venerdì 25 ottobre 2024

Di una vecchia Terza Liceo Classico

Uno scorcio di Varase, Frazione del comune di Ventimiglia (IM)

Quel gruppo più affiatato di ragazze e di ragazzi di quella Terza Liceo Classico per la Pasquetta del 1968 si era ritrovato per un pranzo in trattoria in quel di Varase, frazione di Ventimiglia: come d'incanto, anche in quella occasione al momento dell'eventuale aperitivo era comparso un pallone al quale i maschi si diedero con gioiosa voluttà.

Non era la prima volta che in quella stagione l'allegra combriccola si ritrovava fuori dalle mura della scuola. Ad esempio, per il precedente Capodanno si erano recati a ballare in quella che anche le canzoni dell'epoca definivano una cantina privata: solo che in quel caso lo stanzone si trovava ad un piano alto di una vecchia casa nei pressi dell'Oratorio dei Bianchi di Camporosso, un ritrovo all'epoca per il comprensorio quasi storico, in un edificio che in seguito venne egregiamente ristrutturato mettendo definitivamente al bando impossibili ritorni di fiamma. Oppure, dalle parti di San Romolo di Sanremo, dunque in altura, avevano assistito, senza farsi notare, alle peripezie automobilistiche di una loro insegnante.

Quei giovani, del resto tutti più o meno brillanti negli studi, a volte nel tempo libero facevano delle cose più impegnative. Un gruppo più ristretto, ma forse con l'aggiunta di qualcuno, frequentava - chi saltuariamente, chi più di frequente - presso il chiostro di Sant'Agostino della città di confine alcune persone poco più anziane di loro, venute da fuori, uomini cattolici, religiosi e laici, molto impegnati nel sociale, che discutevano con i loro ospiti di temi inerenti, battendo molto sul tasto di un volontariato non da tutti compreso: una presenza, di cui qui, su questo blog, si è già cercato di lasciare testimonianza, perché le sue tracce sono rimaste molto labili nella memoria collettiva, ancorché, per paradosso, un esponente di quel "cenacolo" avesse indirettamente contribuito a suscitare la passione politica di un futuro funzionario del partito comunista.

Accadde poi che per il Maggio francese due o tre di quei compagni di classe pensassero di aggregarsi ad una visita "di cortesia" all'Università di Nizza in quel momento occupata come quasi tutti gli atenei transalpini, una visita promossa da militanti (o, probabilmente, più curiosi che altro) di sinistra della zona intemelia. All'appuntamento, tuttavia, di quel sodalizio di coetanei si ritrovò solo il più giovane, invitato per ultimo, che ebbe certamente il piacere di conoscere un Elio Lanteri ancora ben lontano dal vedere pubblicati i suoi romanzi, ma che, soprattutto, rimase molto perplesso - ad usare un eufemismo - nel vedere tanti cavalletti di frisia e tanti sassi accumulati all'ingresso di quell'Istituto del caploluogo delle Alpi Marittime.
Anche per questa esperienza i ricordi dei partecipanti si sono resi molto sfuocati, ma pochi hanno dimenticato Elio Lanteri, il quale, per paradosso, ad una successiva vigilia di Natale faceva quasi gli onori di casa ad una cena in modesto esercizio pubblico di Buggio, frazione di Pigna, dove tenne banco un ex allievo - ed ex insegnante supplente - del Liceo Ginnasio Statale "G. Rossi" di Ventimiglia, molto competente nella sua carriera scientifica universitaria, ma anche decisamente extraparlamentare.

Adriano Maini

lunedì 21 ottobre 2024

Genova (3)

Genova: Teatro Carlo Felice

Dalla Chiesa di Santo Stefano a Genova si può agevolmente scorgere il Ponte Monumentale di Via XX Settembre, sotto il quale il 26 aprile 1945 sfilarono le truppe tedesche che si erano arrese ai partigiani.

A qualche centinaia di metri a ponente c'è Piazza De Ferrari, teatro nel dopoguerra di innumerevoli momenti di mobilitazione popolare, politica e sindacale, tra i quali spiccano le lotte antifasciste e contro il governo Tambroni del luglio 1960 e i funerali imponenti di Guido Rossa.

Nella Piazza da qualche anno c'é anche il Palazzo della Regione, già noto come Palazzo della Navigazione Generale Italiana, mentre in precedenza tale sede risultava ubicata, dove tuttora permangono diversi connessi uffici, leggermente a sud-est a monte di una valletta al centro e da ambo i lati (quartiere Madre di Dio) un tempo fiorente centro storico medievale per il quale, semidistrutto dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, si preferì procedere ad una completa cementificazione. La stessa operazione che la mano pubblica volle perpetrare per Piccapietra, come ricorda una dolente canzone in dialetto.

