Ventimiglia Alta, città vecchia, centro storico per eccellenza di Ventimiglia, al di là del fiume.
Ventimiglia Alta con Cattedrale e Battistero.
Ventimiglia Alta con vista sul mare, ma anche sul nuovo porto turistico.
Ventimiglia Alta con vista sulla valle del Roia.
Ventimiglia Alta con vista - va da sè! - sul centro urbano di Ventimiglia. La migliore dal Cavu.
Ma qui e là anche altre aperture su altri scorci.
Ventimiglia Alta con i suoi vicoli.
Ventimiglia Alta con molti altri monumenti e reperti di storia.
Ventimiglia Alta dalle vicende già ampiamente consegnate a pubblicazioni anche specialistiche.
Di Ventimiglia Alta ha scritto poco - almeno pare - Gianfranco Raimondo, che, già rodato in esperienze di teatro condotte a Nervia, fece il suo esordio come presentatore di uno spettacolo nell'Oratorio dei Bianchi, se si vuole pure di San Giovanni Battista e di Santa Chiara, all'epoca già sconsacrato, tanto è vero che era stato convertito in cinema-teatro con i locali sottostanti adibiti a tipografia.
Correva probabilmente l'anno 1957, e già in stagione scolastica a cavallo con il successivo, proprio quando Arturo Viale, che a Ventimiglia Alta qualche pagina in qualche modo ha pur dedicato, frequentava la primina retta dalle Suore dell'Orto, un'istituzione allora veramente classica.
Correva probabilmente l'anno 1957, e già in stagione scolastica a cavallo con il successivo, proprio quando Arturo Viale, che a Ventimiglia Alta qualche pagina in qualche modo ha pur dedicato, frequentava la primina retta dalle Suore dell'Orto, un'istituzione allora veramente classica.
Viale rammenta la Colla per le fotografie della sua comunione e della sua cresima: su quel sito giocavano - documentati da scatti che sono vere rarità - tanti bambini piccoli, come continuano oggi a fare i loro coetanei.
Poco prima - 16 maggio 1956 - e poco più in là, sulla vecchia Via Aurelia, era passata una tappa del Giro d'Italia di ciclismo, quella - con partenza da Cannes - vinta a Sanremo da Nino Defilippis in fuga solitaria.
Poco dopo studenti delle professionali, recandosi a scuola lassù, avrebbero immagazzinato nella memoria con pena e con partecipazione umana le immagini di tante famiglie di immigrati meridionali, ammassate a vivere di stenti in cantine o stalle riadattate, affacciate sui carruggi: sentimenti quasi svaniti nell'aria e discendenti di quei poveracci del tutto dimentichi delle pregresse traversie dei loro cari.