lunedì 16 settembre 2024

Ancora Nervia


Nervia di Ventimiglia, ingresso di levante della città, prima del cavalcavia, incrocio della strada provinciale che si inoltra oltre Pigna, punto di passaggio per molte persone obbligato, per ciò stesso, forse, luogo non molto ricordato per le sue vicende di maggiore cultura popolare.
Interessata dalla Storia - ad esempio, è d'uopo rammentare la città romana, sita, invero, per un po' più a ponente della zona qui indicata, ma con resti in loco; il castello, il monastero e le torri medievali; gli opposti trinceramenti durante la guerra di successione austriaca; il terribile bombardamento aereo del 10 dicembre 1943 (ma anche altri) - questa parte di Nervia è stata a lungo interessata da intensi momenti di minute, ma significative relazioni sociali: a titolo indicativo si sottolineano la costruzione di carri, prima ed ancor dopo il secondo conflitto, per la Battaglia di Fiori di Ventimiglia, aspetto di attrazione anche per chi non del posto; una maggiore presenza di ferrovieri, magari solo di passaggio, indotta dalla presenza del deposito locomotori; la banalità - tale, probabilmente, oggi - degli spostamenti in corriera di tante persone che a Nervia cambiavano il mezzo e nelle attese facevano conoscenze ed amicizie; l'attrattiva, scaglionata nel tempo, di due esercizi pubblici molto frequentati.
Una sorta di grande piazza, insomma.
Oggi rimangono a questa Nervia negozi, non tutti di prima necessità, e traffico.

Adriano Maini

martedì 10 settembre 2024

Succedeva tra Ventimiglia e Nizza...


A Ventimiglia c'era un dancing dove negli anni '50 era d'obbligo entrare eleganti (ma un po' di tempo dopo le cronache popolari lo indicavano già quale sede elettiva - causa l'ampio spazio disponibile, ivi compreso un tavolo da biliardo - di diversi studenti delle superiori che marinavano la scuola).
Un giovanotto ventimigliese, cliente abituale del citato locale, ebbe l'onore di ballare con Kim Novak; non si è mai detto dove; forse a "Il Pirata" di Roquebrune Cap-Martin, frequentato, come riportato dai soliti rotocalchi, anche da divi hollywoodiani, tra i quali spesso si infiltravano dei "pappagalli" nostrani", ma anche visitato per esigenze professionali da Dario, un valente fotografo di Bordighera, i cui specifici scatti dovrebbero essere oggi nell'Archivio Alinari di Firenze. (De "Il Pirata" si indica qui sopra con un'immagine la zona). Puntuale, compariva ad un certo punto su noto social media la fotografia che attestava l'episodio danzante.
Così come non si possono dimenticare scene di vita mondana nella vicina Costa Azzurra con partecipazione "straordinaria" di cittadini del Ponente Ligure.


Quando (ancora circa alla metà degli anni Settanta) per andare dalla Liguria in Costa Azzurra si doveva uscire dall'autostrada a La Turbie, una delle strade percorribili per arrivare alla Moyenne Corniche finiva - come tuttora finisce - all'incrocio della foto, un punto all'epoca molto funestato da incidenti. Verso Nizza un raddoppio della Moyenne effettuato da pochi anni la faceva - la fa tuttora - passare tra alcuni piccoli canyon artificiali.


Negli anni Settanta sulla collina del Castello a Nizza erano grandiose e molto affollate le feste estive del Partito comunista francese (Pcf): singolare il caso dello standista di origine italiana, un idraulico che per l'occasione adattava il suo furgoncino a rosticceria di salsicce...



Chissà se ancora adesso entrando in La Turbie ci sono automobilisti che si fermano a guardare dall'alto le prove, se non le gare stesse del Gran Premio di automobilismo di Monaco Principato?

Adriano Maini

martedì 3 settembre 2024

Risvolti di guerre


Alla svolta degli anni '60 guardava in tribuna, nel vecchio campo di Piazza d'Armi a Camporosso, una partita (di calcio, serie Dilettanti o giù di lì) in casa della Ventimigliese un signore ormai anziano, alto, robusto e dalla voce tonante, all'epoca forse ancora "procaccia" di Poste Italiane.
Gli si avvicinò un autista in livrea che gli disse che il suo titolare, assiso in autovettura, avrebbe desiderato parlargli: al che l'omone rispose che prima avrebbe guardato finire la gara.
Fu grande il suo stupore di ritrovare infine ad attenderlo pazientemente l'ufficiale, al quale aveva salvato la vita durante la Grande Guerra, ancor di più nel riscontrare che era ormai un famoso magnate italiano dell'industria. Il personaggio in questione intendeva ringraziare ancora l'antico subordinato.
E quell'avvistamento a distanza forse sarà stato possibile per via di quel vecchio muro basso, solo sormontato da un'alta rete per trattenere le pallonate... Anche se, invero, l'anonimo cronista della vicenda non ha tramandato se per caso il beneficato non avesse effettuato preventive ricerche da cui aveva evinto dove potesse quel giorno rinvenire il suo vecchio angelo custode...

Al contrario, sono ben tristi, a fare pochi esempi, altri aspetti del conflitto 1915-'18, quali le vicende di bambini sloveni trattenuti sulle linee del fronte dell'Isonzo al pari di donne ed anziani, feroce anticipo italiano delle persecuzioni e dei campi di concentramento, per non dire di sterminio, loro riservati vent'anni dopo, durante la seconda guerra mondiale. Bambini in allora obbligati a sentire le grida di agonia dei feriti italiani gravi, abbandonati tra i reticolati delle trincee. Anziani autoctoni considerati spie e trattati di conseguenza, salvati solo all'ultimo minuto dall'esecuzione. Stupri o tentativi di stupro a danno di ragazze di quei villaggi.

Da queste parti, in Riviera, affiorano qua e là ancora i ricordi dei civili in dura lotta per la sopravvivenza ai tempi degli ultimi eventi bellici. Anche bambine a spingere carrette su e giù per il Col di Nava alla ricerca di farina nelle piccole valli piemontesi in cambio di olio e cercando di evitare i feroci controlli tedeschi.

Di quell'atroce periodo può anche destare curiosità partecipe non solo la vita dei "borghesi", ma pure quella dei militari in libera uscita, quali quelli che si colgono nelle scene girate dal vivo ad Ancona per il film "Ossessione" di Visconti, realizzato fortunosamente: una pellicola ancora più fortunosamente salvatasi dalle ire dei censori repubblichini di Salò. E per associazione di idee non si potrebbe non pensare a tanti similari dettagli di "Estate violenta" di Florestano Vancini.

Adriano Maini