Sul lato nord di Piazza De Ferrari, invece, il restauro del Teatro Carlo Felice appare filologicamente più corretto.

Del resto, stretta com'è tra mare e monti, la Superba per adeguarsi alla modernità di scotti ne aveva già dovuti pagare molti, a cominciare dal pessimo impatto visivo della sopraelevata, di cui oggi talora si preconizza, in previsione di altre ipotizzate soluzioni, la demolizione.

Adriano Maini

domenica 13 ottobre 2024

C'era una cappella...

Ventimiglia (IM): il fianco meridionale della Chiesa Parrocchiale di Cristo Re a Nervia

Oggi nell’ala orientale del Chiostro di Sant'Agostino a Ventimiglia, più precisamente al primo piano, ci sono la Biblioteca Comunale ed una bella sala riunioni. La struttura è stata intitolata ad Angelico Aprosio, l'erudito agostiniano che nel Seicento un po' più in là, nell'ala di nord-est del casamento, aveva eretto la Libraria, la prima biblioteca pubblica della Liguria, la cui ancora ragguardevole (migliaia di volumi antichi) dotazione è, tuttavia, chiusa in un edificio di Via Garibaldi nella città vecchia.
Tra gli anni Sessanta e Settanta in alcune stanze del Chiostro ci furono significativi incontri di studenti della zona e di altre persone con religiosi e laici, ma ferventi cattolici, venuti da fuori, tutti dediti ad attività sociali, in quanto ricchi di umanità e di curiosità intellettuale; in altre erano state installate aule decentrate di un Liceo Classico allora, prima del successivo crollo verticale di iscrizioni, in piena espansione di frequenze e di un istituto professionale; sussistevano, inoltre, vari uffici a valenza pubblica, sull'esempio di quel carcere che, collocato a pian terreno, ha fornito per decenni storie curiose da raccontare.
Qualcosa del genere sussiste tuttora, ma non sono ancora emersi singolari aneddoti.

A Nervia di Ventimiglia, sul fianco meridionale - quello lambito dal Cavalcavia - della Chiesa Parrocchiale di Cristo Re, una piccola sala aperta al pubblico e sulla cui porta stavano ad entrambi i lati a monito perenne di pace gli involucri di due bombe d'aereo rappresentava una sorta di cappella memoriale dei caduti - quasi tutti onorati con singola fotografia - della zona nella seconda guerra mondiale, persone perite nei terribili bombardamenti che colpirono la località, soldati che non fecero più ritorno, ma da tempo questo piccolo ricordo è stato smantellato.

Nei pressi dell'attuale Chiesa Parrocchiale della Madonna dei Fiori di Bordighera, sita in una traversa di Via Pasteur dal nome pittoresco, Via Arca di Noé, c'era ancora a metà Sessanta una piccola caratteristica chiesa, forse una cappella, che più in piccolo poteva rimembrare il tempietto - privato - di Madonna della Ruota sempre in Bordighera. La sua demolizione viene tuttora attribuita dalla voce popolare ai pericoli insiti nella sua collocazione in piena curva sulla strada provinciale ad alta intensità di traffico: a prescindere dal valore di una semplice conservazione senza accesso al pubblico, rimane il fatto che la chiesa di Madonna della Ruota pur avendo le stesse caratteristiche, se non peggiori, affacciata com'è sulla Via Aurelia, qualche volta all'anno vede celebrare ancora qualche rito, logicamente ben invigilato dalla polizia municipale.
Rimane che, in attesa della costruzione della chiesa della Madonna dei Fiori, per alcuni anni le messe di quella zona venissero celebrate in un garage di Villa Hortensia, così che molte persone ebbero modo di conoscere, perché in quelle occasioni assiduo, il professore Raffaello Monti, insigne musicista, già antifascista, pacifista, amico di Giuseppe Porcheddu e di Aldo Capitini, animatore della cultura locale, presidente della locale Unione Culturale Democratica.

Adriano Maini

venerdì 4 ottobre 2024

Spigolature

Dolcedo (IM)

Le persone che nel ponente ligure assistevano negli anni Cinquanta al passaggio dei carrozzoni di famosi circhi, ma in particolare degli elefanti, probabilmente nulla sapevano di Grock anche se questo grande artista da tempo aveva fatto erigere ad Imperia una villa oggi praticamente monumento nazionale.

Sanremo vuol dire anche Casinò: non è dato sapere oggi, ma sul finire degli anni Sessanta quel sito così riservato era in talune occasioni aperto per una qualche sorta di festa goliardica - una balera "una tantum"? - cui per accedere forse era sufficiente essere giovani, molto giovani, non soltanto universitari con tanto di libretto.

