Quella volta Enzo Biamonti, da me interpellato circa un qualcosa relativo al capoluogo delle Alpi Marittime, mi rispose parlandomi delle riunioni di anarchici cui colà aveva partecipato ed intonandomi la dolce nenia di "Nissa la Bella", che io all'epoca non conoscevo affatto.
Certo i miei interlocutori locali del partito comunista francese, da me sufficientemente frequentati nel corso degli anni '70 del secolo scorso, ma ancora nei primi '80, pur non avari nel dare notizie anche di folclore, molte faccende se le erano dimenticate o non le sapevano o non le ritenevano abbastanza interessanti: non solo la canzonetta da me citata, ma anche, pescando a caso, l'esistenza di un Fra Marco da Nizza (difensore dei nativi americani - come a suo tempo già attestato da Bartolomé de Las Casas nel suo libro "Brevissima relazione della distruzione delle Indie" per l'impressionante documentazione prodotta in una lunga relazione riguardante le atrocità commesse dai conquistatori spagnoli in Sud America, dove il religioso partito dall'attuale Costa Azzurra aveva svolto in precedenza le sue missioni -, esploratore suo malgrado del Texas e di altri limitrofi stati nordamericani e, come tale, ampiamente ricordato con solennità da quelle parti e nello stesso Messico), la leggenda di Caterina Segurana, le denunce di Graham Greene circa la Baia degli Angeli, la contemporanea grande rapina di Nizza, trascritta da Ken Follett in tempo reale e ripresa da poco da Arturo Viale nel suo Oltrepassare.
In proposito di anarchici, non è molto che Silvia mi ha raccontato della grande amicizia - altro aspetto a me in precedenza ignoto - che legava a mio padre un suo zio, un anarchico, per l'appunto, da tanti anni trasferito nella città della Promenade des Anglais, una persona che ai suoi ritorni frequenti a Ventimiglia non mancava mai di passare a salutare il Maini senior: mi dispiace non averlo conosciuto, ma sono in attesa di vedere tramite la nipote una parte del suo grande archivio di libri, giornali, documenti, carte.
Tra i pochi rimpianti che ho riguardo Nizza uno è di sicuro non essere più salito a La Madonette a trovare gli amici di origine italiana.
Il compianto Giuseppe Mac Fiorucci, invece, con le sue trascrizioni di testimonianze di partigiani del mare - Gruppo Sbarchi Vallecrosia -, azioni temerarie di collegamento tra i patrioti di questo estremo ponente ligure ed i loro referenti alleati, insediati in Costa Azzurra, azioni che spesso facevano perno su Nizza, mi trascina tuttora nella dimensione più che mai attuale dei valori dell'antifascismo.
Venendo a momenti più recenti, Nizza per me é stata soprattutto il Palais Exposition. Avevo pubblicato per motivi del tutto professionali una fotografia relativa ad un certo evento, cui partecipavo per lavoro: qualcuno mi fece notare, celiando sulla supposta importanza che intendevo darmi, che compariva pure, ricoprendo ancora altra carica, il tuttora sindaco di Nizza, che in quel frangente era anche ministro della Repubblica Francese, ma io di tutto ciò non mi ero affatto accorto. Ed in effetti mi emozionò di più in un precedente caso sotto le volte della richiamata grande costruzione fare conoscenza e conversare con due espositori che abitavano nella frazione di Gorizia, dove avevano casa e campagne alcuni cugini di mia madre.
Adriano Maini