreti, altro amico da me interpellato.

Mi è stato, invece, facile riconoscere tante persone, anche cari amici. Qualche nome dubbio mi è stato chiarito da Lorenzo Trucchi. 

Mettere, poi, alcune di queste immagini su alcuni social media, prima di scrivere queste righe, ha fatto sì che in alcuni casi delle persone abbiano potuto rivedere con emozione dei loro cari: anche di questo sono grato ad Alfredo.


Giorgio Loreti, nella nostra specifica corrispondenza, ha tenuto, tra l'altro, a sottolineare la dignità di quei lavoratori che andavano in genere eleganti alle manifestazioni sindacali.



Lorenzo Trucchi, all'epoca segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia e che non appare in nessuna delle immagini, perché era sulla 500 in testa al corteo a scandire slogan, mi ha anche messo in evidenza che egli era stato poi uno dei tre sindacalisti che tennero il comizio conclusivo nel Mercato  dei Fiori di Ventimiglia, oggi alquanto trasformato. In un primo momento - vedendo persone di quella cittadina - lo avevo addirittura scambiato per il Mercato dei Fiori di Vallecrosia, ormai demolito! Mi è doloroso, invece, pensare alle piccole fabbriche, i cui operai erano in gran parte presenti in quella mattinata autunnale a Ventimiglia, piccole fabbriche della nostra zona, piccole fabbriche ormai scomparse!


Arturo Viale, invece, in proposito di quel 1969 mi ha parlato di un'assemblea studentesca a Ventimiglia, su cui mi riprometto di indagare.


Mi sembra giusto attribuire finalmente gli accrediti di queste fotografie. Lo faccio pubblicando qui sopra una sorta di tabella, creata, credo, da Moreschi. Reputo anche che del gruppo così menzionato egli fosse l'unico professionista. Mi verrebbe da fare una divagazione su film a passo ridotto, non solo documentari, ma anche di finzione, su cineclub e su cineforum, sulle cui vicende di tanto in tanto Alfredo nelle nostre discussioni mi concede briciole di informazione. Mi preme sottolineare la valenza, oggi soprattutto storica, degli scatti di quegli amici. Ne avevo già pubblicato. Cercherò di farlo ancora, a cominciare da quelle che metto qui di seguito.




Moreschi ed i suoi amici avevano saputo cogliere, a mio avviso, alcuni tratti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali, in atto nel ponente ligure a cavallo tra gli anni '60 e quelli '70 del secolo scorso. Io, tuttavia, proseguendo con la pubblicazione di loro fotografie, mi limito a quelle più curiose.


Questo pregesso obbrobrio mi sembra fosse ubicato in Camporosso. Non posso chiedere ogni volta a Moreschi spiegazioni su singole immagini. Non solo per via del tempo che è volato via, ma anche perchè egli non era presente a tutte le attività di quel sodalizio: gli incarichi quegli amici se li erano proprio divisi. In ogni caso, a questa data, il peggio sul nostro fronte ecologico forse è passato.


Una vista sulla piazza di Apricale direi che vada sempre bene.


Una Ceriana - tale mi sembra! - ormai d'epoca in quanto alla donna qui ritratta, anche per non limitarmi a questa mia zona intemelia, forse ci può anche stare.



E questa è di sicuro Ceriana.


Mi avvio a chiudere, tornando dalle mie parti, con Dolceacqua. Sempre che non sia incorso in un errore.

Ma l'archivio di Alfredo Moreschi è sterminato, composto com'è dalle fotografie fatte da suo padre, dal loro collaboratore, da Alfredo stesso, da quelle acquisite - ad esempio molte del grande Ezio Benigni di Bordighera - e così via.

Adriano Maini