mercoledì 8 ottobre 2025

Cinema, un'altra passione d'antan

Fonte: Milano manifesti

Capitava alla fine degli anni Sessanta che in un tardo pomeriggio festivo in periodo ormai invernale nel cinema teatro di Sanremo, da decenni molto noto per lo svolgimento del Festival della Canzone, decine e decine di persone assistessero in piedi per ore, perché in platea ed in galleria non c'erano più posti a sedere, alla proiezione di "Via col vento", film del 1939, ma uscito in Italia, date le precedenti restrizioni imposte dal regime fascista, solo nel secondo dopoguerra. Probabilmente i ranghi del pubblico erano stati infoltiti da tanti turisti come sempre è in Riviera anche nelle brutte stagioni, ma l'effetto certo non cambiava.
Alla luce di varie cronache del tempo, ma anche posteriori, l'episodio di per sé non sarebbe stato né sarebbe tuttora da considerare singolare, ma solo se si dimenticasse la vetustà della richiamata pellicola, la quale, ad onor del vero, alla data citata era già tornata nelle sale italiane svariate volte rispetto alle prime occasioni. E già era diffusamente successo che nonne, zie e mamme, molto sensibili alle vicende dei vari Rossella O'Hara, Rhett Butler, Ashley Wilkes, Melania Hamilton, comunicassero ai piccoli di famiglia il loro entusiasmo per quella trama ambientata in quel vecchio sud degli Stati Uniti, confederato e razzista, i cui specifici connotati in larga misura non vengono percepiti neppure al giorno d'oggi.
Sì, perché, come da tempo si può constatare, la continua riproposta sugli schermi televisivi di "Via col vento" risulta adesso una costante.
Un po' come accade tuttora per "Quo Vadis" del 1951, fedele compagno di tante serate nel periodo di Pasqua. In proposito si può annotare un'altra circostanza curiosa, sempre di carattere nostrano, anche se meno grandiosa di quella menzionata circa la città delle palme per il film di Victor Fleming: agli inizi degli anni Sessanta una domenica davanti ad un cinema di Oneglia per il primo spettacolo del drammone con Licia, Marco Vinicio, Ursus, Nerone, San Pietro e tanti altri personaggi più o meno storici, si era già formata in attesa di entrare una discreta folla, nella quale erano presenti diversi cittadini di altre località della provincia di Imperia.
Erano ancora diffuse in quella fase in grandi capoluoghi, come qui si è già rammentato, sale cinematografiche in cui in pomeriggi feriali al prezzo di un biglietto si vedevano di seguito due distinte pellicole, va da sé non proprio di produzione molto recente, ma in questo novero erano piuttosto rari i titoli marcatamente vecchiotti, di quelli - per intendersi - che solo di recente sono stati doppiati in italiano ad uso di vendita di dischetti o di piattafome in streaming. E, tornando al vissuto di questi luoghi, appaiono ormai remoti i pregressi racconti di nostri spettatori pendolari riferiti a nativi americani come Caldaia Nera o a un Gary Cooper più o meno trentenne impegnato in una commedia molto brillante, se non addirittura comica. 

Adriano Maini