venerdì 27 settembre 2019

La missione Flap ed i partigiani del ponente ligure


Esiste un rapporto segreto inglese, redatto dal capitano G. K. Long, artista di guerra, in riferimento alla Missione Flap, condotta tra i Partigiani, nel Basso Piemonte, del comandante Mauri e, con culmine nell’ottobre 1944, tra i Partigiani della V^ Brigata Garibaldi, operanti nell’estremo ponente ligure: l’ultimo aspetto é quello che qui interessa.

Il documento in questione venne rintracciato a cura del compianto Giuseppe “Mac” Fiorucci per la preparazione del suo “Gruppo Sbarchi Vallecrosia”.

Solo a seguire per grandi linee lo schema di questa relazione vengono identificati alcuni punti fermi delle vicende della Resistenza, più gravitanti sull'estremo ponente della provincia di Imperia, la Zona Intemelia.

Rendo qui di seguito alcuni esempi.

Il comandante “Leo”, pseudonimo di battaglia di Stefano Carabalona, che, impegnato in quei giorni nella strenua, anche se vana, difesa di Pigna e dell’appena sorta, omonima Repubblica, é già in grado di indicare una via, anche se minima, logistica per evacuare verso le linee alleate via mare gli agenti inglesi, mentre é già pronto, come si é già visto, a conferire veste organizzativa e ruolo di rilievo, nel campo delle comunicazioni clandestine, al "Gruppo Sbarchi Vallecrosia".

Il trasferimento del relatore del piccolo dossier “Flap” e di alcuni suoi compagni di fuga (il capitano Morton e tre aviatori statunitensi), aiutati da una guida, Pierino Loi, che accompagna per la maggior parte del percorso su colline questi alleati - alcuni di loro, il capitano Lees, con molti documenti, e quattro ex-prigionieri britannici, tentarono, invece, con successo in due turni di raggiungere la Francia ormai liberata per le vie dei monti (Tenda, Olivetta S. Michele) - a Ventimiglia, vestiti da contadini, sino ad incontrare Giulio Pedretti, “Corsaro”, (l’uomo che alla Liberazione reca sulle spalle, oltre ad altre spedizioni di collegamento via mare con altri mezzi, anche il peso di 27 traversate in canotto di gomma, per trasportare ex-prigionieri alleati in fuga, altri uomini, armi, munizioni, ecc), che li porta materialmente - insieme a Pasquale Corradi - a Montecarlo in barca a remi, un viaggio di cui aveva, per l’appunto, già appurato la possibilità “Leo”.

Vitò, al secolo Giuseppe Vittorio Guglielmo, comandante della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni", a dicembre del 1944, poi, della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi “F. Cascione”, di cui il richiamato documento dice che era stato prigioniero politico del fascismo.

Nino Siccardi, "Curto", in quel momento comandante della II^ Divisione, da dicembre comandante della “I^ Zona Operativa Liguria”, compresa tra Ventimiglia e l’Albenganese.

La miseria della popolazione dell’entroterra, la penuria di generi alimentari, gli scarsi armamenti dei partigiani, che a loro volta scontano i primi due aspetti.

L’incontro con alcuni civili che reggono la Repubblica di Pigna (fine agosto-metà ottobre 1944): il periodo che va dal 5 al 18 settembre 1944 è il più esaltante per la vita del territorio libero, perché é quando vengono costituiti gli organismi democratici, ma non é quello che scorgono questi alleati, che entrano in territorio ligure il 27 settembre circa.

L’ammirazione - sempre nella citata relazione - per il comportamento in battaglia dei partigiani.

Sull’eroismo dei patrioti combattenti a Pigna esiste, invero, una discreta letteratura, che discende in larga misura proprio dalle parole entusiaste che in merito pronunciò in interviste successive e nel suo libro “Missione inside” il capitano - canadese - Paul Morton, che, al pari di Lees e di Long, aveva preso per i suoi superiori altri appunti.

Ma come ho già provato a raccontare qui uno strano oblio calò presto su questa Missione e su alcuni dei suoi componenti.