giovedì 20 novembre 2025

Vecchie occhiate della CIA sul ponente ligure

Particolare di un documento - cit. infra - desegretato della CIA su Libero Alborno

In una forma o nell'altra ogni tanto si scrive di spie nel ponente ligure prima, durante, e subito dopo la seconda guerra mondiale.
Di una delle regine delle centrali di spionaggio, la CIA, si trovano documenti sul Web, che si riferiscono in qualche modo a questa zona ed ai quali in alcune occasioni qui si è già fatto riferimento.
In una carta degli spioni statunitensi datata 6 dicembre 1951 ci si diffondeva sulla figura di Libero Alborno, affermato floricoltore in Frazione Latte di Ventimiglia, già membro del CLN della città di confine, ma soprattutto esponente di spicco del Partito Comunista locale. Di Alborno si presumeva fosse responsabile di una organizzazione paramilitare: è appena il caso di sottolineare che all'epoca non solo la CIA, ma anche altre centrali, compresi la polizia segreta di Scelba e gli antesignani di Gladio in Italia, vedevano - inducendo ad assumere svariate inziative illegali di contrasto - pericoli rossi armati quantomeno nella nostra penisola, una tesi largamente smantellata da ripetuti recenti studi accademici.
Un'altra amenità attribuita ad Alborno era che fosse impegnato nel contrabbando: come se le campagne, che conduceva con grande profitto, e l'attività politica non gli occupassero a sufficienza tempo ed energie.
La CIA coglieva, invece, nel segno, attribuendo a Libero Alborno un forte ruolo nei transiti clandestini di persone attraverso la frontiera: non specificava, tuttavia, come è stato tramandato nella trasmissione orale da tanti uomini progressisti, che si trattava di aiutare oppositori politici del regime fascista di Franco in Spagna, fuorusciti in continua pericolosa fuga.
Nel rapporto americano venivano altresì riportati i nomi delle persone che di più appoggiavano Alborno - ma altre rimasero sconosciute agli spioni -  e nella ricostruzione - non si sa quanto verosimile - della trama ligure e di quella  nazionale intessute ai ventilati scopi dal Pci si accennava ai contatti con i comunisti francesi.
Sono, poi, confluiti nell'archivio della CIA atti recuperati tra gli interrogatori condotti davanti alla Corte d'Assise Straordinaria (per l'epurazione antifascista) di Sanremo, recuperati nel periodo, dopo lo scioglimento dell'Oss "di operatività del Central Intelligence Group (CIG), un organismo creato da Truman avvalendosi con disinvoltura di poteri presidenziali previsti per il tempo di guerra, quindi al di fuori dei casi consentiti. Esperti dell'amministrazione USA ritennero "illegale" tale situazione, poi sanata con l'istituzione dell'attuale CIA" nel 1947. 
 

Da un documento - cit. infra - desegretato della CIA su Ernest Schifferegger

Spiccano in tale contesto le affermazioni - protocollate il 12 giugno 1947 - di Ernest Schifferegger, già italiano altoatesino, che in occasione del referendum del 1939 aveva optato, come tutti i membri della sua numerosa famiglia, per la nazionalità tedesca. Entrato nelle SS, operò - a suo dire - solo nella logistica, su diversi punti del fronte occidentale. Era, tuttavia, a Roma come interprete, quando partecipò al prelievo di un gruppo 25 prigionieri politici italiani condotti a morte nella strage delle Fosse Ardeatine. Fece in seguito l’interprete per i nazisti anche a Sanremo. Il suo grado era quello di maresciallo. Nel documento che lo riguardava Schifferegger, pur con tutte le omissioni che un tipo del genere in tali occasioni non poteva non compiere, parlò di tante persone e di tanti avvenimenti, soprattutto di repressione antipartigiana. A titolo indicativo, spiccano i nomi dei nazisti dei vari servizi segreti di stanza a Sanremo e dei loro referenti repubblichini; l'eccidio dei partigiani rastrellati a San Romolo di Sanremo il 15 novembre 1944; l'eccidio compiuto il 24 novembre 1944 a Poggio di Sanremo dalla Wehrmacht, il cui comando locale era stato aiutato dai militi fascisti nella selezione delle vittime tra i prigionieri politici di Villa Auberg e del Castello Devachan; il sequestro degli appunti che un altro detenuto prima della loro esecuzione aveva preso sulle ultime parole - dedicate alle loro famiglie, ma contenenti anche informazioni militari - dei francesi Salusse e Santoni della rete Gallia sorpresi e catturati vicino a Breil-sur-Roya il 5 febbraio 1945 e fucilati a Pieve di Teco il 4 aprile; il comportamento coraggioso durante la prigionia del tenente Antonio Capacchioni (Tonino) - già del gruppo Kahnemann - che aveva preceduto quale battistrada l'arrivo clandestino della missione del capitano britannico Robert Bentley quale ufficiale alleato di collegamento con i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria; i particolari degli arresti dei partigiani di Pigna fucilati a Latte il 20 marzo 1945.
 