Sul finire degli anni Ottanta rappresentanti dell'Associazione - delle Alpi Marittime - delle piccole imprese del settore costruzioni, CAPEB, in missione esplorativa presso omologhi italiani di Sanremo si sentivano in dovere di raccontare che ad Antibes, se con degli scavi venivano rinvenuti resti dell'antichissima città fondata dai coloni greci, ci si affrettava a ricoprire il tutto.

Nel 2007 a Nizza in un bar sulla Promenade, al buffet "in piedi" preparato dopo un Convegno svolto nell'attiguo Albergo Negresco, un noto senatore, seduto comodo ed attorniato da alcune tardone, veniva servito con insolita solerzia da altro robusto partecipante, futuro presidente di associazione di imprese della provincia di Imperia, desideroso di carpire chissà quali segreti di affari immobiliari della Costa Azzurra. Quasi ad ogni passaggio di quel giovanotto, tuttavia, un buontempone della sua vera compagnia, senza mai alzarsi dal tavolo dove era in corso una fitta conversazione, riusciva a carpirgli un piatto di portata per sé e per gli altri.

Una prova sintomatica di Web agli albori venne condotta - ultimo quarto degli anni Novanta - a Dolcedo (IM), un bel paese in Val Prino: in buona sostanza con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale la presentazione in pubblico (abbastanza folto, per essere agli esordi del mezzo e in un piccolo centro) di pagine, anche interattive, di informazione su determinate politiche praticate dalla Commissione Europea di sviluppo economico, segnatamente sul turismo, il tutto ideato e curato da un consulente decisamente appassionato.
Occorre aggiungere che il sito che ospitava quel lavoro era di una signora, il cui marito è attualmente un autorevole funzionario pubblico e che i giovani coniugi, esperti in materia, che fecero allora i più precisi collegamenti ed i più forti coinvolgimenti tra gli attori in causa, sono professionisti sempre più affermati nel mentovato campo. Smpatici, tutti, insomma: quella serata nel suo complesso ed i vari animatori della medesima.

Adriano Maini

mercoledì 25 settembre 2024

Bernardine

Bordighera (IM): lo stato attuale del vecchio accesso a regione Cabane

In Via Arene a Ventimiglia una nonna canticchiava al nipotino qualche strofa di una canzone abbastanza recente, lanciata da Nilla Pizi, "Papaveri e papere", insistendo con particolare accentuazione sulla "parola "piccolino": al che il bimbo - del resto, già allora di discreta statura - stizzito, pestando i piedi per terra, reagiva, non essendo ancora dotato di senso dell'umorismo, ancora meno di quello dell'autoironia, opponendosi a suo modo a quella scherzosa ed affettuosa allusione.

In un appartamento situato non lungi dalla Bigarella di Bordighera, non appena si diffuse dalla radio quella ballata in quella lingua inglese che non capivano, zia e nipote, distogliendosi all'unisono dalle rispettive occupazioni, ammiccando l'un l'altra, ridendo, si affibbiarono ripetutamente il titolo di quella composizione, "Bernardine", del resto reiterato in diversi passaggi, come se fosse un buffo, ma amichevole nomignolo da attribuirsi reciprocamente. Il più giovane dei due qualche anno dopo divenne, per ironia della sorte, un discreto ammiratore del cantante di quella melodia, un certo Pat Boone.
Doveva essere il 1958, quando un po' dappertutto si canticchiava o si fischiettava "Nel blu dipinto di blu", quasi un'attesa di sentire urlare in tanti angoli "Mi sono innamorato di Marina" di Rocco Granata, che come vinile doveva ancora essere stampato: due veri tormentoni dell'epoca.
Sempre in quella stagione, ma in regione Cabane di Bordighera, due scolari in vacanza si riposavano, dopo tanti giochi, in casa di uno dei due, anche ascoltando dischi a 75 giri con le famose etichette con il disegno del cane intento a sentire il suono di un grammofono, ma era un ripiego di cui oggi non ricordano più nulla, assorbiti come furono allora da piccoli lavori agricoli, da bagni fatti all'insaputa dei grandi (non sapevano ancora nuotare!) nella grande vasca di raccolta dell'acqua piovana di quella campagna, dalla lettura di fumetti che si intitolavano ancora "Nembo Kid" e da altre amenità del genere.

A marzo 1959 gli alunni delle elementari (di diversi plessi, anche se in maggioranza della sede di Via Vittorio Veneto) selezionati per partecipare alla tappa di Ventimiglia di Radio Squadra alla fine della trasmissione cantarono in coro almeno la parte iniziale della "Leggenda Ventimigliese", "Gh’eira ina vota ina figlia d’in Re / che mai a nu’ l’ava riüu ni’ cantau...", ma ancora oggi nessuno ricorda se si fossero mai fatte delle prove collettive per quel cimento.

