sabato 21 dicembre 2024

Anticlericali di un tempo che fu a Perinaldo

Perinaldo (IM): Via del Popolo (salita alla Parrocchia ed al vecchio Municipio)

Emilio Croesi fu lo storico sindaco di Perinaldo, ridente (aggettivo scontato nelle cronache, ma in questo caso davvero pertinente) paese situato ad oltre 500 metri di altezza, per la precisione 572, con buona vista sia sul mare che su una parte delle Alpi Marittime. Era un comunista, come, anche per le elezioni politiche, la maggioranza degli elettori, compresi tanti abitanti emigrati nella vicina Costa Azzurra, i quali, tuttavia, in massa tornavano a votare nel borgo natio quasi solo per l'indiretta conferma, tramite le amministrative, del loro beneamato primo cittadino.
Era una situazione che durò a lungo, dal secondo dopoguerra sino a poco dopo la morte del Croesi, in pratica sino all'avvento della cosiddetta Seconda Repubblica.
Al personaggio in questione ha dedicato alcune righe anche Arturo Viale nel suo "Vite Parallele", mutuando ricordi di un suo amabile interlocutore. Emerge così non solo la figura di un caparbio amministratore, ma anche quella del produttore di un Rossese, un vino, il suo, apprezzato anche da fini intenditori quali Veronelli e Mario Soldati. Viale coglie l'occasione per non trascurarne neppure i discreti trascorsi di ciclista professionista vissuti in gioventù nell'anteguerra.
A vivacizzare il sommario ritratto di Viale contribuisce la dialettica tra il puro e duro comunista e l'anarchico, genuino artefice della narrazione, che abitava lassù in collina, e quella, talora, con i parroci, che portò all'installazione sul Municipio di una sirena "laica" - tuttora in funzione - atta a scandire i tempi di lavoro e di riposo dei contadini nei campi in diretta concorrenza con analoga funzione svolta dalle campane della limitrofa parrocchia.
Dalle affabulazioni raccolte non emergerebbero, tuttavia, contrapposizioni come tra un Peppone e un Don Camillo nostrani, anche perché i parroci a Perinaldo si sono succeduti in diversi e qualcuno appare anche sorridente in vecchie fotografie insieme al sindaco, in occasione, ad esempio, della premiazione di alcuni bambini.
Senonché, indagando di più su di una certa tradizione orale, adesso viene fuori che almeno nel caso proprio del parroco citato da Viale, ma che tale non era ancora, sussisteva qualche affinità con il prete di Brescello inventato da Giovanni Guareschi - e interpretato al cinema dal grande Fernandel -, perché questo religioso (non proprio casto, ma questo aspetto lo riporta anche Viale) procedeva immancabilmente, indisturbato, a staccare i manifestini, veri e propri gazebo ante litteram, "contenenti attacchi velonosi contro il parroco ed il curato" del paese, affissi da militanti comunisti nei pressi della Fontana ai piedi della salita che porta alla chiesa: staccava, leggeva e metteva in tasca. Di questo futuro parroco di Perinaldo si può ancora sottottolineare che "i chierichetti erano solo vittime delle sue sberle, quando li trovava a chiacchierare, perché faceva tutto da solo: provvedeva direttamente a passare il messale da una parte all'altra dell'altare e si serviva da solo nel versare acqua e vino nel calice".
Non solo. La vulgata tramanda pure che, a detta di un altro prelato, a Perinaldo un tempo c'erano tanti comunisti perché gli abitanti erano soprattutto anticlericali...
Adriano Maini