Da un documento - cit. infra - desegretato della CIA su Karl Weilbacher

Nel fascicolo della CIA su Karl Weilbacher che Giorgio Caudano nel suo recente Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945 (con Paolo Veziano; Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024) ritiene a tutti gli effetti un vero agente dell'Abwehr tedesco si possono espungere fatti quali un suo primo contatto con quel servizio segreto a Bordighera nel 1934 o nel 1935; durante la guerra non solo sue ripetute permanenze nel Principato di Monaco, ma anche diversi viaggi a Marsiglia e a Parigi; la sua conoscenza di altri piccoli gerarchi nazisti, non solo stabili a Sanremo, ma o di transito nella città dei fiori o incontrati nei suoi continui spostamenti, comprensivi di Sesto Calende, Como e Milano.
Con i citati interessamenti la CIA, anzi, per meglio dire il CIG, cercava reclute per i suoi scopi anticomunisti. Non risulta che nel quadro qui tracciato avesse conseguito risultati positivi, fatto salvo forse un caso qui indirettamente evocato.

Adriano Maini 

mercoledì 12 novembre 2025

Appunti sparsi

Airole (IM)

Sotto Airole d'estate capita spesso di sentire voci gioiose di bambini, giovani virgulti, felici di fare il bagno nel più tranquillo stagno (o comunque lo si intenda chiamare) colà formato dal fiume Roia.
Anche a Torri di Ventimiglia, a ridosso di una bella spiaggetta, ci si può talora imbattere in simile visione.
Per le nuotate in acqua dolce nell'estremo ponente ligure é di sicuro più noto il rio Barbaira, con i suoi laghetti a monte di Rocchetta Nervina, su cui si sono sentiti negli anni racconti affascinanti, di sicuro tali anche perché attraversano diverse generazioni.
E sono diversi i punti del finitimo torrente Nervia - forse almeno uno anche nel rio di Vallebona - dove si compiono simili esperienze, le quali certamente non sono limitate ai più piccoli, ma, anzi, vedono in prevalenza ragazzi, adulti, anziani.

Chi scrive di Ventimiglia di solito non può prescindere dal mare. Dalle piccole baie, dalle calette, dalle rocce, sempre più numerose verso la frontiera. E c'è, tra gli scrittori, chi ha sottolineato che, a esplorare e vivere questi paesaggi, e questo ambiente, una vera barriera con la Francia non vi sia mai stata.

A Ventimiglia Via Due Camini fu meta tradizionale per tanti anni di gite fuori porta, rimaste nel vissuto popolare, anche perché quell'esercizio da tempo è chiuso. Per varie associazioni di idee a qualcuno può riemergere viva nella mente una giovanile serata di fine estate, fatta quasi di niente, se non del discorrere allegramente in compagnia salendo e ridiscendendo, dopo breve ristoro lassù, in centro città: molti adolescenti erano inconsapevoli che l'età della spensieratezza stava finendo.

