Viene proprio da affermare che per un lungo periodo, nel secondo dopoguerra, non avessero molta fortuna le imbarcazioni francesi che si fossero trovate a passare davanti al confine con la Liguria.
Si è qui già detto di almeno un affondamento davanti a Bordighera e di un arenamento di fine anni Ottanta contro un alta riva di Mortola di natanti transalpini.
Un articolo de "La Nuova Stampa" di giovedì 20 agosto 1953 ha tramandato a pagina 6 un singolare episodio con titolo "Un battello con 300 passeggeri s'incaglia davanti a Ventimiglia" e con catenaccio "Nessun danno alle persone. La nave liberata dopo lunghi sforzi".
Bisogna avviarsi subito nella lettura, però, per capire meglio quella pregressa situazione: "Mentre stava navigando lungo la costa diretto a Sanremo, il grosso battello a motore francese «Gallus I», che trisettimanalmente compie il percorso Nizza-Sanremo trasportando turisti, ha urtato contro le rocce che si prolungano in mare da Capo Mortola".
Balza subito agli occhi, in effetti, che la costa di Mortola non sia mai stata molto propizia agli accostamenti.
Il giornale, prima di addentrarsi nel resoconto dell'articolata sequela di soccorsi, fornisce almeno un'altra notizia di rilievo, quando rimarca che quel giorno a bordo c'erano oltre trecento persone, turisti che in tale veste e con tale mezzo solo con grandi sforzi di fantasia organizzativa e promozionale oggi si potrebbero assicurare alla Riviera dei Fiori.
Si è qui già detto di almeno un affondamento davanti a Bordighera e di un arenamento di fine anni Ottanta contro un alta riva di Mortola di natanti transalpini.
Un articolo de "La Nuova Stampa" di giovedì 20 agosto 1953 ha tramandato a pagina 6 un singolare episodio con titolo "Un battello con 300 passeggeri s'incaglia davanti a Ventimiglia" e con catenaccio "Nessun danno alle persone. La nave liberata dopo lunghi sforzi".
Bisogna avviarsi subito nella lettura, però, per capire meglio quella pregressa situazione: "Mentre stava navigando lungo la costa diretto a Sanremo, il grosso battello a motore francese «Gallus I», che trisettimanalmente compie il percorso Nizza-Sanremo trasportando turisti, ha urtato contro le rocce che si prolungano in mare da Capo Mortola".
Balza subito agli occhi, in effetti, che la costa di Mortola non sia mai stata molto propizia agli accostamenti.
Il giornale, prima di addentrarsi nel resoconto dell'articolata sequela di soccorsi, fornisce almeno un'altra notizia di rilievo, quando rimarca che quel giorno a bordo c'erano oltre trecento persone, turisti che in tale veste e con tale mezzo solo con grandi sforzi di fantasia organizzativa e promozionale oggi si potrebbero assicurare alla Riviera dei Fiori.
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Mentone vista da Ponte San Luigi |
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Nizza |
Risultano anche un po' bizzarri altri dettagli riferiti in cronaca: il condizionale applicato alla probabile causa dell'incidente consistente in un avvicinamento a duecento metri dalla costa; i tentativi del comandante di procedere al disincaglio; l'arrivo da Mentone di panfili e di barche da pesca con cui, intanto, venivano trasbordati a terra i passeggeri, "mentre giungevano da Nizza, Monaco e Sanremo le vedette della dogana"; il timore di un colpo di vento che potesse far capovolgere il Gallus I; l'arrivo da Nizza, per concretare un organico disimpegno, dei battelli gemelli Gallus II e Gallus II; il fallimento di questa operazione, ma, infine, "solo stasera verso le 19 un grosso rimorchiatore partito da Savona, aiutato da un rimorchiatore minore sopraggiunto dalla Francia, è finalmente riuscito a disincagliare il Gallus I, che è stato ricondotto a Nizza [...] Una simile avventura era toccata in tempo di guerra a un bastimento tedesco, che non potè essere riportato in rotta e fu fatto saltare dalla marina da guerra germanica" (e quest'ultima parte sembra proprio presa da una tipica storia di Arturo Viale).
Quella di Capo Mortola è una zona marina con diversi aspetti di pregio e con qualche vincolo non ben precisato, se al profano sembra strano che tanti natanti, tutti di sicuro più fortunati e più attrezzati in senso moderno del Gallus I, abbiano per lungo tempo gettato le ancore o si siano ormeggiati a boe in quelle acque.
Pare, tuttavia, che l'area di tutela ai sensi della Legge Regionale 31/2000, che fa esplicito riferimento ai Giardini Hanbury, superba cornice del tratto di mare qui individuato, abbia finalmente trovato un rigoso regolamento attuativo, inteso a proteggere soprattutto la prateria di Posidonia oceanica. Tra i documenti significativi che si sono occupati di Capo Mortola si può, inoltre, menzionare "Biostratigrafia a macroforaminiferi della sezione stratigrafica di Capo Mortola (IM)", tesi di laurea magistrale (Università degli Studi di Genova) del 2022 di Simone Crobu.
E pensare che tra bagnanti, visitatori, persone che amano passeggiare l'usanza più diffusa è sempre stata quella di ammirare da Punta Mortola non solo il mare, ma anche gli scorci circostanti di panorama.
Adriano Maini