Del Valentino - almeno: ho sempre rammentato che si era da quelle parti - a Torino ho solo questa fotografia. Che risale ai primi di agosto del 1968. Fatta in occasione di un viaggio in auto-stop che mi portò sino in Svizzera. Anche perché in quel caso eravamo quattro amici, di quel giro prima o poi potrei scrivere qualcosa.
Nella mente mi affiora più caro il ricordo di un'altra presenza in quel parco, soprattutto, se rammento bene, al castello. Era il novembre del 1960. Andammo a Torino per vedere una partita di calcio di serie A, per me la seconda in assoluto, partita su cui non aggiungo nulla, pure perché non ritrovo alcuni specifici scatti realizzati da mio padre. Era con noi un giovanotto che negli anni si confermò un caro amico, purtroppo ormai scomparso.
E questo mi pare un primo segno dei tempi che sono passati. E cambiati.
Altri si imperniano sul fatto che ci recammo al Valentino, dove sussisteva un apposito ufficio, per consentire al nostro compagno di usufruire di uno sconto per i biglietti del treno. Di cui non c'era bisogno per me, figlio di ferroviere, né, tantomeno, per mio padre. Ho sempre pensato che quell'agevolazione fosse legata alla celebrazione del Primo Centenario dell'Unità d'Italia, Italia '61, insomma. Anche perché ho ancora ben presente di avere visto con ammirazione la monorotaia, su cui, io bambino di quasi undici anni, avrei fatto volentieri un bel giretto. Del quale forse si dovette fare a meno non solo per correre allo stadio, ma anche perché quella struttura, rimasta poi in pratica effimera, non era ancora in funzione. Di sicuro ero attento ai grandi eventi della storia, come quell'anniversario ufficiale. Oggi mi rimane il dubbio che la riduzione di prezzo praticata al nostro simpatico sodale fosse connessa al Salone dell'Automobile, al quale non ero, invero, molto interessato...