Sempre a Ventimiglia il maestoso arenile delle Calandre si é nel tempo drasticamente ridotto. Si sostiene in conseguenza della realizzazione - in particolare più a ponente - di opere a difesa del bastione della linea ferroviaria. Calandre. Un sito caro a tutti nella città di confine e in prossimità. A tanti villeggianti. Un luogo di memorie, inoltre.

Si diceva andare al Torrione di Vallecrosia per definire la frequentazione della scuola dei Salesiani o per tentare di giocare nel campo cementato (oggi anche in erba sintetica) di calcio di quell'oratorio o per la visione di un film al cinema annesso. Poco lontano, lungo il mare, linea di confine con Bordighera, Via Rattaconigli, il cui nome sembra tratto da una favola, mentre corrisponde alla tombinatura di un piccolo rio, che a monte anni fa con la sua esondazione si é dimostrato alquanto pericoloso. Il relativo sottopassaggio vedeva spesso sul finire dell'ultima guerra muoversi in ore antelucane uomini del Gruppo Sbarchi della Resistenza, che conoscevano una strettoia sicura tra le mine disseminate sulle spiagge.

A Bordighera un tempo si accedeva (come amano raccontare persone che abitano tuttora nei pressi), a meno di fare un giro largo, solo attraverso il greto del torrente Borghetto - non ancora cementificato - alla spiaggia a ponente di quella foce, una striminzita striscia di sassi che si appoggiava alla massicciata della ferrovia: ripascimenti ed opere pubbliche hanno poi creato ampi spazi nuovi.

Adriano Maini

sabato 8 novembre 2025

Ma un modesto arcobaleno...



Una lettrice occasionale - con tutta probabilità di un altro blog, ma collegato a questo - chiede notizie storiche circa una bella villa della Via Romana di Bordighera, ma non si è in grado di rispondere salvo indicare in modo generico un'altra possibile fonte.
 


Una gentile signora ricerca una fotografia di Villa Cicalina ad Ospedaletti, dove Elsa De Giorgi ed Italo Calvino passarono a metà anni '50 un indimenticabile intermezzo estivo.
 



Un lettore, che pure conosce la zona, è interessato a capire come si accede a certe spiagge di Latte, Frazione del comune di Ventimiglia, per cui torna in mente che in proposito in archivio c'è anche un'immagine del passaggio dalla Via Romana ricavato su di un rio tutto cementato. 

Volendo di conseguenza mettere un po' di ordine tra informazioni varie derivanti da incontri casuali, telefonate, commenti ed email, emerge che anche a Ventimiglia aveva abitato un soldato della Legione Straniera che aveva combattuto nel 1954 a Điện Biên Phủ; che alcune persone in questi ultimi giorni in questo lemdo di confine del ponente ligure hanno scambiato opinioni su Pierre Magnan; che altri abitanti di questi luoghi avevano lavorato all'estero nel settore costruzioni, in particolare padre e figlio - più a lungo il genitore - per molto tempo in Pakistan, in un'epoca in cui i venti di guerra si stavano già più che profilando. 


L'improvvisa apparizione di un modesto arcobaleno in direzione Costa Azzurra interrompe - solo per il momento? - questo lavorio.

Adriano Maini

domenica 2 novembre 2025

E la Genova-Nizza a Bordighera...


Proprio per l'arrivo del Giro d'Italia di ciclismo professionistico a Bordighera il 24 maggio 1953 "l'Unità" dedicava una vignetta al vincitore di tappa, Oreste Conte: da un rapido controllo a campione si deduce che l'umorista di quel quotidiano non si applicava tutti i giorni a quella manifestazione, per cui il disegno fatto per l'evento nella città delle palme potrebbe essere stato l'unico per quell'edizione della corsa diretta da Vincenzo Torriani.
 


