Settantasette anni fa i marinai, tra cui mio padre, proveniente da Ventimiglia (IM) - a maggio 1942 ormai in semplice esercitazione - della
corazzata "Giulio Cesare", già ammiraglia della flotta italiana, la
prima battaglia della Sirte l'avevano già combattuta.
Settantanove anni fa in questa zona di estremo ponente ligure in frontiera con la Francia i civili sfollati erano già rientrati nelle lore case.
Credo sia giusto rammentare in chiave umanitaria i drammatici
accadimenti della storia, ancorché visti in ambito locale, purtroppo
inesauribile fonte di fatti.
Dal Fronte dei Balcani - cui afferisce questo scatto che rappresenta un carabiniere richiamato da Bordighera (IM), mio nonno materno - in tanti, troppi tornarono minati profondamente dalla malaria. E non solo nella mente, per tutti gli orrori commessi in quei luoghi dalle orde nazifasciste.
Nel frattempo accadeva la tragedia della spedizione in Russia in cui non perirono solo ragazzi di queste nostre località fanti dell'89° reggimento, come giustamente viene ricordato anche di recente con pubblicazioni e convegni. Altri giovani ancora, come l'alpino della sovrastante fotografia, partito pure lui da Ventimiglia.
Come il milite del Genio Ferrovieri di questa immagine, mio zio paterno.
Gli auguri di Natale del maggiore del Battaglione dello zio sono arrivati ai miei quando lo zio era già disperso, come da motivazione ufficiale della sua scomparsa, datata per il Ministero della Difesa al 18 dicembre 1942: su quella cartolina si può notare, invero, un timbro postale, presumo d'arrivo, risalente al 19 dicembre 1942.
Gli auguri di Natale del maggiore del Battaglione dello zio sono arrivati ai miei quando lo zio era già disperso, come da motivazione ufficiale della sua scomparsa, datata per il Ministero della Difesa al 18 dicembre 1942: su quella cartolina si può notare, invero, un timbro postale, presumo d'arrivo, risalente al 19 dicembre 1942.
Solo da poco ho pensato di fare ricerche sul Web.
Ho trovato la motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare concessa alla Bandiera del Reggimento del Genio Ferrovieri, proprio per il X° Battaglione Genio Ferrovieri, quello dello zio: "Nella campagna al fronte orientale (Russia) ha assicurato, col suo fattivo lavoro, i rifornimenti alle truppe combattenti, riattivando e costruendo numerosi tronchi ferroviari. Posto a difesa, durante la battaglia del Don, di un’importante postazione, ricacciava varie volte il nemico malgrado la sua forte superiorità di uomini e mezzi. In epica gara coi fanti ha combattuto per oltre tre giorni, offrendo una strenua resistenza finchè, decimato negli uomini, per evitare il completo accerchiamento ripiegava su linee arretrate". Zona di Krassnogorowka, dicembre 1942. Decorazione concessa il 21 Maggio 1948.
Nell'affondamento della corazzata Roma del 9 settembre 1943 morì il marinaio di Ventimiglia cui è dedicata la sezione locale dell'Associazione, amico di famiglia dei miei, caro soprattutto a mio padre.
Gli effetti del bombardamento aereo del 10 dicembre 1943 su Nervia di Ventimiglia (IM). Fonte: archivio personale di S. M. |
Un capitolo a parte sarebbe da dedicare ai
bombardamenti, aerei, navali e terrestri, che colpirono la popolazione
civile, soprattutto le stragi del 10 dicembre 1943 causate in località Nervia e
Gianchette di Ventimiglia (IM). Sovente ripenso a quante persone ho conosciuto che avevano perso dei loro cari in quei drammatici frangenti.
In tanti sottolineano tuttora la Notte
dei Bengala del 21 giugno 1944, quando si sperò inutilmente nell'imminente arrivo o
sbarco in zona degli Alleati.
Lo speravano soprattutto i partigiani, anche i partigiani del mare, uomini che si apprestavano a tenere contatti rischiosi tra gli alleati e i patrioti combattenti in montagna: in ideale collegamento di valori con quei pescatori ed altri generosi che proprio in questa zona avevano aiutato tra il 1938 e il 1939 ebrei stranieri in fuga verso la Francia perché
cacciati con le famigerate leggi razziali del 1938 dal regime fascista.
Si tratta solo di piccoli, anche casuali, di sicuro molto parziali esempi, inerenti la realtà locale in cui ho sempre vissuto, senza alcuna pretesa di scrivere o riscrivere la storia, per non dimenticare!
Adriano Maini