Verso la fine del 1963 un ragazzotto comunicò entusiasta in Nervia di Ventimiglia a qualche suo coetaneo la sua scoperta di avere sentito per radio (sempre questo benedetto apparecchio!) in un programma inglese certi sconosciuti "The Beatles" dei quali andava esaltando la bravura. Tra gli ascoltatori c'era chi si era lì per lì dimenticato di avere ascoltato qualche mese prima in casa di un amico tedesco, appena arrivato dalla Germania, il disco di Tony Sheridan accompagnato dai Beatles (ma forse The Beat Brothers) contenente "My Bonnie" e "Ya Ya": brutti scherzi della memoria, ma mai come quelli giocati al figlio delle terre teutoniche perché ancora qualche tempo fa non sapeva di essere detentore di quel pezzo forse più unico che raro.

Adriano Maini

lunedì 16 settembre 2024

Ancora Nervia


Nervia di Ventimiglia, ingresso di levante della città, prima del cavalcavia, incrocio della strada provinciale che si inoltra oltre Pigna, punto di passaggio per molte persone obbligato, per ciò stesso, forse, luogo non molto ricordato per le sue vicende di maggiore cultura popolare.
Interessata dalla Storia - ad esempio, è d'uopo rammentare la città romana, sita, invero, per un po' più a ponente della zona qui indicata, ma con resti in loco; il castello, il monastero e le torri medievali; gli opposti trinceramenti durante la guerra di successione austriaca; il terribile bombardamento aereo del 10 dicembre 1943 (ma anche altri) - questa parte di Nervia è stata a lungo interessata da intensi momenti di minute, ma significative relazioni sociali: a titolo indicativo si sottolineano la costruzione di carri, prima ed ancor dopo il secondo conflitto, per la Battaglia di Fiori di Ventimiglia, aspetto di attrazione anche per chi non del posto; una maggiore presenza di ferrovieri, magari solo di passaggio, indotta dalla presenza del deposito locomotori; la banalità - tale, probabilmente, oggi - degli spostamenti in corriera di tante persone che a Nervia cambiavano il mezzo e nelle attese facevano conoscenze ed amicizie; l'attrattiva, scaglionata nel tempo, di due esercizi pubblici molto frequentati.
Una sorta di grande piazza, insomma.
Oggi rimangono a questa Nervia negozi, non tutti di prima necessità, e traffico.

Adriano Maini

martedì 10 settembre 2024

Succedeva tra Ventimiglia e Nizza...


A Ventimiglia c'era un dancing dove negli anni '50 era d'obbligo entrare eleganti (ma un po' di tempo dopo le cronache popolari lo indicavano già quale sede elettiva - causa l'ampio spazio disponibile, ivi compreso un tavolo da biliardo - di diversi studenti delle superiori che marinavano la scuola).
Un giovanotto ventimigliese, cliente abituale del citato locale, ebbe l'onore di ballare con Kim Novak; non si è mai detto dove; forse a "Il Pirata" di Roquebrune Cap-Martin, frequentato, come riportato dai soliti rotocalchi, anche da divi hollywoodiani, tra i quali spesso si infiltravano dei "pappagalli" nostrani", ma anche visitato per esigenze professionali da Dario, un valente fotografo di Bordighera, i cui specifici scatti dovrebbero essere oggi nell'Archivio Alinari di Firenze. (De "Il Pirata" si indica qui sopra con un'immagine la zona). Puntuale, compariva ad un certo punto su noto social media la fotografia che attestava l'episodio danzante.
Così come non si possono dimenticare scene di vita mondana nella vicina Costa Azzurra con partecipazione "straordinaria" di cittadini del Ponente Ligure.


Quando (ancora circa alla metà degli anni Settanta) per andare dalla Liguria in Costa Azzurra si doveva uscire dall'autostrada a La Turbie, una delle strade percorribili per arrivare alla Moyenne Corniche finiva - come tuttora finisce - all'incrocio della foto, un punto all'epoca molto funestato da incidenti. Verso Nizza un raddoppio della Moyenne effettuato da pochi anni la faceva - la fa tuttora - passare tra alcuni piccoli canyon artificiali.


Negli anni Settanta sulla collina del Castello a Nizza erano grandiose e molto affollate le feste estive del Partito comunista francese (Pcf): singolare il caso dello standista di origine italiana, un idraulico che per l'occasione adattava il suo furgoncino a rosticceria di salsicce...



Chissà se ancora adesso entrando in La Turbie ci sono automobilisti che si fermano a guardare dall'alto le prove, se non le gare stesse del Gran Premio di automobilismo di Monaco Principato?

Adriano Maini