martedì 11 luglio 2023

La prima volta di un vero stadio fu per me proprio San Siro

Milano: lo stadio di San Siro nel 1965

Anni fa sul blog di cui a questo collegamento dialogavo intensamente con i lettori. Qui di seguito, una selezione di quanto scrivevo sul finire dell'estate del 2010.

Su Nico Orengo mi viene allora da aggiungere (ma non sono un critico!) che sapeva coniugare al meglio pagine improntate a robusto realismo con altre soffuse di delicato romanticismo, accompagnando il lettore, cui donava di tanto in tanto lampi di incantata magia, per ignoti ed impervi sentieri, per lo più corrispondenti (nella mia trasandata metafora) ai luoghi del Ponente Ligure.

Di Bruno Morchio e del suo Bacci Pagano cercherò di dire qualcosa quando tornerò a parlare di Genova, anche se non é facile rendere la magia di Sarzano.

Hai reso con parole molto belle le tue impressioni, ma anche, senza che tu lo potessi sapere, analoghe emozioni che provai da bambino: la prima volta di un vero stadio fu per me proprio San Siro a Milano.

Certi striscioni sono davvero capolavori di ironia e di sarcasmo. Se i tifosi si limitassero a questo, gli stadi tornerebbero ad essere contenitori di sana gioia popolare.

Confesso che sin da piccolo piccolo ho la mia squadra del cuore, ma anche che da allora mi sono sempre appassionato a vicende e storie belle del calcio. Faccio degli esempi: Nordhal che butta fuori la palla, che era già praticamente in rete, perché si accorge che il difensore che lo voleva falciare si era fatto male, per cui lo vuole soccorrere; mitici calciatori degli anni '20 e '30 (non c'erano le sostituzioni) che continuavano a giocare con la testa fasciata; l'epopea del Grande Torino; la Grande Ungheria.

Sono felice di apprendere dell'atmosfera festosa che circonda l'ambiente del rugby, giovanile, immagino. Io ho dovuto riscontrare, purtroppo, per notizie apprese e per esperienza diretta che, dalle mie parti almeno, non solo nel calcio, ma anche in altri sport praticati da bambini e da ragazzini girano arie, che per comoda sintesi, definisco professionistiche.

A dire il vero (saranno stati altri tempi?), ho incontrato insegnanti di religione che sapevano motivare meglio, rispetto agi esempi da te addotti, i "fondamentali" della loro disciplina, che, comunque, non é mia intenzione affrontare né qui né altrove. E al meno brillante tra quanti ho conosciuto, già anziano, devo poi riconoscere un merito, quello che, parlandoci di "Mani Tese" (di cui, finita la scuola, non mi sono mai più informato), ci introdusse al dramma della fame del mondo. In sostanza, per come ci sono riuscito, ho cercato con il mio raccontino di mettere in evidenza tante contraddizioni della vita, in questo caso, quella scolastica dei miei tempi e della mia città natale.

Come qualcuno ha già commentato, mi riesce, infatti, meglio accennare a temi che mi stanno a cuore, supportandoli con un po' di ricordi/esperienze personali: e "vedere l'effetto che fa'". E' il blog, bellezza!?! O, no?

Grazie a te! Soprattutto per il ricordo, permettimi, di Gignese, da cui l'ultima volta sono venuto via anch'io in autostrada. All'andata, no, dovevamo vedere il lago con calma. A proposito, hai visto o ti hanno parlato di quella cremagliera che portava da Stresa al Mottarone?

E io ringrazio ancora te, anche per il ricordo che mi procuri con la citazione del trenino delle Cento Valli: ma questa é un'altra storia.

Ringrazio tutti per l'attenzione prestata al mio post. Io, invero, ho parlato di Malet soprattutto per dare un'idea di una certa Francia, ma, se vi piace il genere "giallo, allora questo autore fa veramente per voi!

Il Malet con l'investigatore privato Burma fa, invero, storia a sé. 

Grazie! Mi fa piacere che tu conosca Malet (Simenon é molto più noto). E, dunque, non devo aggiungere nulla! Lavori ai Beni Culturali? Villa Hanbury a Ventimiglia (IM) é un magnifico parco (per l'Università, temo, solo un Orto Botanico), Balzi Rossi vuol dire in questo caso Museo Preistorico e adiacenti grotte preistoriche, l'area ex Officine del gas coincide in parte con il parco archeologico della Ventimiglia romana (Albintimilium). Un caro saluto!

@tutti: Con Ellroy ho aumentato il "dosaggio" della mia "ambiguità", vale a dire provando a sottolineare temi che potrebbero anche essere di attualità, come cercherò di rendere più esplicito, se riprendo il tema con altri suoi libri. In questa occasione ho dovuto già tagliare quasi metà post.

Infatti! Ma nella vita Ellroy continua ad essere stravagante, perché ha supervisionato il film "L.A. Confidential" (andò in quell'occasione anche a Cannes) e qualcosa del genere ha fatto con "Dalia nera", uscito l'anno scorso con scarso entusiasmo della critica e che non ho ancora visto.

Sono libri "tosti" quelli di Ellroy, ma non horror, meno, comunque, di un C.S.I. e similari.


Adriano Maini