Dalla Chiesa di Santo Stefano a Genova si può agevolmente scorgere il Ponte Monumentale di Via XX Settembre, sotto il quale il 26 aprile 1945 sfilarono le truppe tedesche che si erano arrese ai partigiani.
A qualche centinaia di metri a ponente c'è Piazza De Ferrari, teatro nel dopoguerra di innumerevoli momenti di mobilitazione popolare, politica e sindacale, tra i quali spiccano le lotte antifasciste e contro il governo Tambroni del luglio 1960 e i funerali imponenti di Guido Rossa.
Nella Piazza da qualche anno c'é anche il Palazzo della Regione, già noto come Palazzo della Navigazione Generale Italiana, mentre in precedenza tale sede risultava ubicata, dove tuttora permangono diversi connessi uffici, leggermente a sud-est a monte di una valletta al centro e da ambo i lati (quartiere Madre di Dio) un tempo fiorente centro storico medievale per il quale, semidistrutto dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, si preferì procedere ad una completa cementificazione. La stessa operazione che la mano pubblica volle perpetrare per Piccapietra, come ricorda una dolente canzone in dialetto.
Sul lato nord di Piazza De Ferrari, invece, il restauro del Teatro Carlo Felice appare filologicamente più corretto.
Del resto, stretta com'è tra mare e monti, la Superba per adeguarsi alla modernità di scotti ne aveva già dovuti pagare molti, a cominciare dal pessimo impatto visivo della sopraelevata, di cui oggi talora si preconizza, in previsione di altre ipotizzate soluzioni, la demolizione.
Adriano Maini
A qualche centinaia di metri a ponente c'è Piazza De Ferrari, teatro nel dopoguerra di innumerevoli momenti di mobilitazione popolare, politica e sindacale, tra i quali spiccano le lotte antifasciste e contro il governo Tambroni del luglio 1960 e i funerali imponenti di Guido Rossa.
Nella Piazza da qualche anno c'é anche il Palazzo della Regione, già noto come Palazzo della Navigazione Generale Italiana, mentre in precedenza tale sede risultava ubicata, dove tuttora permangono diversi connessi uffici, leggermente a sud-est a monte di una valletta al centro e da ambo i lati (quartiere Madre di Dio) un tempo fiorente centro storico medievale per il quale, semidistrutto dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, si preferì procedere ad una completa cementificazione. La stessa operazione che la mano pubblica volle perpetrare per Piccapietra, come ricorda una dolente canzone in dialetto.
Sul lato nord di Piazza De Ferrari, invece, il restauro del Teatro Carlo Felice appare filologicamente più corretto.
Del resto, stretta com'è tra mare e monti, la Superba per adeguarsi alla modernità di scotti ne aveva già dovuti pagare molti, a cominciare dal pessimo impatto visivo della sopraelevata, di cui oggi talora si preconizza, in previsione di altre ipotizzate soluzioni, la demolizione.
Adriano Maini