Il 2 marzo dell'anno prima un certo rilievo era già stato assegnato dal quotidiano "La Stampa" al Circuito degli Assi di Bordighera.
Il 16 maggio 1955 Nino Defilippis  - già in fuga da prima di Ventimiglia - sfrecciava solitario in Bordighera per andare a vincere la tappa Cannes-Sanremo del Giro d'Italia.
 


L'11 marzo 1959 la Parigi-Roma ripartiva da Ventimiglia, dove il giorno avanti si erano piazzati ai primi tre posti tre francesi, Saint, Bobet - già vincitore di tre Tour de France - e Rivière - il campione dalla carriera stroncata dalla caduta al Tour del 1960 - e quei baldi pedalatori (nella foto il gruppo sul cavalcavia di Nervia a Ventimiglia) non potevano non essere ammirati anche in Bordighera. 
 


"La Stampa Sera" annunciava il 13 marzo 1961 la "Due giorni" di ciclismo di Bordighera.
 


Ebbe la sua ultima edizione nel 1975 la Genova-Nizza di ciclismo, nata nel 1910. Negli anni 1958, 1960, 1962, 1964, 1967 e 1973 era stata, invece, una Nizza-Genova. In ogni caso al passaggio per Bordighera della Genova-Nizza del 16 marzo 1961 si distingueva per il suo entusiasmo tra gli spettatori appassionati il cameriere di un bar, in divisa, come diffusamente di rigore all'epoca.
E si videro a Bordighera in seguito altre gare di ciclismo professionistico: a titolo indicativo, sempre circa il Giro d'Italia, la tappa Torino-Sanremo del 21 maggio 1961 e quella Alba-Imperia del 18 maggio 1998.

Adriano Maini

domenica 26 ottobre 2025

Erano appena iniziati gli anni Trenta


Una persona spediva a Bordighera da Alassio il 23 giugno 1931 una fotografia, sul cui retro è rimasto scritto che il destinatario era atteso per una visita in quella cittadina e che gli uomini ritratti nella richiamata immagine davanti al Monumento ai Caduti in guerra di Cuneo erano impiegati della nota località balneare, i quali erano stati proprio quell'anno in visita al capoluogo della Provincia Granda.
Chi ricevette la missiva era stato, invero, giardiniere ad Alassio, ma a quella data lavorava - od era in procinto di farlo - come vigile urbano nella città delle palme: questo, benché fosse uno sloveno, nato sotto l'Impero Austro-Ungarico; in ogni caso subì l'italianizzazione forzata del cognome. Di lì a breve sarebbe anche andato ad abitare con la sua famiglia ai Gallinai.
Era un periodo, quello, di prime immigrazioni nella Riviera dei Fiori, venute da lontano, alcune anche attinenti la storia ed alcuni personaggi di rilievo, la maggior parte concernenti vicende minute, quali quelle qui menzionate.


Uno scatto dello Studio Mariani, che riprende una manifestazione motoristica nei Giardini Pubblici di Ventimiglia, donato - perché lei era presente - da una ragazza ai cugini, compendia un aspetto del discorso: la signorina non era domiciliata da molto nella città di confine, ma i suoi genitori ed i fratelli maschi erano già stati in grado di dare indicazioni utili per alloggio e lavoro agli altri richiamati parenti, anche loro arrivati nel 1932, dopo un breve esperienza nel Nizzardo, dalla  provincia di Parma.


Uno dei cuginetti, prima di affrontare il viaggio, aveva fatto in tempo il 29 luglio 1931 a lasciarsi ritrarre - dopo ripetute insistenze della madre - nei luoghi natii in sella ad un cavallo, che lo faceva apparire ancora più piccolo.
E, se tali animali, superbi o meno che fossero, erano allora adibiti in prevalenza alle fatiche dei campi, non può non fare sorridere che a distanza di più di novant'anni in questa zona di stabilimento definitivo di quegli emiliani non siano attualmente in proporzione davvero pochi i maneggi di equitazione.

