Gli si avvicinò un autista in livrea che gli disse che il suo titolare, assiso in autovettura, avrebbe desiderato parlargli: al che l'omone rispose che prima avrebbe guardato finire la gara.
Fu grande il suo stupore di ritrovare infine ad attenderlo pazientemente l'ufficiale, al quale aveva salvato la vita durante la Grande Guerra, ancor di più nel riscontrare che era ormai un famoso magnate italiano dell'industria. Il personaggio in questione intendeva ringraziare ancora l'antico subordinato.
E quell'avvistamento a distanza forse sarà stato possibile per via di quel vecchio muro basso, solo sormontato da un'alta rete per trattenere le pallonate... Anche se, invero, l'anonimo cronista della vicenda non ha tramandato se per caso il beneficato non avesse effettuato preventive ricerche da cui aveva evinto dove potesse quel giorno rinvenire il suo vecchio angelo custode...
Al contrario, sono ben tristi, a fare pochi esempi, altri aspetti del conflitto 1915-'18, quali le vicende di bambini sloveni trattenuti sulle linee del fronte dell'Isonzo al pari di donne ed anziani, feroce anticipo italiano delle persecuzioni e dei campi di concentramento, per non dire di sterminio, loro riservati vent'anni dopo, durante la seconda guerra mondiale. Bambini in allora obbligati a sentire le grida di agonia dei feriti italiani gravi, abbandonati tra i reticolati delle trincee. Anziani autoctoni considerati spie e trattati di conseguenza, salvati solo all'ultimo minuto dall'esecuzione. Stupri o tentativi di stupro a danno di ragazze di quei villaggi.
Da queste parti, in Riviera, affiorano qua e là ancora i ricordi dei civili in dura lotta per la sopravvivenza ai tempi degli ultimi eventi bellici. Anche bambine a spingere carrette su e giù per il Col di Nava alla ricerca di farina nelle piccole valli piemontesi in cambio di olio e cercando di evitare i feroci controlli tedeschi.
Di quell'atroce periodo può anche destare curiosità partecipe non solo la vita dei "borghesi", ma pure quella dei militari in libera uscita, quali quelli che si colgono nelle scene girate dal vivo ad Ancona per il film "Ossessione" di Visconti, realizzato fortunosamente: una pellicola ancora più fortunosamente salvatasi dalle ire dei censori repubblichini di Salò. E per associazione di idee non si potrebbe non pensare a tanti similari dettagli di "Estate violenta" di Florestano Vancini.
Adriano Maini