domenica 10 novembre 2024

Ghepeu, l'uomo che faceva saltare i ponti

Sanremo (IM): un angolo di Via Romolo Moreno

"Ghepeu", al secolo Sergio Grignolio, nato a Vallecrosia (e già questa circostanza meriterebbe qualche approfondimento) il 2 luglio 1926, ma soprattutto fiero abitante di Sanremo, fu un partigiano che godette di una discreta letteratura, a cominciare dalla lunga intervista rilasciata a Mario Mascia per "L'epopea dell'esercito scalzo" (ed. ALIS, 1946), primo libro di storia sulla Resistenza Imperiese, e dalla coincidenza della sua figura - come ribadito in alcune occasioni con colorite sottolineature dallo stesso protagonista - con il personaggio di "Lupo Rosso" ne "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino. Del resto Calvino si era ritrovato incarcerato con Grignolio quando questi effettuò la prima delle sue due rocambolesche fughe da una prigione nazi-fascista. Mascia mise in evidenza "Ghepeu" come il “bridge blower”, cioè l'uomo che fa “saltare i ponti”, aspetto ripreso da diversi scrittori.
Non evoca, invece, nulla di avventuroso, a ben guardare, la denuncia presentata dallo stesso Grignolio a Liberazione avvenuta, precisamente il 28 agosto 1945, contro una ragazza di Sanremo, dove era nata il 28 marzo 1927, quindi, minorenne, la quale aveva, per timore - per sua ammissione - di essere ritenuta complice, aveva segnalato alle Brigate Nere che nell'abitazione di famiglia di Via Romolo Moreno (nel centro storico della Pigna), abbandonata dai componenti perché sinistrata a seguito dei bombardamenti, pernottavano saltuariamente, tra dicembre 1944 e gennaio 1945, alcuni partigiani, tra cui "Ghepeu". Le ispezioni dei militi repubblichini non avevano avuto esiti positivi, ma il loro brogliaccio individuava il comportamento dei garibaldini, che avrebbero utilizzato la casa quale base momentanea, senonché, questi saloini, da inguaribili guardoni, come si evince da altre pagine del loro diario, non potevano trattenersi da usare frasi pittoresche a loro care quali l'attribuire - aggiungendo solo "pare" - a questi patrioti - il "fare baldoria" in un appartamento della limitrofa Via Rivolte prima di passare al già citato rifugio.
Il documento qui richiamato, al pari di quelli quasi tutti menzionati qui di seguito, è una copia, frutto di una ricerca effettuata nell'Archivio di Stato di Genova da Paolo Bianchi di Sanremo.

A Vallecrosia avevano visto la luce anche alcuni collaborazionisti, dei quali si è già detto.

Tra le testimonianze che incrociano "Ghepeu" e Italo Calvino, ce ne sono alcune di Pietro Ferrua, notevole personalità del pacifismo, dell'anarchia libertaria e della cultura, che tuttavia a proposito di un certo O., a distanza di tanti anni dalla fine del conflitto, non si era ancora accorto che si era trattato di una spia fascista, come del resto messo in evidenza anche in un rapporto del 2 giugno 1947 redatto dall’OSS statunitense, contenente verbali degli interrogatori subiti da Ernest Schifferegger (altoatesino, interprete, ex sergente SS), ma quest'ultimo è un atto solo da poco desecretato, mentre altri avrebbero dovuto essere noti da tempo..

Da una fonte occasionale diversa si è di recente avuta la conferma dell'identità del commerciante di Ventimiglia - al quale si è già accennato in un precedente post - in forza con la sigla "VEN.38" - non è chiaro se come agente o se come confidente - all'U.P.I. (Ufficio Politico Investigativo) della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) del regime di Salò.

Aveva la residenza a Bordighera la donna traduttrice (ed interprete) per gli occupanti tedeschi, per i quali lavorò prima a Sanremo, poi ad Ospedaletti: da quest'ultima località avrebbe fornito utili informazioni ad un resistente della città delle palme.

Adriano Maini

sabato 2 novembre 2024

Tra Provenza e la zona di Ventimiglia

Ventimiglia (IM): uno scorcio della zona di Latte

Ne "La curva del Latte" di Nico Orengo - ma anche in altri suoi lavori - emergono alcuni personaggi riconoscibili, stante la trasfigurazione letteraria, solo a chi ha vissuto intensamente da queste parti di confine con le Alpi Marittime francesi - con la Costa Azzurra, se si vuole! -, così come alcune situazioni, diverse memorie storiche, il dopoguerra, la bellezza della natura e del paesaggio. L'incanto é tutto nelle vicende narrate con grande maestria dall'autore.
Nico Orengo - appare giusto sottolinearlo - é stato impegnato nella vita reale, e non solo con la testimonianza resa dalle sue opere, a difendere tanti luoghi belli di questa zona, la Piana di Latte a Ventimiglia, soprattutto, dall'assalto del cemento. Non sempre ci riuscì.
Questo scrittore ha narrato in altri romanzi altre trame di grande respiro, che hanno anche spaziato in tutto il Ponente Ligure, in Piemonte, in Francia. Difficilmente, tuttavia, se l'ambientazione non era in toto nella zona di Latte, ne trascurava almeno un accenno. Come nel caso di un agile librettino che ci porta con commossa partecipazione dalla Provenza degli impressionisti a posti magici che non ci sono più, con l'inserimento di ritratti di attori americani, passati dalla Riviera e che giustamente sono rimasti nell'animo popolare, e di tante altre belle storie: "Gli spiccioli di Montale".

Claude Izzo, morto prematuramente circa venti anni fa, impegnato sul fronte sociale ed antirazzista, trasfigurava i suoi valori in cupe storie noir (anche di plot un po' esagerato), non certo ben rese nella versione televisiva con Alain Delon. Di sicuro nelle sue opere Marsiglia e dintorni, non molto lontani da questa riviera, assumono contorni quasi magici: si sentono l'odore del mare, i profumi dei fiori e delle erbe mediterranei, i sapori di cibi cosmopoliti. E si palpita nei suoi libri per personaggi che sembrano usciti da una canzone di Francesco De Gregori, nel contempo in cui certi "cattivi" sembrano un po' esagerati, anche se fanno rinviare con il pensiero ai tanti intrecci criminali realmente esistenti di qua e di là della frontiera.

C'era grande stima in Francesco Biamonti per Jean Giono, notevole scrittore della Provenza, sincero cantore della natura: certe luci, certi colori, certe montagne di Manosque (dove dimorava stabilmente Giono, che però ambientava le sue opere di autentico grande livello in altre parti della Provenza e non solo) che ricordano il nostro entroterra: e quella posizione geografica (solo per citare, la montagna della Lure, la Durance, la Bleone) trova in Pierre Magnan (forse per i più non eccelso autore, ma pur sempre amico di Giono) un sincero e convincente cantore. Su Giono si può aggiungere che con "L'affare Dominici" seppe condurre una coraggiosa inchiesta giornalistica dai toni elegiaci - purtroppo non coronata da successo - contro storture poliziesche e giudiziarie che si esercitavano proprio dalle sue parti, ma non si può neppure dimenticare l'umanità di certi suoi gendarmi di metà Ottocento, che si muovevano a cavallo in notti di tregenda a ponente del Rodano.

Molti di questi temi sono stati affrontati - come già, del resto, da Francesco Biamonti e da Nico Orengo, mossi dalle proprie personali poetiche - da Arturo Viale, che luoghi, fatti e persone di questo Ponente Ligure li descrive con appassionata vena, competenza e significativa scrittura: lo saranno di sicuro ancora nei suoi prossimi lavori.

Adriano Maini