Adriano Maini

lunedì 20 ottobre 2025

La signora tornò indietro di corsa per recuperare il fiaschetto di vino


C'é ancora - presso il cancello d'ingresso - sull'inferriata del giardino della sede, in una di queste cittadine liguri di frontiera con la Francia, di una Associazione di categoria la targa, realizzata - come si può notare in piccolo in un angolo - da una ditta di Nizza, relativa ad un pregresso progetto di cooperazione transfrontaliera, condotto insieme ad un Ente dello stesso settore, ma del dipartimento delle Alpi Marittime. Dati i cambi di indizzi di alcuni uffici - a loro volta coinvolti nella detta operazione - dell'organizzazione italiana, può anche darsi che quel piccolo rettangolo color blu sia oggi l'unico direttamente visibile al pubblico.
Così come sono ormai passate nel dimenticatoio le tante belle fotografie scattate sulla Costa Azzurra in varie connesse occasioni da Alfredo Moreschi, una volta pubblicate anche sul web, ma che nella versione aggiornata del sito professionale della compagine in questione non appaiono più.
Non capitarono solo fatti importanti, ma anche episodi curiosi, alcuni qui già riferiti: di altri si potrà sempre dire in prossime puntate.

Un recente romanzo poliziesco di un autore italiano di successo ambienta lo scioglimento di uno dei nodi della complessa trama tra Nizza - e non è il primo né sarà l'ultimo libro di un connazionale a farlo! - ed Eze: non potevano mancare una descrizione - questa, non usuale, invero! - della principale stazione ferroviaria del capoluogo, una rapida scorsa a Nizza Vecchia ed una scena in cui tre protagonisti assaggiano con gusto la socca, la spessa farinata - definizione qui fornita con buona approssimazione! - tipica da quelle parti.

Notizie recenti parlano dell'ennesimo infortunio occorso ad un calciatore francese ormai dal grande passato e dalle tante vicende travagliate, anche private, già nazionale dei galletti, oggi in forza al Monaco. E certo appaiono lontani i tempi in cui la squadra del Principato si esibiva in uno stadio a dimensione - si potrebbe azzardare - familiare, tanto è vero che si racconta ancora il fatto singolare per cui, avendo chi di competenza lasciato avanzare qualche decina di spettatori in occasione di un Monaco-Reims del settembre 1960 sul prato retrostante sin quasi ad una delle porte, si potè assistere alla rapida corsa all'indietro di una signora - che ai bambini presenti poco lontano appariva già ben anziana - per recuperare il fiaschetto di vino - sembrava quello classico della Toscana - che aveva dimenticato sul posto in gradinata appena lasciato e del conseguente rientro sulla nuova posizione della soddisfatta intenditrice delle delizie di Bacco.

Niente altro che ulteriori sfumature di azzurro...

Adriano Maini

giovedì 16 ottobre 2025

Castagne d'India


In questo periodo sulla Riviera ligure affacciata sulla Costa Azzurra si iniziano a vedere dei gran bei tramonti.
E c'è chi realizza - non qui - degli scatti di tutto rilievo. 




I migliori tramonti - giudizio soggettivo - sono, tuttavia, quelli invernali, quindi, ancora da venire.
 



Si va ancora, abbastanza numerosi, al mare.


Anche se, su certe spiagge, occorre fare attenzione agli escavatori utilizzati per lavori probabilmente rinviati nella bella stagione.





Sulla passeggiata - e sulla pista ciclabile - le scene sono sempre quelle, più o meno, di tutti i giorni.



È da un po' che cadono le castagne d'India, ma rappresentano sempre di meno - rispetto ad un tempo - un'attrattiva di gioco per i bambini.


D'altronde, se non vanno ancora a scuola, sussiste pure la formidabile concorrenza del mare.



In Via Vittorio Veneto a Bordighera il mini oleandro che spunta tuttora da un tombino perdeva (?) in pochi giorni ai primi dello scorso mese di agosto il suo unico fiore.


E la luna ha deciso di spostarsi un po' più a nord, sì che, se la si riprende, capita di ammirare anche Grimaldi Superiore, discosta frazione di Ventimiglia.

Adriano Maini